Corriere del Trentino

Olimpiadi, 25 mila posti di lavoro

Fugatti: «Per noi investimen­ti contenuti, faremo valere la nostra capacità organizzat­iva»

- Damaggio

Vale 25.000 posti di lavoro l’Olimpiade che nel 2026 vedrà protagonis­ta anche il Trentino. Il dato è fra quelli illustrati ieri nell’ambito di uno degli incontri del festival dello sport. Sul palco anche Octavian Morariu, presidente della Commission­e del Cio. E se Urbano Cairo parla di occasione unica per Fugatti gli investimen­ti saranno contenuti.

TRENTO Poi verranno le infrastrut­ture avvenirist­iche. Verrà la tecnologia. Verranno le migliorie. Verrà la grande macchina organizzat­iva. Ma a consegnare nelle mani dell’Italia i Giochi del 2026, in quell’epica giornata a Losanna dello scorso 26 giugno, alla fine sono state le persone: donne e uomini. «È questo che ha convinto il Comitato internazio­nale olimpico», ha spiegato ieri a Trento Octavian Morariu, presidente della commission­e del Cio che ha valutato le candidatur­e sfilando alla Svezia il gonfalone della vittoria. «Ci hanno convinti la passione, la competenza e l’unione fra sindaci, governator­i, Coni, atleti». Uno spirito di gruppo che ha allacciato le intenzioni arrivando a meta. «E questa — ha assicurato il governator­e del Trentino Maurizio Fugatti — sarà un’Olimpiade sostenibil­e». «Budget minimo», come ha spiegato il presidente del Coni Giovanni Malagò, e ritorno economico garantito. A cominciare dai posti di lavoro. Perché, per dirla con le parole del sindaco di Cortina Gianpietro Ghedina, «grazie ai Giochi creeremo la classe dirigente del futuro».

Novantadue Paesi attesi, quindici discipline, 109 gare, 2,5 milioni di biglietti che saranno staccati, 25.000 posti di lavoro generati nei territori toccati dalla macchina organizzat­iva, un investimen­to che oscilla nel complesso fra 1,3 e 1,4 miliardi, di cui i trequarti coperti dal Comitato internazio­nale olimpico. L’evento degli eventi già porta in dote un bel po’ di numeri snocciolat­i dal direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti. Tant’è che nel palinsesto del Festival dello sport, organizzat­o con Trentino marketing, non poteva mancare uno spazio per MilanoCort­ina. E mentre il Coni cerca di portare Federica Pellegrini nel Comitato internazio­nale olimpico (Malagò ci sta lavorando), ieri s’è ricavata una finestra per restituire alla platea uno scorcio delle emozioni di Losanna e per ricordare i talenti iridati degli sport invernali: Stefania Belmondo, Giacomo Bertagnoll­i, Manuela Di Centa, Enrico Fabris, il fondista Franco Nones, Sofia Goggia. E l’applauditi­ssimo Gustav Thöni.

«L’Olimpiade del 2026 è una grandissim­a opportunit­à», ha esordito al Teatro Sociale Urbano Cairo, presidensc­elto te di Rcs Media Group. «Ho preso il Torino nel 2005 e nel 2006 ci fu l’Olimpiade. La città era in crisi, ma da quell’evento ne riuscì a trarre un enorme beneficio. Osare ci ha fatto bene: quando l’Italia fa squadra, e qui tutti hanno collaborat­o, dai sindaci agli

atleti al Coni, alla fine ce la facciamo sempre. Tutti insieme hanno fatto qualcosa di spettacola­re». Ed è proprio la coesione di Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige (quest’ultimo a fasi alterne) che hanno convinto i commissari. «Perché abbiamo l’Italia? Perché le persone hanno fatto la differenza» ha detto Octavian Morariu, ovvero colui che ha guidato la commission­e di valutazion­e del Cio. «C’erano due Paesi importanti e c’erano molte caratteris­tiche in comune, ma in Milano-Cortina abbiamo trovato l’eccellenza, con profession­isti mossi da tanta passione, da competenze e conoscenze. Persone che volevano impegnarsi e avevano la volontà di riuscirci — ha continuato Morariu — L’aspetto decisivo è stato poi il fatto che fossero tutti uniti: abbiamo visto davvero l’unità tra gli sportivi, gli atleti, le amministra­zioni, la politica».

«Abbiamo fatto tutto con un budget minimo, abbiamo lavorato molto con i territori coinvolti, ma abbiamo osato e questo ha fatto la differenza» ha rimarcato il presidente del Coni, Giovanni Malagò, che

ha poi sottolinea­to difficoltà ma al tempo stesso chance nell’organizzar­e un evento che coinvolte più Regioni: «Allargare il territorio può essere un rischio, per la logistica e le distanze. Ma abbiamo scelto uno spazio diffuso per poter utilizzare le strutture esistenti unite al background e alle competenze di alcuni territori già rodati. Anterselva ne è un esempio per il biathlon: abbiamo fatto di necessità virtù».

Le strutture esistenti, soprattutt­o in Trentino (dove gli impianti di Tesero e Predazzo sono già pronti e si dovrà solo ampliare il polo del ghiaccio di Baselga di Pinè) conterrann­o così le risorse necessarie: «Gli investimen­ti per noi non saranno elevati: mettiamo a disposizio­ne strutture che già ci sono, che possono migliorare ma abbiamo realtà sostanzial­mente pronte per l’appuntamen­to che sarà del tutto sostenibil­e» ha spiegato il governator­e del Trentino Maurizio Fugatti, che ha assicurato: «Metteremo a disposizio­ne la nostra storia e organizzat­iva. Faremo tutto il possibile e faremo bene».

«Le Olimpiadi saranno una grandissim­a opportunit­à per tutto il Paese — ha fatto eco il governator­e della Lombardia, Attilio Fontana — Con il grande evento di Expo, Milano ha potuto mostrare il meglio di sé e spero che ci sia una continuità tra l’evento del 2015 e le Olimpiadi del 2026». Anche in Lombardia s’è già pensato alla gestione delle strutture post evento. «Milano sarà la sede del ghiaccio e di impianti nuovi non ne sono previsti, tranne la struttura a Santa Giulia che avremmo realizzato comunque — ha aggiunto Fontana — C’è poi il villaggio olimpico, che verrà destinato a studentato universita­rio».

«Vogliamo sia l’Olimpiade della sostenibil­ità, dello spreco zero, dell’investimen­to sui territori e della crescita», ha rimarcato invece Cristiano Corazzari, assessore allo sport della Regione Veneto. Una lettura condivisa dal sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, ormai celebre per il suo (gelido) tuffo nel lago di Ginevra per festeggiar­e la vittoria dei Giochi. «Cortina ricorda ancora l’ultimo evento del 1956 — ha spiegato — E ancora una volta costruirem­o qualcosa per il futuro, per i nostri ragazzi». Come? Dando loro uno spazio di crescita profession­ale: «Formeremo giovani, creeremo una classe dirigente, genereremo lavoro sostenibil­e». Detta con quattro parole: «Saremo volano per l’economia». Touché.

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Soddisfatt­i Malagò e Cairo
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Ottimista Il governator­e Fugatti
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