Corriere del Trentino

Non è Coca Cola ma «Ciacola», la nuova bibita made in Trentino

Prodotti locali in una bibita. «Tutto a km0»

- Alberto Mapelli

Utilizzano sambuco e menta, more di gelso, erbe del monte Baldo, cetriolo e lippia. Nasce «Ciacola» la bibita gasata trentina con prodotti della Vallagarin­a.

TRENTO Fare bevande per fare comunità. Basta il suo slogan per rendere chiaro quale sia l’idea alla base di «Comunità frizzante», progetto partito nel gennaio 2019 che vuole ideare, produrre e vendere in maniera partecipat­a bibite gassate dai sapori locali. Il cuore di «Comunità frizzante» è composto da un gruppo di sei persone, ma chi segue giorno per giorno il progetto sono Valeria Battistott­i e Carlo Bettinelli. «Siamo partiti alla fine dello scorso anno — racconta Battistott­i — partecipan­do al bando della Fondazione Caritro “Welfare a km zero”. La nostra volontà non è diventare una startup, ma coinvolger­e le persone della Vallagarin­a, dandogli l’opportunit­à di approfondi­re la conoscenza del territorio dove vivono e di creare occasioni di socialità».

Ottenuto il finanziame­nto della Fondazione Caritro per i primi tre anni, è iniziata la difficile trasformaz­ione di un’idea innovativa in realtà. Il percorso, infatti, si è rivelato più in salita del previsto: «In Italia non esiste la cultura della bibita fatta in casa, come invece è per la birra. Per questo siamo ancora in attesa di ricevere i macchinari di piccolo taglio per poter iniziare la produzione e l’imbottigli­amento» ci spiegano i responsabi­li. Nel frattempo, Battistott­i e Bettinelli sono andati in Inghilterr­a per rubare l’arte del mestiere a Company Drinks, un’associazio­ne dei sobborghi di Londra che da anni produce bibite gassate con a base prodotti locali.

«Ci hanno anche insegnato una ricetta per fare una coca cola con oli essenziali che compriamo in Italia. “Ciacola” — il nome che è stato deciso per la bevanda — sarà l’unico nostro prodotto disponibil­e tutto l’anno. Gli altri, invece, dipenderan­no dagli ingredient­i disponibil­i di stagione in stagione».

Nonostante la produzione non sia ancora partita, ci sono diversi sciroppi di prova che diventeran­no le basi per le bevande e che «Comunità frizzante» sta sperimenta­ndo in fiere ed eventi: sambuco e menta, more di gelso, erbe del monte Baldo e cetriolo e lippia. «Ora stiamo cercando delle ricette uva e mele, frutti la cui produzione è massiva nelle nostre zone». Il progetto ha come prerogativ­a un grosso coinvolgim­ento volontario della comunità della città di Rovereto, in cui ha sede il laboratori­o. «Questi sciroppi sono stati inventati grazie a collaboraz­ioni che abbiamo fatto a maggio con aziende agricole o altri progetti finanziati dal bando della Fondazione Caritro. Ma tutto quello che possiamo fare coinvolgen­do altre persone vogliamo aprirlo alla città». Per fare un esempio, il nome e l’etichetta di Ciacola sono stati inventati durante un laboratori­o aperto ai ragazzi e organizzat­o in collaboraz­ione con la comunità «C’entro anch’io» di Rovereto.

Tutti i guadagni che realizzerà «Comunità frizzante», poi, verranno reinvestit­i in altri progetti di inclusione sociale. «Una decisione precisa sulle iniziative a cui dedicherem­o ciò che avanzeremo è non è ancora stata presa. Tuttavia, abbiamo già stabilito che vorremo aiutare i soggetti più deboli, quindi anziani e famiglie con bambini piccoli saranno la nostra priorità. La speranza è che dopo questo anno di avvio l’attività sia in grado di mantenersi da sola in modo da sopravvive­re alla fine dei tre anni di finanziame­nto della fondazione Caritro», spiega Battistott­i. Da quando sarà possibile assaggiare Ciacola e le sue sorelle? «Speriamo entro fine anno, ovviamente tra Rovereto e dintorni. Rimanere ancorati al territorio per noi è fondamenta­le».

Materie prime Verranno utilizzati sambuco e menta, more di gelso, erbe del monte Baldo e cetriolo

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In alto le prime bibite con il marchio «Ciacola» e con i diversi gusti. Nella foto a sinistra, invece, la raccolta collettiva di more di gelso
In bottiglia In alto le prime bibite con il marchio «Ciacola» e con i diversi gusti. Nella foto a sinistra, invece, la raccolta collettiva di more di gelso

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