Speck Alto Adige, l’Igp è sempre più gettonato
La produzione è cresciuta del 10% rispetto al 2018. Export, il 20% è diretto in Germania
BOLZANO Lo speck Alto Adige Igp piace molto e la sua produzione aumenta di circa il 10%. A farlo sapere è il Consorzio di tutela dello speck Alto Adige nell’ambito della manifestazione Hotel 2019, alla quale per la prima volta si è presentato con un programma molto ampio e articolato, presentando tematiche di attualità nel settore dello speck e mettendo in evidenza lo stretto rapporto tra turismo e prodotti tipici dell’Alto Adige.
Nei primi otto mesi del 2019 la quota di speck Alto Adige Igp sulla produzione totale di speck è salita al 40%. Sino alla fine di agosto, la produzione è stata di 1.922.108 baffe, pari a un aumento di circa il 10% rispetto all’anno precedente. Per contro, nello stesso periodo la produzione complessiva si è ridotta del 10%. Significa quindi che si punta sempre di più sul prodotto di qualità Igp, stagionato almeno venti settimane e con una percentuale massimale di sale del 5%: «Al consumatore piace mangiare meno, ma sano — sorride Andreas Moser, presidente del Consorzio — la leggera affumicatura rende lo speck molto versatile in cucina. È imla portante perché mettiamo in luce la modernità del prodotto. Anche se è stato un anno difficile perché il prezzo del suino è salito, abbiamo fatto un buon risultato».
Di speck altoatesino vengono prodotte circa sette milioni di tonnellate, fra cui tre milioni di Igp. E ogni anno in Alto Adige ci sono in circa 30 milioni di pernottamenti: «L’ideale sarebbe che ogni turista si portasse a casa lo speck come souvenir — commenta Moser — per questo cerchiamo di aumentare il marketing, magari facendo molta pubblicità non solo con radio, ma anche con la televisione. Vogliamo posizionare il marchio nel mondo». Basti pensare però che il 20% dello speck Alto Adige viene esportato in Germania, suo grande cliente. Seguono Francia e Stati Uniti. I suini, invece, vengono importanti dai Paesi dell’Unione europea.
Il trend è comunque positivo e riguarda la ristorazione locale, dove sempre più hotel e ristoranti decidono di utilizzare il prodotto locale a marchio «Alto Adige»: «Sempre più persone vengono nella nostra provincia per l’offerta culinaria di eccellenza — afferma Manfred Pinzger, presidente di Hgv — adesso desideriamo migliorare la collaborazione con il Consorzio, perché siamo convinti che lo speck porti maggiore turismo». Un recente studio di mercato di MarketMind ha rilevato, infatti, come l’ospite associ direttamente al territorio lo speck Alto Adige, che viene addirittura indicato con la stessa frequenza delle Dolomiti.
Alla fiera il Consorzio ha presentato anche l’Accademia dello speck Alto Adige.