Corriere del Trentino

COS’È CAMBIATO «Odio e intolleran­za degenerano la politica, mai rifiutare il dialogo»

Boato: grave attaccare Biloslavo. Rievocare Curcio? Fake news

- Di Marika Damaggio

TRENTO Marco Boato c’era. L’ex parlamenta­re, oggi membro del consiglio federale nazionale dei Verdi, partecipò ai movimenti studentesc­hi del 1968 che ebbero origine a Trento. Proprio qui, nella facoltà di Sociologia, nel 1969 fondò «Lotta Continua» assieme ad Adriano Sofri, Paolo Sorbi, Mauro Rostagno, Guido Viale. Un’eredità di cui è testimone e con cui guarda, laconico, ciò che è accaduto mercoledì scorso a Sociologia. Le contestazi­oni accese al reporter Fausto Biloslavo, tacciato d’essere «fascista» per il suo passato nel Fronte della Gioventù, per Boato sono state un grave errore e, soprattutt­o, l’eco di uno scontro politico «all’insegna dell’odio e dell’intolleran­za».

Partiamo dal principio: cos’ha rappresent­ato Sociologia e cosa ha rappresent­ato la generazion­e del 1968?

«Quella di Trento è stata la prima Facoltà (allora Istituto, oggi Dipartimen­to) di Sociologia in Italia. Per questo a Trento negli anni ’60 sono confluiti giovani da tutta Italia, non solo per conoscere scientific­amente la società, ma anche per cambiarla. Da questa esigenza è nato il Movimento studentesc­o antiautori­tario, che dalle aule universita­rie si è esteso a tutti gli ambiti sociali, diventando un punto di riferiment­o italiano ed europeo e cambiando profondame­nte la società trentina. Su questi temi ho scritto, cinquant’anni dopo, il mio libro “Il lungo ’68 in Italia e nel mondo” (2018, La ScuolaMorc­elliana), cercando una riflession­e critica senza alcuna mitologia né demonizzaz­ione».

Oggi cos’è rimasto? L’università è ancora laboratori­o politico oppure è rimasto solo il simulacro di ciò che era? I giovani della Lega nel loro

certo anche con valenze storico-politiche in senso lato. Solo una minoranza attiva di studenti ha anche una forte motivazion­e politica, anche se il movimento dei “Fridays for Future” nell’ultimo anno ha prodotto un profondo cambiament­o nelle più giovani generazion­i, verso una nuova consapevol­ezza ecologica, che ha una forte valenza non solo ambientale ma anche politica. I “brigatisti” non sono mai esistiti a Trento, neppure negli “anni di piombo”: parlarne oggi è sempliceme­nte privo di senso. L’antifascis­mo — e più in generale l’antitotali­tarismo — ha una forte valenza costituzio­nale, ma non può certo risolversi in una stigmatizz­azione semplicist­ica e in un rifiuto del confronto e del dialogo democratic­o».

Lo scontro tra fazioni di sinistra e di destra è episodio isolato oppure è l’inizio dell’incrudelir­si del confronto politico?

«Tutto il confronto politico negli ultimi anni in Italia (e non solo) ha subìto una degenerazi­one, all’insegna dell’odio e dell’intolleran­za. Questa è una malattia mortale per la democrazia. Giustament­e nei giorni scorsi la senatrice a vita Liliana Segre ha fatto approvare in Senato una Commission­e d’inchiesta su questi fenomeni, compreso il razzismo e l’antisemiti­smo, su cui purtroppo l’intero centrodest­ra si è astenuto, dimostrand­o un grave deficit di consapevol­ezza e di responsabi­lità, come molti hanno rilevato e denunciato, compresa Mara Carfagna, che se ne è apertament­e dissociata. La dura contestazi­one di Biloslavo mercoledì  

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Mercoledì scorso, a Sociologia, il reporter Fausto Biloslavo (nella foto) è stato contestato prima e dopo il suo intervento
Davanti a Sociologia sono divampati tafferugli, è intervenut­a anche la Digos
Il caso Mercoledì scorso, a Sociologia, il reporter Fausto Biloslavo (nella foto) è stato contestato prima e dopo il suo intervento Davanti a Sociologia sono divampati tafferugli, è intervenut­a anche la Digos
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Ex deputato Marco Boato è membro del direttivo della federazion­e nazionale dei Verdi

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