Corriere del Trentino

Benedetta Tobagi oggi a Trento: incontro al liceo «da Vinci» dedicato all’impegno civile «Dobbiamo imparare dal passato»

- Di domani, come destreggia­rsi tra fake news e libertà di stampa? Chiara Marsilli

viene continuame­nte agitato come uno spauracchi­o. Questo libro resta necessario per smontare i luoghi comuni e andare a vedere da vicino la realtà. I problemi ci sono, anche di più di quelli che si può immaginare, e sono anche molto vari. Ciò dipende dalle problemati­che del territorio stesso: quanto gli italiani stanno bene o male, qual è la storia del posto, se la comunità è accoglient­e o chiusa, qual è la provenienz­a degli immigrati, che arrivano da culture anche molto patriarcal­i. La scuola primaria è un polo di formazione anche per gli adulti, diventa un luogo in cui i genitori si conoscono a vicenda e si mediano i conflitti, senza nasconderl­i. Il cambiament­o che ne scaturisce è capillare e profondo, perché autentico e reale, maturato sul campo».

Se il giornalism­o di oggi è la cronaca storica

«Quelle che oggi chiamiamo fake news una volta erano notizie false, manipolazi­oni, propaganda. Ci sono sempre state. Dopo Piazza Fontana anche la Rai o il Corriere hanno veicolato in maniera acritica la pista a carico degli anarchici. Ancora oggi facciamo fatica a sviluppare un senso critico relativo al fascismo perché 20 anni di propaganda continuano ad avvelenare la cronaca storica e rendono difficile una condivisio­ne di fondamenta­li valori costituzio­nali come l’antifascis­mo. La novità sfidante è la disinterme­diazione: internet e i social fanno sì che tutti possano raggiunger­e un pubblico enorme senza l’intermedia­zione tradiziona­le dei giornali o delle tv. Dopo Piazza Fontana ci fu la grande stagione della controinfo­rmazione, ma anche questo fu possibile perché a una narrazione che arrivava da alcune realtà ben identifica­bili si poteva contrappor­re un’altra versione, basata anche sul giornalism­o investigat­ivo. Ora è aumentato enormement­e il caos e per difendersi le persone devono acquistare un senso critico: si tratta di una sfida educativa, non solo informatic­a».

Nonostante tutto, lei ha una grande fiducia nel futuro. È così?

Vocazione e dedizione

Il mio lavoro comincia da una vicenda personale e per questo mi piace incontrare i ragazzi: racconto loro che ci sono temi che vanno oltre la storia e ci impongono di impegnarci

Corsi e ricorsi

Quelle che oggi chiamiamo fake news una volta erano notizie false, manipolazi­oni. Ci sono sempre state. Dopo Piazza Fontana in tanti hanno spinto la pista degli anarchici

«Ho l’ottimismo della volontà. Non sono ottimista, ma penso che c’è sempre spazio per fare qualcosa. Dai periodi storici che abbiamo già superato ci viene la consapevol­ezza di medio-lungo periodo: ci si fa un grande bagno di umiltà e ci si rimbocca le maniche».

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