La stoccata di Zoderer «La destra italiana e quella sudtirolese fomentano solo odio»
BOLZANO
Joseph Zoderer, 84enne, il maggiore scrittore sudtirolese risponde alle critiche e alle posizioni di Eva Klotz, leader del partito secessionista Südtiroler Freiheit che lotta per eliminare il termine Alto Adige.
La vicenda umana dello scrittore è particolare: ha vissuto in prima persona le opzioni del 1939 trasferendosi a Graz in Austria e la Seconda guerra mondiale. Dopo una parentesi in Svizzera, Zoderer tornò in Italia per frequentare le scuole tra Bressanone e Bolzano, per poi compiere gli studi universitari a Vienna.
Perché Alto Adige dà fastidio ancora ai sudtirolesi?
«Io sono stufo. È terribile, perché è dovuto tutto al populismo e ai nazionalismi. La destra tedesca, fra cui la Südtiroler Freiheit e i Freiheitlichen, e la destra italiana tendono a dividere e a polarizzare i due gruppi linguistici. Questi partiti hanno come elettori gente che non riesce a vivere la modernità e la globalizzazione. Hanno paura e quindi infondono odio ai meno informati»
E quindi che ne pensa della posizione della Südtiroler Freiheit?
«Meno male che la gente che li vota è pochissima. Le ultime elezioni mostrano che il partito ha perso 4000 voti e un seggio. Adesso il partito sta ritornando a fare queste battaglie banali, come eliminare il termine Alto Adige. Loro vivono solo di questo, vogliono disturbare la pacifica convivenza»
Finirà prima o poi questo muro contro muro?
«Non esiste più questo muro contro muro. La destra tedesca non rappresenta nemmeno il 10% dell’elettorato tedesco. Adesso sta tirando su un po’ di vento e poi tutta l’Italia vive di pregiudizi contro di noi, distruggendo l’immagine dell’altoatesino/sudtirolese. Fra italiani e tedeschi dobbiamo conoscerci a vicenda per non creare problemi. Purtroppo, ieri come oggi, la gente teme di perdere la propria identità e si difende escludendo l’altro».
Hanno ancora senso queste divisioni su questioni così marginali?
«Non hanno più senso. Questi sono i non-problemi. Oggi viviamo più tra nomi e descrizioni in inglese che in italiano o tedesco e, nonostante ciò, nessun italiano e nessun tedesco sta perdendo la propria identità. Più lingue noi conosciamo, più grande diventa la nostra visione del mondo e la capacità di coscienza. La vita diventa sempre più complessa, ma anche più ricca». E quindi i problemi di oggi
quali sono?
«Siamo nel mezzo di un fenomeno di migrazione globale mai visto prima. Popolazioni che lasciano la propria terra perché è diventata povera a causa del cambiamento climatico che sta distruggendo il nostro pianeta. I nazionalismi invece portano a conflitti, aggressioni e divisioni. In realtà sono questi i reali problemi»
Che messaggio vuole rivolgere alle generazioni future?
«Io propongo che si informino, leggendo i giornali o i libri. Non devono seguire un leader per sentirsi protetti. Il populismo sta cercando di fare questo. Io stesso ho vissuto il dramma della guerra e delle opzioni e, purtroppo, con queste stupide battaglie la storia si ripete. Non avrei mai pensato di ritrovarmi in questi anni in cui anche i meno informati negano la Shoah. Dove vogliamo arrivare? Se non vi informate, sarete vittime dell’ignoranza».
Identità
Più lingue si conoscono, più ampia è la visione del mondo: sbaglia chi pensa di difendere le proprie peculiarità culturali escludendo gli altri