I dipendenti sono 39.802 «Effetto competenze»
La Provincia: «Effetto delle competenze. Qualità del servizio al top»
Del numero di dipendenti TRENTO della Regione TrentinoAlto Adige e della Provincia di Trento se ne sarebbe dovuto occupare Report, il programma di inchieste di RaiTre: «Alla fine abbiamo deciso di approfondire ulteriormente la questione — spiega però Sigfrido Ranucci, curatore del programma — perché questa cosa va spiegata bene. Se c’è un numero più alto di dipendenti è anche perché ci sono più competenze che lo Stato ha delegato a Regione e Province». Ma se il tema non è stato trattato all’interno della puntata andata in onda ieri, l’accusa al Trentino di avere organici pletorici è stata diffusa nelle anticipazioni pubblicate sulle pagine social dello stesso programma, subito condivise e dibattute dal popolo del web: «La Provincia autonoma di Trento ha il doppio dei dipendenti del Veneto, che pure ha il decuplo della popolazione». Un tema, a dire il vero, già oggetto di accuse in passato.
Ma ecco i numeri. Il personale dipendente della Regione e del Consiglio regionale è composto da 564 unità, conteggiando anche il personale amministrativo del ministero della Giustizia che opera nei tribunali di Trento e Bolzano, pagato direttamente senza nessun onere per lo Stato. I dipendenti della Provincia di Trento e del Consiglio provinciale sono invece 4.428, mentre il comparto istruzione ammonta a 12.168 unità: insegnanti a tempo determinato, indeterminato, insegnanti di religione, personale delle scuole materne e personale Ata. Il personale dei Comuni, delle Comunità di Valle e dei consorzi degli Enti locali è di oltre 7.000 unità a cui si aggiungono i dipendenti degli Enti strumentali (come i musei provinciali) che sono 418, i dipendenti delle Case di riposo che sono invece 4.973, e altri 2.281 dipendenti di altri enti tra cui l’università di Trento. Ma si aggiungono anche i 1.096 medici, i 35 veterinari, i 3.139 inquadrati in ruoli infermieristici e i 484 inquadrati in ruoli tecnico-sanitario.
«Tra tutti questi numeri — afferma Luca Comper, dirigente generale del Dipartimento Organizzazione, Personale e Affari generali della Provincia di Trento — ci sono anche i 172 forestali, i 167 vigili del fuoco, i 250 stradini che spazzano le strade dalla neve. Le strade che tutti si meravigliano di come siano pulite e integre rispetto alle regioni confinanti. C’è la Protezione civile — osserva — che non si alimenta ad aria ma che viaggia sulle gambe di personale preparato». In tutto 39.802 dipendenti.
Il dirigente difende con forza l’amministrazione trentina: «Si guarda al numero dei dipendenti, alla quantità. Ma non si guarda alla qualità, perché il Trentino è al 30° posto nella classifica europea stilata dall’Università di Göteborg per il numero di dipendenti pubblici per ogni cittadino». Un dato che i ricercatori dell’università svedese giudicano positivo: «Con Bolzano siamo al vertice italiano. Se la media italiana impiega meno persone rispetto a noi, diminuisce anche il servizio, è una conseguenza».
Comper insiste infatti sul tema della qualità: «Le strade sono più belle in Trentino perché ci sono gli operai che le curano. Operai pagati con i nostri soldi», sottolinea il dirigente. Ammette che i dipendenti siano più che altrove, «ma ci sono molte più competenze che dipendono direttamente dalla nostra amministrazione, gestite in piena autonomia, senza che lo Stato ci metta un euro». E aggiunge: «Questo modo di ragionare è miope. Oltre a non considerare le competenze che abbiamo non si considera nemmeno l’orografia del territorio. Qui — osserva — a differenza che in altre realtà la gente rimane a presidiare le montagne, perché ci sono maggiori servizi. Servizi che sono di qualità molto alta, e questo emerge ormai da tutte le rilevazioni, anche quelle che indicano come indispensabile la presenza sul territorio per evitare lo spopolamento delle valli periferiche e di montagna».
Sulla difesa della qualità e dell’efficienza dell’amministrazione trentina interviene anche Paolo Nicoletti, direttore generale della Provincia di Trento: «Nonostante questa grande mole di competenze, nonostante la necessità di avere una struttura amministrativa che le presidia tutte, abbiamo un costo del personale che mediamente è inferiore al molte regioni d’Italia. Anche quello dei dirigenti — afferma il direttore generale — perché noi abbiamo un numero di dirigenti del 3% rispetto alla totalità del personale, quando in altre regioni arriva al 5, al 7 o al 20% come in Sicilia. Quindi c’è una gestione oculata delle risorse anche all’interno della macchina amministrativa, con un rapporto equilibrato tra dirigenti e funzionari».
Nicoletti ricorda poi che dal Trentino e dall’Alto Adige negli anni c’è stato un contributo notevole sul fronte dell’appianamento del debito dello Stato: «Se si chiama la Ragioneria generale dello Stato si può scoprire che le uniche due realtà che hanno contribuito effettivamente al risanamento della finanzia pubblica sono le Province autonome di Trento e di Bolzano. In virtù del Patto di garanzia, aggiornato poi con il Patto di Milano, i famosi 9/10 di gettito che rimangono sul territorio sono diventati in realtà 7/10. E a differenza di altre Regioni autonome siamo stati gli unici a rispettare gli impegni».
Il focus Impiegati, docenti, forestali, personale sanitario, dell’ateneo e della giustizia: la mappa del pubblico impiego