Sibylla biotech, finanziamento di 2,4 milioni
Il fondo Vertis Venture investe 2,4 milioni su Sibylla Biotech, una nuova impresa trentina nata grazie alla ricerca congiunta dell’università di Trento, di Perugia e di Fondazione Telethon.
TRENTO Per l’assessore alla ricerca, Achille Spinelli, «questo è l’esempio concreto dei risultati che si possono ottenere facendo sistema, unendo così tutte le competenze». Ricerca dell’ateneo da una parte, supporto di Hit-Hub Innovazione Trentino dall’altra nell’ottenere risorse per trasferire sul mercato le tecnologie ideate nei laboratori. È con simili premesse che Sibylla Biotech, società spinoff dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e delle università di Trento e Perugia, ha ottenuto 2,4 milioni di euro dal fondo Vertis Venture 3 Tech. Per capirci: si tratta del più grande investimento degli ultimi anni in una nuova impresa trentina.
Sviluppare nuovi farmaci prendendo in prestito gli strumenti con cui la fisica teorica studia le particelle elementari nel mondo subatomico: è questa la sfida della neonata Sibylla Biotech, società spin-off nata dalle ricerche di Emiliano Biasini, professore associato dell’università di Trento (è afferente al Cibio) e scienziato dell’Istituto Telethon Dulbecco; e di Pietro Faccioli, docente al dipartimento di Fisica e membro permanente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Nella sostanza gli scienziati soci fondatori di Sibylla Biotech hanno sviluppato una piattaforma innovativa per la scoperta di nuovi target farmacologici sfruttando competenze che vanno dalla fisica sub-nucleare all’informatica, dalla biologia cellulare alla chimica farmaceutica. Sibylla, che continuerà lo sviluppo della tecnologia, ne ha acquisito la licenza da Infn, università di Trento e Fondazione Telethon che hanno finanziato la ricerca.
Elemento cruciale di questo nuovo approccio è l’impiego di un sistema di calcolo che si basa su metodi matematici di fisica teorica originariamente sviluppati per studiare fenomeni tipici del mondo subatomico, poi adattati per simulare processi biomolecolari complessi come il ripiegamento e l’aggregazione di proteine. Il metodo è già stato impiegato per lo studio della replicazione del prione, la proteina responsabile
del morbo della mucca pazza, e ha portato al primo modello computazionale realistico al mondo di questo meccanismo.
«Sibylla — spiega Paolo Girardi, presidente di Hit — è stata selezionata e supportata
sin dall’avvio della propria idea imprenditoriale ed è un ottimo esempio di come tecnologie di settori differenti — fisica, biotecnologie, informatica — possano dar vita ad esperienze imprenditoriali di successo su scala nazionale e non solo».
Quello su Sibylla Biotech, come detto, è l’investimento più significativo degli ultimi cinque anni destinato a nuove aziende in fase di startup. Tanto da attirare l’attenzione del Quirinale. Giovedì e venerdì, infatti, l’azienda verrà presentata Oltreoceano: Faccioli farà parte della delegazione che accompagnerà Sergio Mattarella in occasione della sua visita in Silicon Valley per l’Innovation Forum.
«Siamo entusiasti di aver trovato questo team con questo progetto visionario, di contribuire al suo sviluppo e sua crescita», dice Roberto Della Marina a nome del fondo Vertis Venture 3 Tech Transfer. Crescita, fuori di metafora, significa occupazione. Due le assunzioni già fatte nel 2019, ma altre tre sono arrivo nel 2020. L’intento è pescare nelle risorse offerte dall’università. «E sviluppare il nostro business restando sul territorio, contribuendo con ciò a far crescere l’economia locale», sintetizza la fondatrice Lidia Pieri.