«Full monty», spogliarellisti per necessità
Il 13 e il 14 arriva a Trento il musical evento tratto dal film del ‘97 di Peter Cattaneo, in cui un gruppo di disoccupati s’improvvisano spogliarellisti Tra i protagonisti l’attore Conticini «Lavoro più attuale oggi che 20 anni fa Si ride moltissimo ma i
The Full Monty – Il Musical è in arrivo venerdì 13 e sabato 14 dicembre all’Auditorium Santa Chiara di Trento (ore 21) nel segno del tutto esaurito. Già sold out le date serali, rimane ancora disponibilità per il pomeriggio del sabato (ore 17), spettacolo aggiunto dagli organizzatori di Fiabamusic in ragione della grande richiesta del pubblico. Gli ultimi biglietti sono in vendita sui circuiti www.ticketone.it e www.primiallaprima.it.
Un musical firmato da Massimo Romeo Piparo nel riadattamento del musical di Broadway tratto dal celebre film del 1997 diretto da Peter Cattaneo. Una storia di riscatto sociale interpretata da attori di successo come Paolo Conticini e Luca Ward, reduci dal trionfale successo di “Mamma Mia!”, Gianni Fantoni e Nicolas Vaporidis. Cinque intraprendenti disoccupati che si improvvisano spogliarellisti per necessità in un grande allestimento con trenta artisti e un’orchestra dal vivo diretta da Emanuele Friello. Tra i protagonisti Paolo Conticini, amato volto televisivo e cinematografico, che nel musical interpreta il carismatico Giorgio Lucariello.
Quali difficoltà ha incontrato nell’interpretare il suo personaggio?
«Giorgio è sempre in scena e quasi sempre sopra le righe, elettrizzato dall’idea escogitata per uscire dalla crisi dovuta al licenziamento. I ritmi da tenere sono molto alti ma è un personaggio che mi ha stimolato moltissimo. Riflette un’attualità palpabile».
Che differenze ci sono rispetto alla versione originale?
«L’adattamento di Piparo è fedelissimo: il testo di Terence McNally è stato tradotto e trasportato da Sheffield a Torino. Sicuramente gli operai licenziati protagonisti fanno pensare a quelli della Fiat e i personaggi sono stati caratterizzati dalle nostre usanze».
Qual è la forza di Full Monty nel 2019?
«Questo spettacolo è forse più attuale adesso che nel 1997: è una commedia tragicomica in cui si ride moltissimo ma in realtà è parecchio tosta perché affronta temi caldi come la disoccupazione, la diversità, la separazione tra genitori e l’affidamento dei figli. Non so quale sia il segreto ma il pubblico in qualche modo si rivede in prima persona o per sentito dire».
La reazione fantasiosa alla crisi è il messaggio che fa breccia nel pubblico?
«Full Monty è la dimostrazione che l’uomo in difficoltà una via di uscita la trova sempre: certo, la via dello striptease è un po’ estrema, ma rappresenta comunque una forma di rivincita e riscatto».
Lei è un volto popolare sia al cinema che in televisione: cosa le dà di più il teatro?
«Cinema e televisione sono luoghi dove lavorare è più familiare e tranquillo. L’adrenalina che dà il teatro non ha prezzo: mi piace molto di più stare davanti a un pubblico diverso ogni sera e sostenere sempre un nuovo esame. Ho un carattere emotivo che sul palco mi spinge a dare sempre di più».
Torna in regione dopo i trionfali sold out di Mamma Mia!: ha qualche ricordo?
«Credo che quel musical si ricorderà per tanto tempo. Per quanto riguarda il Trentino io lo frequento parecchio: ci ho girato diversi film e ci ho portato anche i miei spettacoli teatrali. Ricordo la prima settimana bianca da piccolo e ogni volta che vengo a Trento amo prendermi qualche momento per passeggiare in centro».