Infermieri esperti contro le attese
Pronto soccorso affollati, parte la sperimentazione. Introdotti anche i codici d’argento
L’idea dell’attore Andrea Castelli di realizzare un pron- to soccorso geriatrico non è praticabile secondo Paolo Bordon. Ma il direttore generale dell’Azienda sanitaria rilancia i codici d’argento, riservati a pazienti fragili, e infermieri esperti per tagliare i tempi di attesa in corsia. All’ospedale di Rovereto è già partita la sperimentazione. Sono oltre 90.000 all’anno gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale S. Chiara.
TRENTO Oltre 90.000 accessi registrati in un solo anno. I numeri del pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara di Trento sono eloquenti e tracciano i contorni di un’emergenza sanitaria nazionale, ma anche trentina. Per una donna di 90 anni attendere sei-otto ore in pronto soccorso può diventare insopportabile. «Crudele» è il termine utilizzato da Andrea Castelli che ha vissuto sulla sua pelle l’incubo delle lunghe attese al pronto soccorso.
Non c’è una nota polemica nella voce dell’attore, ma forse più amarezza e preoccupazione. Lo sfogo per le lunghe attese dell’anziana mamma al Santa Chiara si è tradotto, però, in qualcosa di propositivo: «Un pronto soccorso per pazienti geriatrici». Una proposta, quella lanciata da Castelli (Corriere del Trentino di venerdì ndr), «impraticabile» secondo il direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale Paolo Bordon.
«È un modello impossibile da attuare — spiega — mai sperimentato da nessuna parte. Le risorse sono poche, spezzettarle non avrebbe senso». L’Azienda sanitaria rilancia con i codici d’argento per pazienti fragili, attivati da poco, in via sperimentale, al pronto soccorso dell’ospedale Santa Chiara. «Che non devono essere necessariamente legati all’età del paziente — precisa Bordon — ma anche al percorso clinico di una persona. Mi riferisco, ad esempio, ai pazienti cronici o che hanno delle patologie, oppure agli oncologici. Nella valutazione che viene fatta al Triage vengono presi in considerazione diversi fattori: l’età, la storia clinica, patologie pregresse. Dare una priorità solo secondo la classe di età non mi sembra corretto». Il codice d’argento si differenzia dal codice rosso in quanto non c’è un’emergenza vera e propria ma garantisce una presa in carico del paziente fragile in tempi più rapidi.
Il pronto soccorso è in grande sofferenza e medici e infermieri devono affrontare ogni giorno un numero elevato di emergenze e di accessi che si moltiplicano nel fine settimana, non solo a causa di incidenti o eventi traumatici. «Nei weekend il pronto soccorso è costretto a far fronte anche ad un numero elevato di pazienti anziani ospiti di case di riposo — chiarisce Bordon — che solitamente vengono gestiti dai medici interni, ma nel fine settimana si ricorre maggiormente all’ospedale, in particolare ci sono alcune strutture che chiamano il numero unico di emergenza, il 112, per pazienti che solitamente sono gestiti dalla struttura stessa». Il pronto soccorso è quindi sempre più in affanno e costretto a gestire un numero esorbitante di pazienti. «Ci sono pochi medici, poche risorse, è difficile», commenta il direttore generale dell’Azienda sanitaria. Il codice d’argento potrebbe contribuire a snellire le attese per una determinata categoria di pazienti. Bordon parla di codice d’argento che in realtà ora corrisponderà a un numero specifico dopo le «Linee di indirizzo nazionali su Triage intraospedaliero, sull’Osservazione breve intensiva e lo sviluppo del piano di gestione di sovraffollamento», messe a punto dal ministero della Salute con l’allora ministra Giulia Grillo che ad agosto aveva ottenuto il via libera della conferenza Stato-Regioni. Nel nuovo sistema i colori verranno sostituiti dai numeri.
Il codice d’argento corrisponderà quindi a un numero specifico, ma l’introduzione del nuovo codice non è l’unico sistema sperimentale che l’Azienda sanitaria sta adottando per snellire i tempi di attesa. «Nell’ospedale di Rovereto — spiega Bordon — da qualche mese in accordo con il primario stiamo sperimentando un maggiore utilizzo degli infermieri, soprattutto dei più esperti, dando loro maggiori responsabilità». Un esempio? «Quando un paziente necessita di un esame, per una frattura ad esempio, deve attendere il medico che però è impegnato in altre emergenze, quindi l’attesa diventa molto lunga. L’infermiere valuta la situazione e invia il paziente direttamente al reparto di radiologia procedendo subito con l’esame che poi, ovviamente, viene sempre valutato dal medico. In questo modo si riducono i tempi. Parliamo, ovviamente, di casi minori, ma spesso al pronto soccorso l’imbuto si crea per pazienti che necessitano di accertamenti ma devono attendere l’avvallo del medico». Un sistema innovativo che sembra funzionare.