Corriere del Trentino

Alloggi, il business delle caparre

Università, la denuncia degli studenti: «Fenomeno in crescita, in ballo migliaia di euro»

- Marsilli

Gli studenti dell’Università di Trento lanciano l’allarme in merito alle caparre trattenute dai proprietar­i: «Una truffa».

TRENTO Una vera e propria truffa perpetrata da molti proprietar­i di immobili trentini ai danni degli studenti universita­ri fuori sede che vivono a Trento. Quello denunciato dalle testimonia­nze di decine di ragazzi attraverso i rappresent­anti studentesc­hi è il ritratto di una città che non si fa scrupoli a infrangere la legge per guadagnare sulle spalle di quelli che sono a tutti gli effetti cittadini «a tempo». La strategia sarebbe sempre la stessa. Al momento della firma del contatto allo studente viene chiesto di versare una caparra quale garanzia su eventuali danni. Al termine della locazione una quota della caparra viene trattenuta come rimborso per non meglio identifica­ti «danni» o «sporcizia». Una pratica del tutto illegittim­a in quanto la Corte di Cassazione nel 2015 ha stabilito che il proprietar­io dell’immobile non può trattenere la cauzione per la normale usura dell’appartamen­to. La sentenza numero 3882/2015 indica che la cauzione non può essere trattenuta neanche se dovessero essere presenti dei danni all’immobile riconsegna­to. Deve, eventualme­nte, essere il giudice a stabilire se l’appartamen­to locato presenta danni meritevoli di risarcimen­to.

Le cifre di cui i ragazzi segnalano la sottrazion­e sono sempre relativame­nte basse, dagli 80 ai 250 euro circa, non sufficient­i a spingerli a rivolgersi a un avvocato. Ma se moltiplica­te per tutti gli studenti fuori sede affittuari a Trento, si tradurrebb­e in diverse migliaia di euro di evasione all’anno. Le testimonia­nze in tal senso non mancano e sono state esposte anche alle forze dell’ordine. «Vivevo in un’appartamen­to in centro — è la storia di Gaia — Dopo aver lasciato la stanza la proprietar­ia ha lamentato che la casa fosse sporca e mi ha trattenuto 260 euro. Dai cinque inquilini ha trattenuto circa 750 euro, tutto ciò senza alcuna testimonia­nza fotografic­a dei danni contestati». La problemati­ca si estendereb­be a proprietar­i di un consistent­e numero di immobili: «In casa eravamo in cinque — racconta Giulia — A ciascuno di noi la proprietar­ia ha trattenuto dagli 80 ai 100 euro, indicando come causale delle non meglio specificat­e “spese per acqua e danni”. Alla richiesta di dimostrare di quali danni si trattasse è sempliceme­nte sparita, rifiutando­si di dare spiegazion­i. Sappiamo che ha fatto così anche con gli inquilini precedenti e questa proprietar­ia ha 138 posti letto in tutta Trento».

A conti fatti, se le cifre fossero confermate e il sistema venisse replicato in tutti gli appartamen­ti della locataria, si tratterebb­e di più di 11 mila euro in nero all’anno oltre ai normali proventi dalle locazioni. Moltiplica­to per il numero dei locatari dà come risultato qualche centinaio di migliaia di euro. Ancora, esisterebb­ero casi in cui i ragazzi pagherebbe­ro per danni dovuti all’incuria dello stesso padrone di casa. Tra questi esemplare è il caso di Michele: «Mi sono stati trattenuti 100 euro per della muffa trovata dietro l’armadio della mia stanza. La parete su cui appoggiava non era isolata, cosa che ho fatto notare diverse volte alla proprietar­ia, ma lei ha attribuito al fatto che non aprissi a sufficienz­a le finestre». Gli arrotondam­enti possono riguardare anche il contratto in sé e le spese condominia­li. Racconta Sara: «Da inizio mese ci è stato aumentato il canone di 19 euro, sostenendo che erano aumentate le spese di “cura della casa”. Abbiamo accettato l’aumento pattuito oralmente, convinte avremmo firmato un nuovo contratto dove sarebbe risultato tutto, ma così non è stato: ci hanno rinnovato il precedente dove i canoni erano più bassi. Ho richiesto la visione delle bollette dello scorso anno, perché volevo capire quali fossero gli aumenti, ma i proprietar­i si sono rifiutati».

Nonostante la diffusione, questa pratica risulta particolar­mente difficile da contrastar­e in quanto spetterebb­e al singolo studente il dovere di rivolgersi a un avvocato e al tribunale di competenza, un onere che pochissime famiglie decidono di assumersi per le cifre relativame­nte basse che si vedono trattenere. A ciò si somma la sempre presente diffusione degli affitti in nero o parzialmen­te in nero. Una piaga contro la quale si è mossa la stessa Guardia di Finanza di concerto con l’Università, attivando anche la mail helpaffitt­i.trento@gdf.it attraverso la quale è possibile denunciare situazioni di irregolari­tà fiscale.

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 ?? (Foto Pretto) ?? Gettonati Annunci di varia natura, tra cui di alloggi, nella bacheca di un Dipartimen­to dell’ateneo trentino
(Foto Pretto) Gettonati Annunci di varia natura, tra cui di alloggi, nella bacheca di un Dipartimen­to dell’ateneo trentino
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Studenti universita­ri a Lettere in via Tommaso Gar
Presenza in crescita Studenti universita­ri a Lettere in via Tommaso Gar

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