Corriere del Trentino

Una terra in cui troppi vivono con la testa rivolta al passato

- Di Toni Visentini

Tranquilli, il nome Alto Adige non è stato cancellato e dovrà essere usato come sempre in tutti gli atti ufficiali e pure sui cartelloni stradali. Sta scritto nella Costituzio­ne e dunque non basta di certo una legge — per quanto approvata dalla specialiss­ima Provincia di Bolzano — a farlo sparire. Una legge che, ironia davvero pesante, è chiamata «europea» perché destinata a regolament­are gli adempiment­i della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenen­za dell’Italia (e dunque pure di Alto Adige/Südtirol) all’Unione europea. Tra i quali adempiment­i Volksparte­i e destra sudtiroles­e non prevedono quello di rispettare la Costituzio­ne italiana se non piace in un qualche passaggio.

Il nome Alto Adige è scomparso pertanto solo in quella legge — finché vivrà — e resta così soprattutt­o il precedente politico unito all’ennesima provocazio­ne nazionalis­ta. Rimane pertanto l’amarezza incredula di fronte a una Stella alpina che ancora una volta sui temi patriottic­i si muove all’unisono con Sven Knoll, Eva Klotz, Schützen e Freiheitli­chen manifestan­do in questo anche scarsissim­o rispetto per gli italiani che vivono in questa terra.

In realtà niente di nuovo sotto il sole altoatesin­o/sudtiroles­e che illumina — evidenteme­nte non a sufficienz­a — una terra dove in troppi vivono con la testa perennemen­te girata all’indietro e in cui si fa di tutto affinché il passato non passi mai. Anzi, c’è sempre un pezzo del «torto storico»(il passaggio all’Italia cento anni fa del territorio a sud del Brennero) da riparare in tutti i modi possibili, anche cancelland­o in una legge il nome Alto Adige. Niente di nuovo neppure nel vedere la Lega — il partito di «prima gli italiani» — affermare che «Alto Adige e Provincia di Bolzano pari sono»: chi governa con la Svp ha spesso dovuto girare la testa dall’altra parte e incassare figuracce.

Inevitabil­e dunque che Kompatsche­r — visto l’allarme generale scattato a Roma — si sia precipitat­o a tranquilli­zzare e dire subito a gran voce: «nessuna cancellazi­one del nome Alto Adige». Kompatsche­r del resto è non solo il Presidente della Provincia ma anche la faccia più credibile e spendibile che la SVP ha sul panorama politico nazionale quando si tratta di fare il pompiere.

Meglio, molto meglio sarebbe stato se Kompatsche­r fosse intervenut­o prima sui suoi compagni di partito quando si sono imbarcati in questa nuova alleanza con l’ultradestr­a. Ma non lo ha fatto, anzi ha votato lui stesso a favore salvo dire poi di non essere stato d’accordo. Copione in verità non nuovo, già andato in scena a proposito del doppio passaporto. Il tutto perché dentro il partito — dove in molti tramano per metterlo da parte — lo consideran­o poco patriottic­o e troppo liberal e ambientali­sta. Kompatsche­r dunque non vuole fornire altri argomenti ai suoi avversari che, non caso, sono la destra del partito.

Difficile dire quanto potrà reggere la società altoatesin­a davanti a questa continua fibrillazi­one di provocazio­ni nazionalis­te. E quanto basterà il «pompiere» Kompatsche­r a tenere sotto controllo la situazione. Ma, viste le premesse, è molto probabile che dopo di lui — se i suoi avversari prevarrann­o — tutto sia destinato a peggiorare.

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