ANALISI COMMENTI
Arischio di essere tacciato di empietà, mi avventuro a dire che la vera festività patronale di Rovereto, anziché cadere in una data collegata dalla fede popolare ad un sovrannaturale intervento che avrebbe stornato da Rovereto un attacco delle truppe francesi del generale Vendome, dovrebbe invece arretrare di tre secoli, a quando, nel primo decennio del quindicesimo secolo, la città nacque, in conseguenza dell’occupazione di Rovereto da parte della Repubblica di Venezia. Da allora infatti iniziò una storia che se non ha del miracoloso, ha certo del sorprendente, e che comunque sarebbe degna di essere celebrata ogni anno come festività cittadina.
Rovereto era allora un sonnolento sobborgo agricolo di Lizzana, capoluogo, e feudo dei Castelbarco. Quello che avvenne dopo l’avvento di Venezia, la valorizzazione del territorio, l’introduzione della coltura del gelso, del baco da seta, l’avvio dell’industria tessile, le rogge sul Leno divenute forza motrice, la via dell’Adige, lo sviluppo complessivo del territorio, la nascita di una città, riconosciuta da Venezia, munita di poteri di autogoverno e favorita dalla Serenissima con cospicue esendente