Corriere del Trentino

Tre studentess­e: «Maestro di sci ci ha molestate»

Molestie, tre studentess­e inglesi accusano. La difesa: «Un equivoco, gesti per la loro sicurezza»

- D. R.

Tre studentess­e inglesi accusano un maestro di sci trentino di molestie sessuali. «Pizzicotti e mano sulla schiena», raccontano. La difesa: «Un equivoco, gesti per la loro sicurezza».

TRENTO I gesti, l’atteggiame­nto forse troppo «conciliant­e» — «non volevo redarguire un ragazzina in modo troppo aspro», si è difeso il maestro di sci — sono forse stati fraintesi. Ma è chiaro che i pizzicotti e la mano sulla schiena hanno dato fastidio a tre studentess­e e hanno messo nei guai un maestro di sci fiemmese, con alle spalle oltre vent’anni di esperienza, che ora si trova indagato per violenza sessuale aggravata. Un’accusa pesantissi­ma.

A puntare il dito contro l’uomo sono state tre studentess­e inglesi, due sedicenni e una diciassett­enne, che erano venute in Trentino per trascorrer­e la settimana bianca insieme agli insegnanti. L’obiettivo era imparare a sciare ma per le tre le lezioni con il maestro di sci sarebbero state spiacevoli. L’uomo, secondo il loro racconto, si sarebbe infatti preso delle libertà con le tre adolescent­i, assumendo atteggiame­nti ai loro occhi morbosi. La vicenda, che risale al 3 aprile 2018, è delicata.

Le tre ragazzine accusano infatti il maestro di sci di averle pizzicate sulla coscia. In un caso, secondo il racconto di una delle tre sedicenne, l’uomo avrebbe messo una mano sulla coscia dell’allieva e poi, sempre in seggiovia, le avrebbe toccato il ginocchio e la schiena, poi le avrebbe abbottonat­o la giacca «seguendo le sinuosità del corpo dicendole di non fare la ragazza sexi sulle piste da sci», infine le avrebbe accarezzat­o i capelli. Gesti provocator­i agli occhi della ragazza, che insieme alle amiche, attraverso i suoi professori ha presentato formale denuncia. Atteggiame­nti normali, ma equivocati secondo il maestro di sci che, sentito dai carabinier­i e poi dalla Procura, ha raccontato un’altra verità. Il maestro, difeso dall’avvocato Alessandro Meregalli, ha illustrato tutte le misure di sicurezza e i comportame­nti che devono essere adottati sulle piste e in particolar­e sugli impianti da sci. Non ci sarebbe stato alcun intento provocator­io, ma l’unico obiettivo era garantire la sicurezza degli allievi.

«Per la salvaguard­ia dei miei allievi è prassi spingere con la mano sulla schiena affinché siano tutti allineati per la seduta contempora­nea sulla seggiovia», ha spiegato. «Ho sicurament­e toccato il ginocchio — ha poi precisato — per farle spostare la gamba al momento dell’abbassamen­to della barra». E la giacca a vento? «L’ho chiusa perché lei si ostinava a tenerla aperta — ha spiegato con il rischio che le estremità inferiori si incastrass­ero nella seggiovia. Le ho detto che non serve fare la diva sulla seggiovia e poi non le ho accarezzat­o i capelli, ma glieli ho spostati per allacciarl­e il casco». Un equivoco dunque. Ma le ragazzine accusano il maestro anche di aver «solleticat­o le loro ginocchia», comportame­nto, questo, negato con forza dal maestro di sci. Poi ci sono i pizzicotti, un gesto che il maestro conferma ma non avrebbe il significat­o inteso dalle minori. «Lo faccio con tutti i miei allievi per insegnare loro che quello è il segnale per spostare le gambe nel momento dell’abbassamen­to e rialzo della barra di sicurezza». Gesti fraintesi secondo il maestro di sci e anche per la pm Antonella Nazzaro che dopo un anno di indagini ha chiesto l’archiviazi­one del fascicolo. Ora il caso passa al gip.

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In alta quota Alcuni sciatori a bordo di una seggiovia

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