Una terra in cui troppi vivono con la testa rivolta al passato
Tranquilli, il nome Alto Adige non è stato cancellato e dovrà essere usato come sempre in tutti gli atti ufficiali e pure sui cartelloni stradali. Sta scritto nella Costituzione e dunque non basta di certo una legge — per quanto approvata dalla specialissima Provincia di Bolzano — a farlo sparire. Una legge che, ironia davvero pesante, è chiamata «europea» perché destinata a regolamentare gli adempimenti della Provincia autonoma di Bolzano derivanti dall’appartenenza dell’Italia (e dunque pure di Alto Adige/Südtirol) all’Unione europea. Tra i quali adempimenti Volkspartei e destra sudtirolese non prevedono quello di rispettare la Costituzione italiana se non piace in un qualche passaggio.
Il nome Alto Adige è scomparso pertanto solo in quella legge — finché vivrà — e resta così soprattutto il precedente politico unito all’ennesima provocazione nazionalista. Rimane pertanto l’amarezza incredula di fronte a una Stella alpina che ancora una volta sui temi patriottici si muove all’unisono con Sven Knoll, Eva Klotz, Schützen e Freiheitlichen manifestando in questo anche scarsissimo rispetto per gli italiani che vivono in questa terra.
In realtà niente di nuovo sotto il sole altoatesino/sudtirolese che illumina — evidentemente non a sufficienza — una terra dove in troppi vivono con la testa perennemente girata all’indietro e in cui si fa di tutto affinché il passato non passi mai. Anzi, c’è sempre un pezzo del «torto storico»(il passaggio all’Italia cento anni fa del territorio a sud del Brennero) da riparare in tutti i modi possibili, anche cancellando in una legge il nome Alto Adige. Niente di nuovo neppure nel vedere la Lega — il partito di «prima gli italiani» — affermare che «Alto Adige e Provincia di Bolzano pari sono»: chi governa con la Svp ha spesso dovuto girare la testa dall’altra parte e incassare figuracce.
Inevitabile dunque che Kompatscher — visto l’allarme generale scattato a Roma — si sia precipitato a tranquillizzare e dire subito a gran voce: «nessuna cancellazione del nome Alto Adige». Kompatscher del resto è non solo il Presidente della Provincia ma anche la faccia più credibile e spendibile che la SVP ha sul panorama politico nazionale quando si tratta di fare il pompiere.
Meglio, molto meglio sarebbe stato se Kompatscher fosse intervenuto prima sui suoi compagni di partito quando si sono imbarcati in questa nuova alleanza con l’ultradestra. Ma non lo ha fatto, anzi ha votato lui stesso a favore salvo dire poi di non essere stato d’accordo. Copione in verità non nuovo, già andato in scena a proposito del doppio passaporto. Il tutto perché dentro il partito — dove in molti tramano per metterlo da parte — lo considerano poco patriottico e troppo liberal e ambientalista. Kompatscher dunque non vuole fornire altri argomenti ai suoi avversari che, non caso, sono la destra del partito.
Difficile dire quanto potrà reggere la società altoatesina davanti a questa continua fibrillazione di provocazioni nazionaliste. E quanto basterà il «pompiere» Kompatscher a tenere sotto controllo la situazione. Ma, viste le premesse, è molto probabile che dopo di lui — se i suoi avversari prevarranno — tutto sia destinato a peggiorare.