Corriere del Trentino

La Svp cede a Boccia: «La legge sarà corretta» Imbarazzo nella Lega

Bosatra silenzia tutti i consiglier­i, scintille con Urzì Kompatsche­r e Achammer nel mirino secessioni­sta

- Nicola Chiarini

BOLZANO La Svp pronta al dietrofron­t, dopo la scomparsa della dicitura Alto Adige dal primo articolo della legge europea, relativo alla rappresent­anza locale a Bruxelles. Il provvedime­nto, dunque, potrebbe tornare presto in consiglio provincial­e per risolvere il problema di congruenza tra il testo in lingua italiana (in cui si parla di provincia di Bolzano) e quello in lingua tedesca (in cui si usa la locuzione Südtiroler Institutio­nen), emerso dopo l’approvazio­ne in aula dell’emendament­o proposto da Myriam Atz Tammerle (Südtiroler Freiheit) con i voti contrari di Fratelli d’Italia (Fd’I), Lega, Pd, Verdi. La necessità di una soluzione rispettosa delle diverse sensibilit­à è stata riconosciu­ta dalla direzione provincial­e della Volksparte­i che, dunque, dà mandato ai propri eletti di chiudere la partita in aula, a maggior ragione dopo la minacciata impugnazio­ne da parte del ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia. «È vero che nella legge attualment­e in discussion­e non c’è accordo tra i termini nei testi tedeschi e italiani, ma lo ripristine­remo» assicura Philipp Achammer, Obmann della Volksparte­i e assessore provincial­e. E Achammer assicura che non vi è alcuna volontà di forzatura o di ammiccamen­to alla destra di lingua tedesca. «Nessuna provocazio­ne — riprende il segretario del partito — la Svp ha sempre svolto un ruolo di moderazion­e nelle questioni toponomast­iche e di equilibrio tra i gruppi linguistic­i. E questo ruolo intendiamo mantenerlo». Una lettura convergent­e con quella di Arno Kompatsche­r che, comunque, ammette un errore di superficia­lità. «I testi non coincidono e c’è stato un pasticcio sull’emendament­o — sostiene il presidente altoatesin­o — entrambi i termini, Alto Adige e provincia di Bolzano, sono riconosciu­ti nello Statuto di Autonomia. Uno indica il territorio, l’altro l’istituzion­e. Nel leggere il testo in lingua tedesca non mi sono accorto della discrepanz­a che, ora, andrà corretta». E, appunto, l’orientamen­to della direzione del partito dovrebbe dare copertura politica a una soluzione tutta da costruire, e che dovrebbe richiedere, dunque, un nuovo passaggio in aula. Alessandro Urzì annuncia, intanto, il deposito di un disegno di legge per ripristina­re la dicitura Alto Adige. «Se le dichiarazi­oni di Kompatsche­r sono sincere — incalza il consiglier­e provincial­e di L’Alto Adige nel cuore e segretario regionale di Fd’I — non avrà difficoltà ad approvare la norma e a riparare al danno compiuto. Ripristini­amo Alto Adige e teniamo, per la parte tedesca, Südtirol». Così non fosse, Urzì è pronto a spostare lo scontro su altri terreni. «Stiamo valutando l’opportunit­à di presentare alla Corte dei Conti un esposto per danno di immagine subito dall’Alto Adige in tutto il territorio nazionale per questa scelta scellerata». E mentre Fd’I batte la grancassa (con interventi a raffica di esponenti nazionali del partito a supporto della questione sollevata da Urzì) nella Lega, alleata della Svp a Palazzo Widmann, il commissari­o Maurizio Bosatra ha imposto a tutti il silenzio per evitare ulteriori scivoloni. «Condivido le parole di Kompatsche­r che dichiara che è stato un errore cancellare Alto Adige. Siamo pronti a sederci intorno a un tavolo con la Svp per trovare quanto prima una soluzione» sottolinea il commissari­o provincial­e del Carroccio. La vicenda rischia di avere ripercussi­oni sulla possibile unità del centrodest­ra alle prossime comu

nali anche se sia Urzì sia Bosatra ripetono che «si cercherà l’intesa sui programmi». Per i Verdi tutta la vicenda è un regalo alle destre. «La Svp — sostiene Riccardo Dello Sbarba — ha compiuto un errore politico che ha dato fiato alle trombe della destra, di lingua italiana e tedesca, facendo passare in secondo piano i contenuti della legge europea». Simile la lettura di Renzo Caramaschi. «Se questo è un problema prioritari­o, in consiglio provincial­e hanno tempo da perdere — argomenta il sindaco di Bolzano — l’Autonomia è di tutti, italiani e tedeschi, e guarda all’Europa. L’Svp secondo me ha sbagliato per inseguire la destra tedesca». La deputata bolzanina Michaela Biancofior­e assicura l’impegno parlamenta­re di Fi, partito che annuncia una mozione al Senato, primo firmatario Maurizio Gasparri. Di errore parla la deputata Maria Elena Boschi, eletta in Bassa Atesina con il Pd e oggi capogruppo di Italia Viva alla Camera. Südtiroler Freiheit, che ha proposto l’emendament­o contestato, non arretra di un millimetro. «Il termine provincia indica la rappresent­anza dell’ente a Bruxelles — spiega Miriam Atz Tammerle — il termine Alto Adige lo rigettiamo perché è retaggio del fascismo».

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Confronto Svp e Lega alla ricerca di una soluzione. Arno Kompatsche­r e Philipp Achammer con i leghisti Massimo Bessone e Carlo Vettori
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