Sardagna, la discarica dovrà essere bonificata
L’incognita del condono. Tonina: «Discarica, in corso le valutazioni»
Diktat della Corte d’appello: la discarica di Sardagna dovrà essere bonificata.
TRENTO La discarica di Sativa dovrà essere bonificata. È il diktat della Corte d’appello di Trento che ha depositato l’ordinanza con la quale è stato corretto «l’errore materiale» della sentenza di condanna a carico dell’ex amministratore unico, Simone Gosetti.
L’ingegnere era stato condannato dalla Corte d’appello di Bolzano il 13 marzo 2013 per traffico illecito di rifiuti a un anno e quattro mesi sia per Monte Zaccon (419.000 tonnellate di materiale) sia per Sativa (parliamo di 177.273 tonnellate di rifiuti inammissibili conferiti nel sito). In primo grado Gosetti era stato assolto per i conferimenti nella discarica di Sativa, ma poi la Corte d’appello, accogliendo la tesi della Procura che aveva impugnato la sentenza, aveva condannato l’ingegnere anche per Sativa. La Corte d’appello di Bolzano, poi, aveva ritoccato la pena scontando due mesi, ma nella sentenza i giudici si erano «dimenticati » di condannare l’imputato anche al ripristino del sito, ossia alla bonifica.
«L’errore» però non era sfuggito all’avvocato Mario Giuliano, difensore degli abitanti di Sardagna, che aveva presentato un’istanza per bloccare la riapertura della discarica. Ora i giudici si sono pronunciati di fatto accogliendo la richiesta del legale e ordinando il ripristino ambientale. Ma nell’ordinanza i giudici sembrano lasciare uno spazio aperto all’autorità amministrativa che avrebbe discrezionalità tecnica nel decidere quale tipo di ripristino fare. «Resta ovviamente estranea — scrivono — ogni ulteriore considerazione afferente la concreta esecuzione dell’ordine». Difficilmente però si potrà sfuggire all’ordine di ripristino. Una vittoria importante per gli abitanti di Sardagna che erano anche scesi in piazza per protestare contro la possibile riapertura della discarica. Ad aprile l’assessore provinciale all’ambiente Mario Tonina aveva detto che «non c’erano altre alternative». Salvo poi una retromarcia e ora l’assessore prende tempo. «È un problema che abbiamo ereditato», premette. «Il sito è privato bisognerà capire se il ripristino verrà fatto e comunque per ora la discarica non riaprirà. Nell’assestamento di bilancio — spiega — è stato inserito un emendamento su questo argomento. Sia per Sativa che per Pilcante di Ala ci siamo presi tempo fino all’anno per valutare e studiare le due situazioni».
Sul tavolo c’è anche la questione della famosa sanatoria decisa dalla Provincia con una legge poi annullata dalla Consulta. E ora l’avvocato Mario Giuliano intende fare da «sorvegliante» affinché venga applicata.
«Ora procederemo con istanza di annullamento della sanatoria — spiega il legale in una nota — in quanto è stata effettuata il 29 agosto 2012 sulla base di una norma dichiarata incostituzionale e quando il giudizio davanti alla Consulta era già pendente (il ricorso è stato notificato il 28 febbraio 2012) e a favore di un soggetto che è andate responsabile civile e quindi può avvalersi anche della tutela dell’affidamento. Tra l’altro — aggiunge l’avvocato, che si dice dispiaciuto per l’opposizione all’istanza da parte del Comune — la fretta con cui si è sanato stride con la successiva inerzia, visto che la discarica comunque non ha più riaperto». La questione però diventa secondaria di fronte all’ordinanza della Corte.
Intanto il caso tornerà di nuovo in consiglio comunale. Il Comune si era opposto all’istanza dell’avvocato Mario Giuliano in quanto riteneva che la sentenza non prevedeva il ripristino. Ma la bonifica è una pena accessoria dei reati ambientali, quindi è prevista dalla legge. Il consigliere comunale M5S, Andrea Maschio, a fronte dell’ordinanza della Corte d’appello ha presentato una domanda di attualità e intende riportare il caso in consiglio.