Alto Adige tagliato, la protesta di Fd’I in aula a Montecitorio
Grazia, Urzì contro Platter. Klotz attacca Kompatscher
BOLZANO Fratelli d’Italia (Fd’I) continua a soffiare sul fuoco della polemica sulla legge provinciale europea, sollevando nuovamente la questione in aula alla Camera con un intervento del deputato veneto Luca De Carlo.
«Non è un semplice intervento sul piano linguistico, ma un messaggio politico chiaro e grave» sostiene il parlamentare bellunese che ha chiesto al governo di discutere quanto prima la vicenda in assemblea. «Credo che un approfondimento sia interesse di tutti — osserva ancora De Carlo — le norme e la Costituzione valgono in tutto il Paese». Un intervento che si affianca all’interrogazione urgente depositata da Giorgia Meloni e Francesco Lollobrigida, rispettivamente presidente nazionale e capogruppo di Fd’I, che chiede sia impugnata anche la norma provinciale per l’esercizio della professione medica, limitatamente alla provincia di Bolzano, a chi conosce la sola lingua tedesca. Intanto Svp e Lega, alleate nel governo provinciale, non hanno ancora fissato la data della riunione di maggioranza per risolvere l’incongruenza nel primo articolo della legge europea sulla rappresentanza territoriale a Bruxelles, in cui nel testo italiano scompare il termine Alto Adige in favore di provincia di Bolzano, mentre nel testo tedesco resta la dicitura Südtiroler Institutionen. Ieri, a margine della riunione congiunta a Merano tra i tre consigli provinciali dell’Euregio (Alto Adige, Tirolo, Trentino), ci sono stati solo alcuni confronti informali tra i due partiti che sostengono il presidente Arno Kompatscher. Kompatscher che, al contrario, viene attaccato da Eva Klotz, storica leader di Südtiroler Freiheit, per l’annunciata retromarcia, ricordando come la dicitura provincia di Bolzano, e non altre, indichino l’ente amministrativo.
Ma nella seduta di Merano, Fd’I è tornata ancora all’attacco con Alessandro Urzì, che ha contestato una recente posizione di Günther Platter , governatore tirolese, perché l’Italia valuti la grazia ai Bravi ragazzi della valle Aurina.
«Esprimo un chiaro rifiuto — dice il consigliere provinciale — del terrorismo come metodo di lotta politica e il no incondizionato alla grazia per la cosiddetta banda “dei quattro bravi ragazzi della valle Aurina” per la loro assenza di pentimento e la loro criminale attività tesa a colpire vite umane e la convivenza in Alto Adige». Urzì ha chiesto inoltre l’individuazione di luoghi per ricordare le vittime del terrorismo.