Il sempreverde tasso, lucente e decorativo. Ma le bacche possono essere letali per l’uomo
Èd’inverno che le piante sempreverdi – latifoglie e aghifoglie - hanno il loro momento di gloria. Donano colore al giardino spoglio, caduto nel temporaneo sonno invernale.
Il tasso, Taxus bacchata, è una delle sempreverdi più belle. Nelle foreste europee, dove cresceva spontaneo, è diventato raro.
Il suo legno durissimo e di un bel colore caldo era, e lo è tuttora, ricercato da costruttori di armi – per archi e frecce, impugnature di fucili, pistole – e da intagliatori e falegnami.
Non è un albero per impazienti: cresce lentamente. Per una pianta di media grandezza si deve dunque sborsare una cifra non proprio indifferente. Gli aghi lucenti che ricoprono fittamente i rami, la sua crescita compatta e la sua resistenza ai tagli, anche drastici, ne fanno però una pianta ideale per siepi e per sculture di piante (topiari). Cresce persino dove la mancanza di luce rende difficile la vita a molte altre essenze. E sopporta bene anche il pieno sole.
Si accusa il tasso di essere rigido; come spesso accade, a piante o animali si danno virtù o difetti umani. È vero: l’albero possiede un suo contegno, ma non si può parlare di rigidità. Se può crescere libero, senza potature, si espande in modo persino scapigliato. Solo un parente giapponese, Taxus cuspidata, ha una crescita compatta, colonnare. Se un tasso svetta su rotondità vegetali, con altezze o espansioni scalari, o se sorge da essenze prostrate, offre al giardino la giusta dimensione
Ha una grande importanza per gli insetti: quando fiorisce, per loro è terra di bengodi. E quando fruttifica, lo diventa per gli uccelli.
Durante l’epoca barocca veniva usato come sfondo per valorizzare i colori che gli stavano davanti, per far risaltare le rose, le digitali, i Delphinium.
Il significato allegorico del tasso è quello della morte: aghi, legno e semi contengono un insieme di alcaloidi cardiotossici, che procurano convulsioni simili a quelle della rabbia, trasmessa dai morsi dei cani o delle volpi.
Per i nostri progenitori, i Celti, era una pianta sacra. Con il suo legno fabbricavano armi: archi, frecce, giavellotti. L’avevano dedicata al culto dei morti, da cui deriva l’usanza di far crescere tassi nei nostri cimiteri.
I demoni temono ed evitano i tassi, certamente per via delle foglie pungenti e per la sua velenosità.
L’arillo, l’escrescenza rossa e carnosa che ricopre il seme, è dolce, si può mangiare.
Gli uccelli, ripeto, ne vanno ghiotti, il seme - velenoso per gli umani - viene espulso durante la loro digestione. Senza volatili, la pianta, detta zoofila per questo motivo, non si riproduce. I vivaisti la moltiplicano per talea, aiutati dalla polvere di ormoni.
Un tasso appena piantato in giardino, non ha bisogno di cure particolari; va bagnato però fino al suo assestamento definitivo.