Mai ordinare il cappuccino dopo colazione, guai ad affettare lo speck, la «siesta» dei negozi I giornalisti Righi e Wallisch stilano un elenco di trucchi destinato a turisti e nuovi residenti Un Galateo per l’Alto Adige
Il libro
«In Alto Adige è molto facile commettere delle gaffe». È una premessa disarmante che non ammette repliche e che invoglia a proseguire nella lettura del nuovo galateo semiserio con le regole di base per muoversi con destrezza tra il Brennero e Salorno. Sopravvivere in Alto Adige senza sbagliare
una mossa è il titolo del volume che la giornalista Luisa Righi, bolzanina doc, e il marito e collega Stefan Wallisch, viennese di adozione altoatesina, hanno appena pubblicato.
Un vademecum ironico destinato a turisti e forestieri per aiutarli a decodificare e apprezzare le tante sfaccettature del Sudtirolo, ma pensato anche per gli autoctoni che, gli uni nella versione in italiano e gli altri nell’edizione tedesca, troveranno spunti utili per comprendere «l’altra metà» del cielo: quella fetta di popolazione con cui il gruppo linguistico italiano e quello tedesco sono «costretti» a dividere un territorio mistilingue e biculturale.
«Con una sola mossa sbagliata si può correre il rischio di offendere gli uni o gli altri, o addirittura entrambi», ammettono gli autori ammiccando agli altoatesini (non chiamateli trentini!) con una buona dose di autoironia. E così, per «educare» gli avventori a prevenire spiacevoli misunderstanding culturali, è nata la necessità di una guida che, oggi, farebbe forse rabbrividire Giovanni Della Casa e Donna Letizia; ma, si sa, il bon ton come la lingua è dinamico e viene declinato adattandosi all’evoluzione di epoche, usi e costumi. L’etichetta, d’altronde, non è altro che il protocollo da adottare nel rispetto del prossimo per favorire una convivenza distesa tra gli individui. E se il trattato cinquecentesco imponeva a commensali e servitori una rigida serie di modi per stare composti a tavola, oggi all’ombra delle Dolomiti è sufficiente rammentare un paio di regole fondamentali: non domandare al cameriere una zuppa se si è seduti in un ristorante di lingua italiana e mai e poi mai utilizzare il coltello per mangiare i canederli, «non importa se di speck, spinaci o formaggio, in brodo o con il burro». Allo stesso modo, «lo speck si taglia rigorosamente a mano, con il coltello e a fette spesse, e si consuma senza scartare il grasso».
D’altra parte i turisti che arrivano dal cuore dell’Europa dovranno guardarsi bene dall’ordinare un cappuccino oltre l’orario di colazione, magari per accompagnare pizza o spaghetti.
Meglio dell’acqua, ben venga se in brocca e sgorgata dal rubinetto visto che «la qualità dell’acqua potabile in Alto Adige è eccellente». Se invece si chiede uno Spritz, è bene essere preparati: in provincia di Bolzano viene allungato con acqua minerale; per averne uno standard, bisogna ordinare un Veneziano. E se a Pasqua vengono serviti «solo» asparagi con la salsa bolzanina a base di uovo, i turisti devono guardarsi dal cedere alla tentazione di cogliere una mela dai filari a bordo ciclabile: la frutta è spesso videosorvegliata.
Il saper vivere altoatesino passa anche attraverso le regole: negozi spesso chiusi fino alle 15.30 per la «siesta» in versione alpina, porcini estivi che invitano alla raccolta furtiva ma vietata nei giorni dispari e al di fuori dagli orari prestabiliti (pena multe salatissime), il coprifuoco alle 22 in malghe e rifugi, il «tu» sdoganato oltre i mille metri di quota per ricambiare il tradizionale «hoila!» e il dialetto sudtirolese come lingua d’eccellenza del gruppo tedesco «anche per importanti comunicazioni di lavoro».
E ancora, come destreggiarsi nella giungla di biciclette che «infestano» il centro di Bolzano (l’eventuale multa va accolta dal ciclista giudiziosamente e con il sorriso), dimenticare che siano mai esistiti parcheggi gratuiti (in Alto Adige il posto auto delimitato da linee bianche è quello per i residenti), evitare di fumare o bere birra al parco giochi (le multe possono arrivare a 500 euro) e non spaventarsi se sabato a mezzogiorno in punto il capoluogo viene frastornato da un’insistente sirena: è il consueto test della protezione civile.
Gaffe
Mai la zuppa al ristorante italiano
Divieti
Non toccare le mele dei filari