Corriere del Trentino

«Se non paghi 10.000 euro diffondo le tue foto hard», arrestato un ventinoven­ne

Il giovane ha versato 900 euro. I contatti su un sito di incontri

- Dafne Roat

TRENTO La storia di Mattia Bezzi è solo la punta dell’iceberg. La terribile tragedia, che ha colpito al cuore la val di Sole, del diciannove­nne che si è tolto la vita dopo essere stato ricattato per alcune immagini in internet, e su cui la magistratu­ra sta cercando di fare luce, traccia i contorni di una vera emergenza. I ricatti sessuali online sono ormai all’ordine del giorno; sono centinaia i casi segnalati ogni anno, pochi quelli che finiscono in Tribunale. Il costo del silenzio è di 500 euro, in media. Ma i ricattator­i spesso alzano il tiro e chiedono di più. Ci provano, almeno.

Così avrebbe fatto il ventinoven­ne romano (L. S. le iniziali) arrestato ieri dalla squadra mobile di Trento insieme ai colleghi della capitale. L’uomo, per il suo «silenzio», per non divulgare le foto compromett­enti del suo nuovo «amico» virtuale avrebbe chiesto ben 10.000 euro. Davvero troppi anche per chi ha paura. E così il giovane trentino che, messo alle strette, in un primo momento ha pagato al ricattator­e 900 euro sperando di convincerl­o a desistere, a metà ottobre si è presentato in questura a Trento e ha chiesto aiuto alla polizia. Sono bastati pochi giorni agli investigat­ori per rintraccia­re il ventinoven­ne che è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliar­i, chiesta dal pm Davide Ognibene, per estorsione.

Era stato il giovane romano ad agganciare a fine settembre il coetaneo trentino su una bacheca di incontri online. Aveva scelto lo pseudonimo, Bear (orso), per celare la sua identità dietro allo schermo e avvicinare i suoi nuovi «amici» virtuali. Le vittime prescelte. Poi ha lanciato un messaggio sul web proponendo incontri a luci rosse. Tutto virtuale, nessun contatto fisico. È tutto più facile, più immediato. Dietro al computer puoi celare chi sei veramente, puoi vestire una nuova identità. Il web sfonda anche le barriere della timidezza e della vergogna.

Così scrivere, scambiare immagini compromett­enti, raccontare segreti difficili da confidare anche ad amici di vecchia data, diventa semplice. Basta un click. È un gioco, forse. Così il ventinoven­ne romano sarebbe riuscito a conquistar­e la fiducia del trentino e dopo uno scambio di effusioni virtuali gli avrebbe chiesto di inviargli alcune foto di lui in atteggiame­nti sessuali espliciti. La vittima avrebbe così inviato all’uomo, attraverso il servizio di instant messaging, le immagini. Alcuni giorni dopo sono iniziate le richieste di denaro. «Paghi, oppure diffondo le tue foto con il tuo nome sul web». La minaccia mette i brividi. E così il giovane trentino, spaventato, avrebbe pagato 900 euro per evitare che le sue foto venissero divulgate.

Ma il ricattator­e non si è fermato. Avrebbe iniziato a chiedere di più, molto di più. «Per il mio silenzio devi pagare di più, 900 euro non bastano». Poi l’ultima richiesta: «Devi pagare 10.000 euro altrimenti metto tutto in rete».

Il giovane trentino a quel punto, preso dal panico, ha deciso di denunciare. Gli investigat­ori della squadra mobile sono riusciti a risalire al ventinoven­ne romano e ieri si sono presentati nella sua abitazione con un ordine di arresto in mano. Nel corso della perquisizi­one effettuata nella capitale gli uomini della squadra mobile hanno sequestrat­o all’uomo un telefono cellulare, utilizzati per i contatti con la vittima, e la carta di credito ricaricabi­le che l’uomo aveva usato per incassare il denaro.

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Disperato Un giovane trentino è rimasto vittima di un ricatto sessuale. I casi sono in aumento

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