L’UNIVERSITÀ, TRENTO E I DIRITTI CALPESTATI
Ho letto con sincero rammarico la cronaca circa quanto si è verificato prima e durante la conferenza di Fausto Biloslavo, giornalista de «Il Giornale», che i «soliti democratici» hanno tentato di zittire per la seconda volta. Infatti, l’incontro con Biloslavo era stato programmato anche due settimana fa su iniziativa di Udu, noto sindacato studentesco tutt’altro che accostabile a ideali conservatori. In quella occasione, a causa delle eccessive e violente contestazioni dei soliti noti, l’incontro non aveva potuto tenersi e l’università aveva addotto come scusa (ancorché verificata ma poco convincente) il fatto che l’aula dove doveva parlare il giornalista non fosse stata prenotata per tempo. Alla fine l’incontro si è tenuto la scorsa settimana, nonostante prima dell’inizio vi fossero vari contestatori armati di tanta cattiveria, di striscioni recanti «fuori i fascisti dall’università» e nonostante il fatto che si siano verificati dei tafferugli in via Verdi, prima e durante il dibattito.
Quello che si più dire alla fine di questa vicenda surreale è che anche questa volta gli estremisti l’hanno fatta da padroni e che la facoltà di Sociologia, prima facoltà in Italia e tra le migliori del Paese, è divenuta di nuovo teatro di scontri ideologici che ci riportano indietro nel tempo, gli anni 70, dove proprio da questa facoltà sono nati e sono partiti gruppi che hanno paralizzato il nostro Paese per quasi un decennio. Anche stavolta abbiamo assistito al tentativo dei rissosi di tentare di impedire in libero esercizio delle libertà costituzionali le quali, secondo costoro, sarebbero previste solo a senso unico e sicuramente non per chi la pensa diversamente da loro (ammesso che questi pensino effettivamente e non siano semplicemente dogmatici).
È vergognoso che in una città d’incontro e di solidarietà come Trento vi sia ancora chi fa valere le proprie idee con la prevaricazione e la violenza, infischiandosene del vivere civile e dei diritti degli altri. Credo che la tanto decantata e inviolabile «autonomia universitaria» vada difesa e fatta valere prevenendo questi e simili atti antidemocratici e di violenza, ad esempio riprendendo il controllo di tutti gli spazi della facoltà o impedendo che la facciata della stessa venga usata con arroganza come «bacheca pubblica». Mi sento comunque di condividere la massima di Norberto Bobbio affissa ieri dall’università: «Ho imparato a rispettare le idee altrui, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare».
assessore Cia, alla fine i prepotenti sono stati sconfitti e questo è il dato che più conta. La conferenza con Franco Biloslavo si è tenuta e il dibattito dentro l’aula Kessler è stato intenso ma civile come vogliono le regole della democrazia che vanno difese senza se e senza ma. Ha vinto anche l’università, luogo per eccellenza della democrazia stessa. Ho trovato sbagliata la presa di posizione dei parlamentari leghisti che nei giorni scorsi si sono scagliati contro l’ateneo piegando la storia per assecondare posizioni prettamente politiche. Per carità, l’università si può criticare — e ci mancherebbe se così non fosse — ma senza forzare la realtà, senza riportare in auge i fantasmi del ‘68, nella consapevolezza che tale istituzione ha arricchito il Trentino.