Restyling di viale dei Tigli con alloggi e biblioteca
Si avvicinano i lavori per la realizzazione del rione di viale dei Tigli. Poco meno di vent’anni dopo il disegno di Joan Busquets, il quartiere di San Bartolomeo è pronto a rinascere. Almeno in parte. Il primo stralcio approderà oggi in commissione urbanistica.
Per recuperare il disegno originario si deve tornare indietro di quasi vent’anni. Erano i primi anni Duemila quando l’architetto catalano Joan Busquets immaginò un nuovo volto per il quartiere di viale dei Tigli allora popolato dalle storiche «palafitte», palazzine costruite negli anni Cinquanta e cuore del rione di San Bartolomeo. In quella zona, affacciata su viale Verona, il professionista spagnolo aveva creato un’alternanza di residenze e aree verdi. Una «nuova vita» che avrebbe dovuto partire da lì a breve. Ma che rimase prigioniera di un percorso a ostacoli divenuti negli anni sempre più alti e sempre più fitti. Con una miriade di inconvenienti e di cambi di rotta. Che, di fatto, hanno completamente rivisto la fotografia scattata allora da Busquets.
Il percorso, però, non si è completamente arenato. E ora — a tredici anni dall’abbattimento delle caratteristiche palafitte e a dieci anni dalla firma dell’accordo tra Comune, Provincia e Itea per la nascita del nuovo rione — l’avvio dei cantieri nella zona di Trento sud sembra essere più vicino. Pur se per un intervento ridimensionato.
Questo pomeriggio, infatti, la commissione urbanistica di Palazzo Thun guidata da Emanuele Lombardo (Pd) dovrà valutare il piano attuativo del primo stralcio dell’operazione. Quello, in sostanza, che prevede la realizzazione delle palazzine più vicine a viale Verona, compresa quella accanto alla chiesa che ospiterà la biblioteca comunale. E quella che vedrà rinascere anche la parte commerciale (con la creazione di sei spazi per negozi). Sul fronte residenziale, il primo lotto porterà nell’area una trentina di alloggi (sui 97 previsti inizialmente), con la creazione di una piazza, di parcheggi pubblici e di mobilità ciclabile. Un piano rivisto e corretto varie volte negli ultimi mesi, tra ritocchi e modifiche che ora sembra aver raggiunto un punto fermo. E che avrà bisogno, per prendere forma, di oltre dieci milioni di euro: in totale, il primo stralcio costerà circa 12 milioni, 3,6 dei quali stanziati dall’amministrazione di via Belenzani.
«Si tratta di un intervento molto sentito nella zona» conferma l’assessore all’urbanistica Alberto Salizzoni, che stasera presenterà il piano attuativo. «Ci sono persone — prosegue — che abitavano in quel rione e che vogliono tornarci. C’è uno spirito di quartiere molto spiccato». Del resto, quando nel 2006 iniziarono a cadere le «palafitte», l’addio fu dato da una folla di persone che decisero di assistere all’abbattimento di una parte storica del capoluogo.
Dopo il passaggio di questa sera in commissione, il fascicolo approderà in consiglio comunale, per poi poter dare la possibilità a Itea di far partire l’iter legato al bando di gara, ultimo atto prima dell’avvio dei cantieri, che daranno finalmente un nuovo volto — vent’anni dopo — a quello spazio sul quale si era soffermata la penna dell’architetto catalano.
E se la prima parte del quartiere sembra ormai indirizzata verso un lieto fine, più complicata sembra essere la strada della parte rimanente del progetto. Quella che prevedeva un complesso residenziale più grande. In anni di risorse sempre più scarse, il suo recupero sembra quasi una chimera. Considerato, tra l’altro, che il finanziamento di questa parte non figura nei «radar» della programmazione provinciale dei prossimi anni.
Intanto, a Palazzo Thun prosegue anche il lavoro legato alla variante al Piano regolatore generale, la cui prima adozione è stata votata dal consiglio comunale a luglio. Venerdì, in una riunione straordinaria, la commissione urbanistica inizierà infatti la valutazione delle osservazioni dei privati depositate finora in Comune.
Salizzoni Si tratta di un intervento molto sentito dal rione