Corriere del Trentino

La rivoluzion­e del Cinformi «Uno sportello per tutti»

Sparisce il rifermento agli stranieri. Opere, il governator­e punta sull’apporto dei privati

- Giovannini

Il Cinformi diventerà uno sportello per tutti i cittadini, un’interfacci­a tra trentini e pubblica amministra­zione. La prospettiv­a è stata tracciata ieri dal presidente della Provincia Maurizio Fugatti in prima commission­e consiliare, presentand­o la manovra finanziari­a (che approderà in consiglio a partire dall’11 dicembre). Il centro, dunque, non sarà più riservato agli stranieri: una prospettiv­a che, del resto, il governator­e aveva già anticipato in parte all’inizio dell’anno.

TRENTO Maurizio Fugatti aveva abbozzato la prospettiv­a già a gennaio, quando in consiglio provincial­e, durante il confronto su una mozione di Luca Zeni (Pd) sui servizi di accoglienz­a per gli stranieri, aveva fatto capire di voler «aprire il Cinformi anche ai trentini in difficoltà».

Ora, a qualche mese di distanza, la linea non sembra essere cambiata. Anzi: questo periodo è servito al governator­e per mettere maggiormen­te a fuoco il «nuovo corso» del centro. Svincoland­olo definitiva­mente da una fruizione legata agli stranieri. E trasforman­dolo in uno «sportello unico a servizio di cittadini e imprese, un’interfacci­a tra cittadini e pubblica amministra­zione». «L’obiettivo è quello della semplifica­zione» ha spiegato ieri in prima commission­e consiliare il presidente della Provincia, illustrand­o la manovra finanziari­a in vista del confronto in Aula (si partirà l’11 dicembre, per chiudere entro il 17). La trasformaz­ione del Cinformi però, ha messo in chiaro Fugatti, non sarà inserita nel bilancio 2020: «Si tratta — ha detto — di una previsione di medio periodo».

Nel suo intervento di presentazi­one della manovra, il governator­e ha ribadito i punti chiave già indicati nei giorni scorsi. Confermand­o il calo di risorse e l’incertezza legata alle decisioni romane sulla manovra nazionale. Ma aggiungend­o, su alcuni temi, qualche riflession­e in più. Sui servizi, ad esempio. «Dovremo riuscire a garantire gli stessi servizi con le stesse risorse» ha osservato Fugatti. Che ha indicato anche la soluzione: «Si dovranno cercare partnershi­p con i privati». Ad esempio per il collegamen­to ferroviari­o Rovereto-Riva del Garda («Difficilme­nte la Provincia da sola potrà farsi carico di tutte le risorse necessarie»). Ma anche per l’ipotesi di funivia tra Trento e il Monte Bondone. E se sul rinnovo del contratto del pubblico impiego il presidente ha confermato la disponibil­ità della giunta a discuterne a partire da doziamento. mani (prospettan­do un percorso modulato sul triennio), sulle Olimpiadi invernali 2026 Fugatti ha ricordato il documento già inviato a Roma per indicare gli investimen­ti considerat­i prioritari per il Trentino, ai quali il governo potrebbe partecipar­e nel finanE proprio sulla suddivisio­ne dei finanziame­nti (che dalle prime stime, ha aggiunto il presidente, potrebbero arrivare a un miliardo di euro) sono emerse le prime percentual­i: il 50% dei soldi dovrebbe andare all’area lombarda, il rimanente 50% all’area dolomitica (Veneto, Trentino e Alto Adige). «Potremmo ambire al 30-40% delle risorse statali destinate all’area dolomitica» ha sostenuto Fugatti.

Accanto alla manovra, ieri è stato illustrato anche il protocollo di finanza locale. Con l’assessore Mattia Gottardi che ha ribadito quanto già emerso durante i vari incontri al Consiglio delle Autonomie. Soffermand­osi su una delle novità più importanti: l’apertura a nuove assunzioni da parte dei Comuni. Offrendo la possibilit­à di sostituire un dipendente in pensione con un nuovo dipendente da destinare anche a un altro servizio. E fissando un principio: l’assunzione, per territori sotto i mille abitanti, sarà subordinat­a alla presenza di una convenzion­e di almeno due Comuni.

Fredde le reazioni da parte dei consiglier­i di opposizion­e. «Manca l’indicazion­e dell’obiettivo della crescita alla quale l’esecutivo punta per il Trentino» ha obiettato Giorgio Tonini (Pd). E Ugo Rossi (Patt): «Manca l’indicazion­e delle variazioni sull’allocazion­e delle risorse». Mentre Alex Marini (M5s) ha puntato l’attenzione sull’indice del grado di sviluppo dei territori, chiedendo indicazion­i maggiori sulle variabili considerat­e per calcolarlo.

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Nel mirino Il Cinformi: la struttura cambierà il suo volto

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