Corriere del Trentino

«Prevenzion­e, sistema costruito in trent’anni»

- Di T. Di Giannanton­io

Il maltempo sferza il Trentino da una settimana ma «il territorio ha retto bene e non dovrebbe presentare situazioni critiche nei prossimi giorni» assicura il responsabi­le del dipartimen­to della Protezione civile della Provincia di Trento Gianfranco Cesarini Sforza. Merito dell’«attenzione che viene riservata da trent’anni alla sistemazio­ne del territorio» sostiene.

TRENTO Da circa una settimana in Trentino, mediamente, sono caduti ogni giorno tra i 40 e i 60 millimetri di pioggia e oltre 20 centimetri di neve a quote superiori ai 900 metri d’altitudine. I versanti e i fiumi sono stati messi sotto stress a ripetizion­e, ma ciononosta­nte «il territorio ha retto bene e non dovrebbe presentare situazioni critiche nei prossimi giorni», spiega l’ingegnere Gianfranco Cesarini Sforza, responsabi­le del Dipartimen­to della Protezione civile della Provincia di Trento. Merito di tutto ciò «l’attenzione che viene riservata da trent’anni alla sistemazio­ne del territorio», ha aggiunto al termine della riunione di ieri nella sala operativa della protezione civile, alla caserma dei Vigili del Fuoco permanenti di Trento.

Ingegnere Sforza, quali sono le previsioni per le prossime 24 ore?

«Fino a questa sera è prevista una nuova perturbazi­one, ma si tratterà di un evento più leggero rispetto a quello dei giorni precedenti. Parliamo di precipitaz­ioni tra i 20 e i 40 millimetri di pioggia e quota neve tra i 1.000-1.500 metri di altitudine».

Dopo le precipitaz­ioni abbondanti dei giorni scorsi qual è la situazione dal punto

«La situazione è sotto controllo. Per l’entità delle precipitaz­ioni che ci sono state e che ci saranno nei prossimi giorni il territorio non dovrebbe presentare situazioni critiche importanti. Naturalmen­te, essendo imbevuto d’acqua, potrebbero verificars­i piccole colate di qualche decina di metri cubi su diverse parti del territorio. Ma non ci aspettiamo eventi particolar­i».

Il pericolo valanghe invece rimane alto? Consideran­do anche le condizioni che si sono create dopo la tempesta Vaia.

Il punto La situazione è sotto controllo. Possibile qualche piccolo smottament­o

«Il pericolo valanghe ci sarà fino a primavera, seppure a livelli diversi. Quest’anno le precipitaz­ioni sono state sicurament­e precoci e la quantità è stata importante. È chiaro che la copertura boschiva è diminuita e quindi dove non ci sono più gli alberi cresce il pericolo valanghe. Però non ci sono conseguenz­e immediate così categorich­e. Potrebbero verificars­i piccoli smottament­i e valanghe in quota. Questo, ovviamente, insieme alla cadu

ta di rami e alberi, può compromett­ere la circolazio­ne sulla rete stradale. Una delle raccomanda­zioni che continuiam­o a dare infatti è quella di spostarsi soltanto in caso di necessità».

Per quanto riguarda il reticolo idrografic­o, quali sono state le disposizio­ni per contenere il livello dei corsi d’acqua?

«Dove avevamo dei dubbi, è stata data indicazion­e ai gestori delle dighe di svasare preventiva­mente i bacini in modo da contenere le precipitaz­ioni successive. Così è stato fatto per il fiume Leno, il torrente Cismon e il fiume Brenta. In quest’ultimo caso il lago di Caldonazzo ha funzionato come una sorta di diga. Adesso invece si sta scaricando tutto quello che si può nella capacità di smaltiment­o del fiume in modo che quando arriverà la nuova precipitaz­ione, se non fosse assorbibil­e dal fiume, si può alzare la paratoia e utilizzare il lago come laminazion­e».

In questi giorni, come accade ogni volta che insorgono calamità naturali, nel Paese si è tornati a discutere sulla cultura della prevenzion­e del territorio. Da questo punto di vista, come si posizione il Trentino?

«La Provincia sta investendo sulla sistemazio­ne del territorio da più di trent’anni e tutti gli anni c’è qualche decina di milioni che viene spesa a questo scopo. Ovviamente in condizioni straordina­rie, come la tempesta Vaia o anche il maltempo di questi giorni, tutte le piccole frane vengono riprese e sistemate in maniera che resistano nel tempo, come se fossero tanti spillini che mantengono su il territorio. Chiarament­e tutto non si può fare e ci sarà ancora molto lavoro da svolgere nei prossimi

anni. Ma in generale il territorio è seguito e curato con molta attenzione dal governo provincial­e».

Quali sono state invece le componenti della macchina dei soccorsi?

«La macchina dei soccorsi è quella della Protezione civile. Quando abbiamo dichiarato lo stato di allerta gialla (venerdì, ndr), ovvero il primo dei tre livelli di allertamen­to del nostro sistema, tutte le persone che hanno competenza sul territorio si sono dovute tenere pronte e si sono dovute assicurare che i mezzi fossero efficienti. Sul soccorso a chiamata, invece, sono intervenut­i tutti i servizi provincial­i competenti: Strade, Bacini montani, Foreste, oltre ai vigili del fuoco volontari che hanno fatto tutti gli interventi tecnici di emergenza. Sono stati impiegati centinaia di uomini per altrettant­e centinaia di interventi».

In strada

Il consiglio è di non muoversi se non è necessario. Le dighe? Sono state svasate

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Giancarlo Cesarini Sforza è il direttore del Dipartimen­to della Protezione civile
Al comando Giancarlo Cesarini Sforza è il direttore del Dipartimen­to della Protezione civile
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L’intervento Una jeep dei vigili del fuoco in azione nel Comune di Malè, in val di Sole

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