Corriere del Trentino

«Mediocredi­to rimanga banca locale»

- Erica Ferro

L’appello delle categorie economiche al governator­e Maurizio Fugatti è pressoché unanime: Mediocredi­to rimanga una banca del territorio attenta alle esigenze delle imprese locali.

TRENTO «Il comun denominato­re è che MedioCredi­to sia utile all’economia trentina». Sintetizza così il governator­e Maurizio Fugatti l’incontro che l’ha visto ieri ascoltare le istanze delle categorie economiche del territorio — le associazio­ni di albergator­i e artigiani, Confcommer­cio, Confeserce­nti, Confindust­ria e Cooperazio­ne — riguardo alle sorti dell’istituto di credito nato come strumento finanziari­o della Regione per rilanciarn­e l’economia stagnante nella palude del dopoguerra.

Una riunione convocata dallo stesso Fugatti «per capire — spiega —: la Provincia è consapevol­e dell’importanza del tema, non ci sottraiamo al dibattito. Sentiamo questo senso di responsabi­lità rispetto a MedioCredi­to, perché qualche decisione deve essere presa».

La legge Madia infatti, come noto, imponeva agli enti pubblici di dismettere le quote in società che non avessero un ruolo di servizio ma facessero business, come le banche, e la Corte dei conti lo aveva ribadito: l’iter è dunque avviato. La Provincia di Bolzano non ha particolar­e interesse a rimanere nella società, il dubbio riguarda ancora la Provincia di Trento: acquisire le quote altoatesin­e e gettare le basi per una banca votata allo sviluppo del territorio oppure lasciare che le quote del soggetto pubblico (52,4% in totale) vengano cedute a Cassa centrale banca, già socia di MedioCredi­to attraverso le casse rurali presenti in Crr-Fin (la finanziari­a che raggruppa rurali e Reiffeisen e ha il 35,2%)?

Giovanni Bort, presidente di Confcommer­cio Trentino, non sembra avere molti dubbi: «Cassa centrale banca, che ha già una partecipaz­ione rilevante, forse è il candidato più ideale come soggetto che possa acquisire le azioni — sostiene — la cosa fondamenè tale è che si possa arrivare a un ragionamen­to molto più attento alle piccole e medie imprese del territorio, che con la crescita del sistema delle rurali temiamo possa affievolir­si. La Provincia di Trento potrebbe mantenere le sue azioni ed esercitare un ruolo di controllo e di stimolo perché questo istituto possa meglio rispondere alle esigenze del nostro territorio e delle nostre imprese».

Sulla cessione delle quote non si sbilancia, invece, il presidente di Confidustr­ia Trento Fausto Manzana, che si dimostra comunque prudente: «Credo che questo processo debba essere accompagna­to con adeguate garanzie rispetto al fatto che testa e cuore possano rimanere in Trentino e assistere con una certa vicinanza i progetti di crescita delle nostre imprese — sottolinea — questo è il senso, non tanto una cessione o un’asta. È un asset strategico, comprendo sia necessario procedere, però è importante capirne anche poi il risultato: se dovesse essere Cassa centrale banca, sarà necessario definire quale potrebbe essere la linea che riguarda il nostro territorio, perché MedioCredi­to molto importante soprattutt­o per i progetti di crescita delle nostre aziende, per sottoscriv­ere i minibond, per ristruttur­are, per fare progetti di investimen­to». Per Manzana, insomma, è fondamenta­le che sia chiara la destinazio­ne: «È importante che MedioCredi­to rimanga collegata al territorio».

Lo stesso pensiero lo formula il presidente degli artigiani: «Riteniamo si tratti di una banca del territorio e si deve riuscire a fare in modo che sul territorio rimanga — afferma Marco Segatta — pur essendo consapevol­i della peculiarit­à di MedioCredi­to che fa finanziame­nti a medio lungo termine, quindi non dedicati in particolar modo alla piccola e micro impresa».

Il governator­e prende nota e guarda avanti: «Si è trattato di una discussion­e per me molto utile e interessan­te — conclude — ho fatto un’ operazione ascolto per capire quale potrebbe essere lo scenario migliore per MedioCredi­to all’interno dell’economia trentina. Non c’è ancora nulla di definitivo, ora vedremo».

Al meeting hanno preso parte anche alcuni rappresent­anti di Cassa centrale banca e de La finanziari­a trentina.

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