Corriere del Trentino

M5S, gli eletti suonano l’allarme «Risposte da Roma o addio»

La metà dei consiglier­i trentini chiede un cambio di rotta. «Si ascolti la nostra voce»

- di Marika Damaggio

TRENTO Filippo Degasperi rende l’idea attraverso una nobile citazione: il patto tra Doktor Faust e Mefistofel­e. Il capogruppo in consiglio provincial­e del Movimento cinque stelle sceglie il dramma di Goethe per raccontare la trasformaz­ione pentastell­ata degli ultimi anni. «Pur di mantenere le alleanze, sia con la Lega e sia il Pd, abbiamo venduto l’anima del Movimento». Un mercantegg­io che da mesi agita i territori, ovvero tutti gli eletti «lasciati soli» a osservare decisioni prese dal capopoliti­co (Luigi Di Maio) e pochi altri. Ma le tensioni non sono più solamente affidate ai corridoi e non sono nemmeno reprimende astratte: con la Carta di Firenze, ovvero il documento che cristalliz­za la nascita di una nuova corrente critica verso la nuova stagione M5S, le sirene degli scontenti risuonano come un ultimatum rilanciato ieri anche a Trento. La metà degli eletti nei Comuni ha aderito alla Carta e chiede risposte concrete in vista delle amministra­tive. Una proposta su tutte: fare assemblee reali, e non solo virtuali, per poter decidere cosa fare (alleanze sì, alleanze no). E se i vertici romani non dovessero rispondere? «Ne prenderemo atto, agendo di conseguenz­a», sintetizza il consiglier­e di Trento Andrea Maschio. Tradotto: liste civiche autonome e raffiche di adieu alla creatura di Beppe Grillo.

In molti Comuni la situazione è ormai tesissima (Dro in testa). Contenere gli addii e cercare di trovare ancora una soluzione implica sforzo ginnico non da poco. L’ultima chance è stata data ieri: cinque esponenti del Movimento hanno spiegato le loro ragioni. Filippo Degasperi, capogruppo in consiglio provincial­e; Renzo Colpo, consiglier­e di Mori; tutti e tre i consiglier­i comunali di Trento: Andrea Maschio, Marco Santini e Paolo Negroni che poche settimane fa aveva annunciato la fuoriuscit­a dal Movimento ma che, a condizioni ideali, è pronto a tornare sui propri passi. Poi, assenti nel fisico ma presenti nello spirito, altri due consiglier­i di Dro: Alvaro Tavernini e Cinzia Lucin. Tolto Degasperi che siede nell’assemblea provincial­e, i sei consiglier­i rappresent­ano la metà dei tredici eletti nei municipi del Trentino (nel corso delle consiliatu­re gli abbandoni critici sono stati più d’uno). Tutti hanno sottoscrit­to la cosiddetta Carta di Firenze lanciata dieci giorni fa, una sorta di manifesto nazionale per chiedere «coerenza» al Movimento ed evitare di disperdere le fondamenta iniziali.

«Nei giorni scorsi — spiega Degasperi — Beppe Grillo ha detto due cose. La prima: il Movimento è cambiato e, già questo, per noi è una notizia che può essere positiva, del resto da tempo lo dicevamo. La seconda dichiarazi­one è però più pericolosa: Grillo dice che stiamo dettando la narrazione al Pd e prima alla Lega». Una lettura degli eventi che ha disturbato gli eletti sui territori: «In molti, compreso il sottoscrit­to, pensiamo che sia esattament­e il contrario: il Movimento pur di rimanere al potere si è reso disponibil­e a raccontare la storia della Lega prima e del Pd dopo». Decreto sicurezza e Flat tax ne sono un esempio. «Con il Pd siamo gli albori dell’alleanza ma, a quanto pare, finché si tratta di vitalizi e tagli dei parlamenta­ri possiamo dire la nostra ma sui temi centrali, come il Fisco, invece no».

Anche l’attuale struttura, con un capo-politico che decide in autonomia e l’abbandono della formula dei meetup, non piace più. Ed ecco le proposte, elencate da Maschio: «Coerenza nelle decisioni e strumenti efficaci, a partire da assemblee per decidere insieme il da farsi, a patto che siano reali e non virtuali». Le amministra­tive si avvicinano e i consiglier­i vogliono capire come muoversi sul fronte delle alleanze. «Speriamo che qualcuno si faccia sentire», dice Maschio. E se così non sarà? «Agiremo di conseguenz­a». La traduzione è presto fatta: liste civiche composte — tra gli altri — dai consiglier­i che non approvano l’attuale linea del Movimento. «I territori sono lasciati soli», aggiunge Degasperi. Giovedì verrà così ascoltata la voce degli attivisti. È infatti in agenda un meetup per discutere di tutti questi temi. «E capire — dice Negroni — come muoverci».

L’assemblea Giovedì sera, a Trento, ci sarà un meetup per discutere delle elezioni comunali

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Ritorno alle origini I consiglier­i comunali chiedono coerenza e meno verticismo nelle decisioni

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