Hit: start up e cento posti di lavoro
Trasferimento tecnologico, il bilancio dell’hub. Girardi: rafforzeremo l’attività
Più di cento posti di lavoro generati in due anni e mezzo. 33 nuove tecnologie identificate nel 2018, 34 brevetti analizzati e 38 imprese contattate per innestare collaborazioni industriali. Sono solo alcuni dei risultati censiti l’anno scorso da Hit, l’hub che si occupa del trasferimento tecnologico del sistema della ricerca del Trentino e che attraverso il supporto offerto a 68 progetti ha fatto in modo che sul territorio gravitassero 7,2 milioni di euro.
TRENTO In queste settimane è in via di definizione il piano strategico. Per Hit, ossia l’hub che si occupa del trasferimento tecnologico del sistema della ricerca del Trentino, con simili premesse inizia una nuova fase. Una stagione segnata dal rafforzamento della vocazione originaria — accelerare la valorizzazione dei risultati scientifici prodotti da ateneo, Fbk, Fondazione Edmund Mach — e dall’ampliamento delle competenze del personale. Obiettivo: portare le innovazioni della ricerca nelle imprese e portare le imprese dentro (e al fianco) della ricerca. Ma al di là delle aspettative futuribili restano i dati inanellati sino a oggi che il presidente Paolo Girardi (fresco di nomina) sintetizza in un solo numero che rende l’idea: «Abbiamo generato più di cento posti di lavoro in due anni e mezzo», dice ricordando la nascita di startup avviate con il supporto di Hit.
Ma i risultati censiti nel 2018 sono molti altri: lo scorso anno sono state identificate 33 nuove tecnologie scoperte dall’ateneo (15), da Fem (6) e da Fbk (12). In più sono stati analizzati 34 brevetti (erano 26 quelli vagliati nel 2017). Ancora: Hit ha incontrato 38 imprese per innestare collaborazioni industriali e ne ha realizzate formalmente altre nove. Sei, poi, le licenze commerciali negoziate e tre le licenze condotte nel concreto. Accanto a Confindustria, poi, Hit ha avviato il cosiddetto digital innovation hub regionale, ovvero lo strumento ideato dal Piano «Industria 4.0» firmato dall’ex ministro Carlo Calenda per favorire la progressione digitale delle imprese. Ed ecco i primi numeri: 150 aziende contattate, 65 imprese locali supportate.
C’è anche il capitolo legato all’accelerazione di imprenditorialità, quindi la missione di Hit volta a generare startup altamente tecnologiche a partire dalle scoperte della ricerca. Solo un esempio: il programma «Bootstrap», nato per avviare nuove imprese high-tech, fra il 2017 e il 2018 ha dato i suoi frutti: 15 startup hanno formalmente costituito una nuova azienda in Trentino, sei startup hanno chiuso il primo round di investimenti con una dote di 5,7 milioni di euro. Ma di cosa si occupano? Principalmente di biotecnologie, poi Ict, agritech (in estrema sintesi tecnologie per il mondo agricolo), finanza, robotica.
Oltre a valorizzare i risultati della ricerca e, ancora, oltre ad avviare nuove imprese, la terza vocazione di Hit è dedicata al reperimento di finanziamenti. Detta altrimenti: è l’anello di congiunzione fra fondi di investimento – locali, nazionali e internazionali - e imprese. I dati aggiornati a luglio 2019 quantificano nel complesso il fundraising generato da Hit. Tant’è che i quattro soci - Trentino Sviluppo, università di Trento, Fondazione Mach e Fbk – sono stati supportati in 68 progetti complessivi che hanno attirato 7,2 milioni di euro.
«Valorizzare i risultati del sistema della ricerca trentina è un’operazione complessa — premette il presidente Girardi — perché si parte da qualcosa che, sostanzialmente, ancora non esiste: è un’idea, un nuovo algoritmo, una tecnologia, ma che tipo di mercato può avere?». Ed ecco allora il valore di Hit che ora andrà affinandosi e che, complice le direttive dell’assessore alla ricerca Achille Spinelli che ne ha voluto rafforzare gli obiettivi, focalizzerà con maggiore chiarezza il campo focale di intervento. «A sostegno dei soci», precisa subito Girardi. Quindi dell’intero sistema della ricerca e dell’alta formazione del Trentino. «L’attività di Hit verrà ulteriormente rafforzata, anche in termini di competenze differenziate rispetto a oggi perché abbiamo di fronte a noi un sistema di ricerca che è vasto — prosegue — Hit si concentrerà così sulle macro-tematiche indicate dalla Carta di Rovereto che ha dettagliato gli ambiti scientifici su cui insistere». Biotecnologie rosse, agrifood, energia. Questi alcuni dei filoni in cima all’agenda e che verranno declinati al millimetro nel Piano pluriennale della ricerca che l’assessorato di Spinelli sta definendo.
«Dentro questi macro-filoni di lavoro, Hit andrà a rafforzare il proprio mestiere di valorizzazione con professionalità mirate — aggiunge il presidente — L’obiettivo è riuscire a far ricadere sul sistema trentino dei benefici in termini di licenze, brevetti, costruzioni di startup; sono più di cento i posti di lavoro generati in 2 anni e mezzo di attività svolta da Hit e, dobbiamo dirlo, non sono pochi». Numeri che, rimarca il presidente, potrebbero essere ancora più alti: «Questi sono solo i dati certi, contati, perché se pensiamo alle ricedute dei milioni e milioni di risorse portate in Trentino la traduzione è in posti nella ricerca».
Ciò detto, a pochi mesi di distanza dalla sua nomina, il presidente Girardi pensa già a tre obiettivi strategici da centrare nel corso del suo mandato. «Qui ho trovato grandi professionalità — premette — esperienze che hanno bisogno di essere completate e arricchite». Non solo: Girardi pensa ad implementare il «dialogo» fra gli attori del sistema della ricerca. «Perché — dice — è necessario trovare il miglior modo per cooperare e, per questo, abbiamo avviato una stagione di ascolto che vogliamo continuare». Infine un nuovo approccio di HIt, più raffinato nel rendere espliciti i risultati: «Dev’essere chiaro il posizionamento di Hit rispetto al sistema: oltre al saper fare è importante far sapere ciò che si fa».