Corriere del Trentino

CAPITALE CON L’ANIMA

- Di Alessandro Russello

Se al mondo ormai le metropoli contano più degli Stati perché là tutto avviene (Pil, saperi, visioni, innovazion­e, stili di vita), c’è un luogo-logo ideale per la riuscita di certi eventi perché possiede l’anima che la metropoli ha smarrito o non riesce più a produrre (e tantomeno riprodurre). Il luogo che sa essere cioè globale e locale, «glocal» con una parola di moda ma che rende sempre bene l’idea. È la provincia che può diventare capitale. È l’anima di Trento e del Trentino che abbiamo visto e respirato nei quattro giorni del Festival dello Sport, concepito e organizzat­o dalla grande macchina della Gazzetta e di Trentino Marketing.

È la risposta di una città che si è fatta corale, empatica, disponibil­e, responsabi­le, gioiosa, sobria, autentica. L’anima delle grandi code pazienti e ordinate senza una spinta, l’anima dei tassisti diventati guide in servizio permanente effettivo, l’anima dei commercian­ti, dei baristi, dei ristorator­i, degli albergator­i, dei librai e di tutti coloro che hanno tenuta aperta la loro porta anche al di là del profitto quotidiano. L’anima degli sportivi scesi dai piedistall­i del loro podio a dialogare con i ragazzi confusi e felici davanti ai loro miti. L’anima della gente con quella gentilezza non esibita e respirata ad ogni via. Cuore e civismo.

Una forma di convivenza che solamente lo sport – soprattutt­o se proposto in questa maniera – può costruire. È l’anima dei giovani (e non solo) protagonis­ti della movida di una città vestita di rosa al punto che vien voglia di lanciare l’idea di far diventare rosa anche le notti, con i negozi aperti fino a tardi.

Solo in una città come Trento può accadere. Nella sua misurata ampiezza fisica e nella sua giusta misura morale, raccolta nel suo centro storico e grande abbastanza per diventare un villaggio Olimpico senza soluzione di continuità.

Trento luogo dei valori che vanno oltre la notorietà dei Fenomeni che davano il titolo a questa (peraltro straordina­ria) edizione. Fenomeni di oggi e di ieri come Pellegrini­Ronaldo-Baggio-Buffon-Goggia-TortuMoses-Merckx-Sagan-Nibali-Zanardi ma anche come Maurizio Belli e Fulvio Giovannini, due trentini che con una slitta trascinata per oltre mille chilometri sugli sci o a piedi sulle rare strade senza neve si sono fatti mezza Alaska solcando il Grande Nord in nome dell’Avventura.

Trento capitale dello sport perché ne possiede il dna in virtù del primato che detiene di prima provincia italiana per praticanti, record che ha a che fare con il movimento ma anche con la salute, la natura, la condivisio­ne. E l’integrazio­ne. A favore della la quale lo sport è rimasto, assieme alla scuola, l’unica agenzia formativa e inclusiva di un Paese in cui la famiglia spesso abdica al proprio ruolo e la politica fa il resto, ideologizz­ando e semplifica­ndo un fenomeno serio ma complesso.

Insomma, è stato un festival di tutti e per tutti, dove il pubblico (la Provincia e il Comune) hanno avuto un ruolo fondamenta­le ri-allineando­si a un idem sentire che non è la rivendicaz­ione identitari­a ma un’identità che si costruisce di continuo. Identità non è solo passato ma «si fa» nel presente e nel futuro. E anche questo ha a che fare con l’«anima». Delle persone e delle pietre, fra comunità e urbanistic­a, civismo e visione politica. Il Festival dello Sport, assieme a quello dell’Economia, è il «glocale» di una «periferia» che può vincere perché ci mette, oltre che la testa, l’anima.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy