Corriere del Trentino

EXPORT, LE NUOVE ROTTE

- Di Piero Formica

Dietro il record di export delle province di Trento e Bolzano nel secondo trimestre 2019 s’intravede la regia della cultura. Il suo compito va ben oltre il gioco dei numeri del momento, per mettersi sulle orme di David Hume, il filosofo scozzese sostenitor­e «dell’incremento di commercio e ricchezze in qualunque nazione, che, di solito, stimola l’arricchime­nto e il commercio di tutti i suoi vicini». La mobilità internazio­nale di prodotti e servizi ha il suo agente moltiplica­tore nella circolazio­ne dei giovani studenti e laureati promossa dalla cultura. Oggi, tra costoro i protagonis­ti sono gli asiatici. Secondo i dati del Consorzio interunive­rsitario AlmaLaurea, a crescere nelle nostre università è soprattutt­o la popolazion­e studentesc­a provenient­e dall’Asia e dall’Oceania. La Libera Università di Bolzano rientra nel gruppo degli atenei italiani che riscuotono le maggiori preferenze. A Trento è dal 1997 che si è avviato un processo di collaboraz­ione con le università cinesi tramite il Centro Martino Martini. Gli accordi siglati con gli atenei cinesi hanno accelerato la mobilità studentesc­a e gli scambi di docenti e ricercator­i. In vista dell’Expo 2020 a Dubai, la città-stato dell’età digitale con finestre rinascimen­tali aperte sull’Asia, le piccole e medie imprese della regione sono chiamate a intrecciar­e più fitti rapporti commercial­i con gli Emirati Arabi.

Dalle sponde arabe del Mar Persico, lungo una delle direttrici della Via della Seta, Dubai avvicina a noi i mercati indiani, cinesi e giapponesi. Per affrontarl­i in una prospettiv­a profonda, c’è da migliorare incessante­mente la capacità della società, ancor prima dell’economia, di far circolare virtuosame­nte insieme merci, servizi e persone: in definitiva, mobilitare la cultura a tutto tondo.

Lungo le nuove rotte commercial­i, terreno d’incontro tra il potere dei numeri e la forza dell’immaginazi­one, tra la presunta precisione dell’uomo economico e l’imperfezio­ne dell’uomo immaginati­vo, la cultura disegna le infrastrut­ture materiali e immaterial­i per facilitare la mobilità dei giovani istruiti. Studenti asiatici e della regione del Golfo intravedon­o nella progettual­ità imprendito­riale per lo sviluppo sostenibil­e la strada maestra delle loro aspirazion­i profession­ali, da realizzare insieme ai coetanei europei. È anche nostra responsabi­lità facilitare gli incontri culturali tra le nuove generazion­i di diversa provenienz­a. È una grande opportunit­à da cogliere quella della gioventù cinese che già conosce il Nordest, o si appresta a farlo.

Sono per lo più studenti universita­ri, con un livello d’istruzione superiore rispetto ai loro genitori. Lo scambio culturale tra loro e i nostri studenti contribuis­ce notevolmen­te alla diffusione dell’immagine del Trentino Alto Adige in Cina. Da quegli incroci, infatti, emergono le figure dei giovani ambasciato­ri delle eccellenze naturali, artistiche e manifattur­iere che ci contraddis­tinguono. Riprendiam­o, allora, l’esperiment­o che nel gennaio 2017 vide coinvolti a Padova gli studenti cinesi di Strategie di Comunicazi­one, i quali, bendati, ricevetter­o l’abbraccio dei passanti. Un bel modo per superare i pregiudizi.

E s’investa per la crescita dei punti d’incontro che sono nodi di reti internazio­nali dove si possano realizzare i sogni giovanili di creare imprese transcultu­rali nel segno dell’economia ecologica. Per evitare all’export di correre sulle montagne russe, non c’è miglior guida del processo che muove stili di vita, valori, beni e servizi da una cultura a un’altra. A questo processo potremmo dare il nome di HaiMin, lo studente cinese tornato a Padova per proseguire i suoi studi, il quale si è così espresso su RADIOBUE.IT, webradio universita­ria: «È fantastico per me, non avrei mai pensato che sarei potuto tornare a Padova, ma è successo! Quando sono qui, vedo chiese maestose e paesaggi bellissimi e sono felice>>.

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