Klotz: «No a una dicitura fascista»
BOLZANO L’articolo della legge europea che cassa la dizione Alto Adige è divenuta caso nazionale. Nella versione tedesca del testo resta “Südtirol”, ma non nella versione italiana in cui si usa provincia di Bolzano. E il termine Alto Adige va respinto senza incertezze, secondo Eva Klotz, leader del partito indipendentista Südtiroler Freiheit.
Perché ritiene che il toponimo Alto Adige debba essere cancellato?
«Alto Adige è puramente sbagliato dal punto di vista linguistico e etnico».
Ma in realtà è napoleonico…
«È vero, ma il termine “Dipartimento dell’Alto Adige” si riferiva a un territorio molto diverso dall’odierno Sudtirolo, ovvero comprendeva Bolzano e larga parte del Trentino».
Allora perché Alto Adige è un termine fascista?
«Durante il fascismo, Ettore Tolomei ha sempre rivendicato il Tirol come territorio italiano, falsificando la storia, traducendo i toponimi tedeschi in italiano, inventandone di nuovi. E poi il termine Alto Adige non esiste nemmeno nello Statuto di Autonomia».
Cioè?
«Nello Statuto di Autonomia non compare Alto Adige come entità amministrativa provinciale. Nello Statuto si parla soltanto di Provincia di Bolzano. Arno Kompatscher sbaglia a fare il passo indietro dicendo che nella Costituzione c’è scritto Alto Adige, perché fa riferimento solo alla regione e non alla provincia in sé. Non c’è niente da cancellare, perché il termine non esiste».
Ottanta anni fa erano i fascisti che imponevano l’italianizzazione, adesso non le sembra che si stia facendo la stessa cosa?
«Non vogliamo imporre proprio nulla, stiamo solo difendendo i toponimi originali del Sudtirolo, perché sennò non c’è rispetto verso la nostra storia e la nostra cultura. L’importante è sapere che molti toponimi durante il fascismo furono tradotti, se non inventati, in italiano: dal fascismo in poi circa ottomila località hanno ricevuto un nome che suona italiano».
Non crede che con questo passaggio possa saltare la norma che consente l’iscrizione a tutti gli albi professionali anche a chi non parla italiano?
«A me basta riportare la dizione Südtirol, perché di fatto non esiste nello Statuto e nella Costituzione. La legge ha niente a che fare con la Regione, ma solo con la Provincia e quindi non possiamo cancellare un termine che non viene menzionato».
E questa posizione non divide ulteriormente italiani e tedeschi?
«L’equilibrio è debole, se una parte deve rinunciare alla sua cultura, alla sua identità e alla sua storia per una pacifica convivenza. Ma di che rispetto si parla se noi veniamo negati?».
Toponimi Ottomila luoghi in Sudtirolo hanno nomi imposti in italiano