RELAZIONI UMANE
La cura è il dialogo
Ero incerto se cimentarmi su un argomento che esula dalla mia più stretta competenza, ma sullo stesso è venuto a crearsi una sorta di interrogativo, che ritengo interessante sottoporre all’attenzione dei suoi lettori, con una mia riflessione al riguardo. Allo stesso ha dato la stura il dottor Michele Pizzinini con un intervento pubblicato nei giorni scorsi sull’Adige dal titolo «Trentini bene, ma non benissimo», nel quale lo specialista in scienza dell’alimentazione, concludeva osservando che resta un «dilemma» e cioé che i trentini, mentre sono all’avanguardia in termini di salute fisica, sono per converso più depressi e più soggetti ad ammalarsi di Parkinson ed Alzheimer. Ritengo che il dilemma posto da Pizzinini possa trovare possibile risposta nella maggior solitudine che caratterizza il vivere di questa pur civilissima terra. Lo dico da napoletano che ha vissuto la strada anche quale veicolo di arricchimento dei rapporti umani. La facilità delle relazioni, la capacità di rapportarsi con l’altro raccontando pure le cose più intime, fa bene, a mio avviso, soprattutto alla mente, allontanando o ritardando la malattia cerebrale. E il discorso sulla «solitudine» in generale acquista qui in Trentino una maggiore peculiarità per il carattere di questi miei concittadini improntato a un rigoroso senso della riservatezza, che li porta a chiudersi in sé stessi, a non andare al di là di un certo limite nel rapporto umano, ad aprire difficilmente la propria porta per accogliere l’altro. Ovviamente si potrebbe discutere altresì sulla ragione di tutto ciò, probabilmente riconducibile anche al clima e alla necessità di dover stare molto più in casa a fronte dell’ambiente più caldo e favorito dal sole nel sud. Ma ciò poco rileva. Per concludere, in risposta al «dilemma» in questione, vorrei porre questo interrogativo: è possibile ritenere che Parkinson e Alzheimer trovino terreno più fertile laddove lo spirito resti in sofferenza per la mancanza o carenza di relazioni umane, di serenità, di giovialità, di dialogo, di sorriso e quanto altro? Trattasi di ipotesi sì azzardata?
Pietro Chiaro, ROVERETO