La Svp cede a Boccia: «La legge sarà corretta» Imbarazzo nella Lega
Bosatra silenzia tutti i consiglieri, scintille con Urzì Kompatscher e Achammer nel mirino secessionista
BOLZANO La Svp pronta al dietrofront, dopo la scomparsa della dicitura Alto Adige dal primo articolo della legge europea, relativo alla rappresentanza locale a Bruxelles. Il provvedimento, dunque, potrebbe tornare presto in consiglio provinciale per risolvere il problema di congruenza tra il testo in lingua italiana (in cui si parla di provincia di Bolzano) e quello in lingua tedesca (in cui si usa la locuzione Südtiroler Institutionen), emerso dopo l’approvazione in aula dell’emendamento proposto da Myriam Atz Tammerle (Südtiroler Freiheit) con i voti contrari di Fratelli d’Italia (Fd’I), Lega, Pd, Verdi. La necessità di una soluzione rispettosa delle diverse sensibilità è stata riconosciuta dalla direzione provinciale della Volkspartei che, dunque, dà mandato ai propri eletti di chiudere la partita in aula, a maggior ragione dopo la minacciata impugnazione da parte del ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia. «È vero che nella legge attualmente in discussione non c’è accordo tra i termini nei testi tedeschi e italiani, ma lo ripristineremo» assicura Philipp Achammer, Obmann della Volkspartei e assessore provinciale. E Achammer assicura che non vi è alcuna volontà di forzatura o di ammiccamento alla destra di lingua tedesca. «Nessuna provocazione — riprende il segretario del partito — la Svp ha sempre svolto un ruolo di moderazione nelle questioni toponomastiche e di equilibrio tra i gruppi linguistici. E questo ruolo intendiamo mantenerlo». Una lettura convergente con quella di Arno Kompatscher che, comunque, ammette un errore di superficialità. «I testi non coincidono e c’è stato un pasticcio sull’emendamento — sostiene il presidente altoatesino — entrambi i termini, Alto Adige e provincia di Bolzano, sono riconosciuti nello Statuto di Autonomia. Uno indica il territorio, l’altro l’istituzione. Nel leggere il testo in lingua tedesca non mi sono accorto della discrepanza che, ora, andrà corretta». E, appunto, l’orientamento della direzione del partito dovrebbe dare copertura politica a una soluzione tutta da costruire, e che dovrebbe richiedere, dunque, un nuovo passaggio in aula. Alessandro Urzì annuncia, intanto, il deposito di un disegno di legge per ripristinare la dicitura Alto Adige. «Se le dichiarazioni di Kompatscher sono sincere — incalza il consigliere provinciale di L’Alto Adige nel cuore e segretario regionale di Fd’I — non avrà difficoltà ad approvare la norma e a riparare al danno compiuto. Ripristiniamo Alto Adige e teniamo, per la parte tedesca, Südtirol». Così non fosse, Urzì è pronto a spostare lo scontro su altri terreni. «Stiamo valutando l’opportunità di presentare alla Corte dei Conti un esposto per danno di immagine subito dall’Alto Adige in tutto il territorio nazionale per questa scelta scellerata». E mentre Fd’I batte la grancassa (con interventi a raffica di esponenti nazionali del partito a supporto della questione sollevata da Urzì) nella Lega, alleata della Svp a Palazzo Widmann, il commissario Maurizio Bosatra ha imposto a tutti il silenzio per evitare ulteriori scivoloni. «Condivido le parole di Kompatscher che dichiara che è stato un errore cancellare Alto Adige. Siamo pronti a sederci intorno a un tavolo con la Svp per trovare quanto prima una soluzione» sottolinea il commissario provinciale del Carroccio. La vicenda rischia di avere ripercussioni sulla possibile unità del centrodestra alle prossime comu
nali anche se sia Urzì sia Bosatra ripetono che «si cercherà l’intesa sui programmi». Per i Verdi tutta la vicenda è un regalo alle destre. «La Svp — sostiene Riccardo Dello Sbarba — ha compiuto un errore politico che ha dato fiato alle trombe della destra, di lingua italiana e tedesca, facendo passare in secondo piano i contenuti della legge europea». Simile la lettura di Renzo Caramaschi. «Se questo è un problema prioritario, in consiglio provinciale hanno tempo da perdere — argomenta il sindaco di Bolzano — l’Autonomia è di tutti, italiani e tedeschi, e guarda all’Europa. L’Svp secondo me ha sbagliato per inseguire la destra tedesca». La deputata bolzanina Michaela Biancofiore assicura l’impegno parlamentare di Fi, partito che annuncia una mozione al Senato, primo firmatario Maurizio Gasparri. Di errore parla la deputata Maria Elena Boschi, eletta in Bassa Atesina con il Pd e oggi capogruppo di Italia Viva alla Camera. Südtiroler Freiheit, che ha proposto l’emendamento contestato, non arretra di un millimetro. «Il termine provincia indica la rappresentanza dell’ente a Bruxelles — spiega Miriam Atz Tammerle — il termine Alto Adige lo rigettiamo perché è retaggio del fascismo».