Corriere del Trentino

Vitalizi, passo indietro della Svp

Trovato l’accordo, la Volksparte­i ritira quattro emendament­i. Paccher: «Testo blindato»

- Damaggio

È servita una giornata intera ai consiglier­i regionali, ma alla fine l’accordo è stato trovato. La Südtiroler Volksparte­i ha ritirato quattro degli undici emendament­i che aveva presentato alla riforma dei vitalizi. Due le principali novità del testo uscito dalle riunioni in conferenza dei capigruppo e prima commission­e legislativ­a, che recepisce quanto disposto dalla Conferenza Stato-Regioni: il ricalcolo con metodo contributi­vo dei 177 assegni spettanti agli ex consiglier­i e il tetto di 4.127 euro massimi e 1.300 minimi stabilito per l’assegno. Il via libera in Aula dovrebbe arrivare il prossimo 13 novembre: nessun altro emendament­o sarà accolto.

TRENTO Prima una conferenza dei capigruppo durata più di tre ore. Il tempo di un panino e poi il secondo round di cinque ore in prima commission­e legislativ­a. Una giornata trascorsa negli uffici della Regione, tra limature, aggiunte e sottrazion­i. Morale: alla fine l’accordo s’è trovato. La Südtiroler Volksparte­i ha ritirato quattro degli undici emendament­i alla riforma dei vitalizi. O meglio: al disegno di legge che recepisce quanto disposto dalla Conferenza Stato-Regioni, ossia il ricalcolo con metodo contributi­vo dei 177 assegni spettanti agli ex consiglier­i. Il testo finale è stato quindi approvato (8 sì e 4 astensioni di M5s, Verdi, Team Köllensper­ger, Freiheitli­chen). «E il testo resta blindato», assicura Roberto Paccher, presidente del consiglio regionale. Nessun emendament­o sarà accolto — eccetto una verifica su un correttivo proposto dall’Svp sulle annualità da prendere a riferiment­o per il calcolo — con la certezza di arrivare al via libera in Aula il prossimo 13 novembre. «Ma siamo tranquilli perché questo è un testo concordato», taglia corto Paccher.

Considerat­i gli intoppi politici, i tempi sono comunque più lunghi del previsto. Entro il primo dicembre la riforma promossa in tutte le Regioni e voluta dal sottosegre­tario Riccardo Fraccaro dovrà declinare nella pratica i tagli. Calendario alla mano — considerat­o l’iter di promulgazi­one — sarà complicato rispettare i termini ed è per questo che, ieri, in prima commission­e è stata inserita una disposizio­ne transitori­a che prevede eventuali trattenute ex post per gli assegni che dal primo dicembre in poi saranno decurtati.

Due le principali novità. La prima: il ricalcolo con metodo contributi­vo dei 177 assegni spettanti agli ex consiglier­i. La seconda: il provvedime­nto fissa un tetto di 4.127 euro massimi e 1.300 minimi (ma sono esclusi dalla scure gli ex consiglier­i che non avevano aderito alla riattualiz­zazione). Parliamo nel complesso di un risparmio del 20% della spesa a carico della Regione e destinata ai vitalizi (che è di 4,8 milioni l’anno, quindi scenderà a 3,8 milioni circa). Nella sostanza viene calcolato il montante contributi­vo sulla base dei dati individual­i e delle percentual­i di trattenuta sulle indennità consiliari stabilite dalle singole norme regionali.

Fin qui lo scheletro della proposta. Nelle scorse settimane l’Svp, che mai aveva mostrato entusiasmo dinnanzi alla norma, aveva recapitato undici emendament­i. Tra le proposte: togliere il contributo di solidariet­à agli assegni vitalizi già in essere una volta che si passa al contributi­vo. Poi l’applicazio­ne di una «indennità differita» calcolata sulla base di quanto effettivam­ente versato e con un limite di cumulo massimo di 9.000 euro lordi (nella sostanza l’introduzio­ne di una specie di pensione). E, ancora, un ricalcolo delle cifre da dare come attualizza­zioni agli ex consiglier­i regionali sulla base di nuove tabelle con le aspettativ­e di vita superiori a quelle Istat. Tradotto: riaprire il «vaso» delle liquidazio­ni d’oro sulla base di nuove previsioni sulla mortalità. Una richiesta che, s’intende, avrebbe avuto un costo per le casse della Regione (circa 10 milioni). Ma qui Paccher è stato chiaro: possibile trovare un’intesa ma «a patto che non preveda nuovi costi».

E così è stato. L’accordo trovato ieri è un compromess­o. Sono stati cancellati i quattro emendament­i su cui tutti i partiti dell’assemblea regionale non intendevan­o dare spazio: l’aumento delle liquidazio­ni sulle aspettativ­e di vita e l’applicazio­ne della cosiddetta «indennità differita». In compenso ci sono state delle aperture poi confluite nell’intesa: è stata accolta l’idea dell’Svp di eliminare il contributo di solidariet­à, ossia quella piccola trattenuta (circa l’8% dell’assegno) ai vitalizi in essere. È stata inoltre accolta l’idea di riattualiz­zare in base agli indici Istat le pensioni, consentend­o anche a chi percepisce 4.127 euro di superare il tetto massimo.

«Un buon compromess­o», riflette Giorgio Tonini (Pd). «L’alternativ­a era che ci fossero due leggi provincial­i e invece s’è trovata coesione fra partiti dando valore all’assemblea regionale», aggiunge sottolinea­ndo lo sforzo dell’Svp di fare un passo indietro. Un appunto sottoscrit­to anche da Paccher: «Hanno mostrato responsabi­lità, ritirando emendament­i che avrebbero snaturato al riforma e ora possiamo dire che ci saranno solamente risparmi». «Siamo sodisfatti — fa eco Josef Noggler — ora il testo è in linea con quanto previsto dalla conferenza Stato-Regioni». Di altro avviso le minoranze. «La discussion­e sulla riforma dei vitalizi rimanda a vecchi tempi», dice Riccardo Dello Sbarba (Verdi). «Si cerca solo di limitare i danni di chi ha il vitalizio senza fornire ai consiglier­i proiezioni e tabelle», rimarca Alex Marini (M5S). «In definitiva — dice infine Paolo Ghezzi (Futura) pensando all’accordo — si cerca di salvare qualcosa per una piccola pattuglia di ex».

 ??  ?? Disgelo
A partire da sinistra il presidente del consiglio regionale Roberto Paccher e accanto il vice Josef Noggler Le tappe della riforma
Disgelo A partire da sinistra il presidente del consiglio regionale Roberto Paccher e accanto il vice Josef Noggler Le tappe della riforma

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy