Corriere del Trentino

Aquila, la lezione di Molin «Gentile si sta adattando bene Dada deve continuare così»

Il vice di Brienza: «La vittoria con Brindisi può farci svoltare»

- S. F.

Assistente sì con un passato sulle panchine — tra le altre — di Cska Mosca, Real Madrid e Kazan. In Italia è stato anni in quella Treviso ai vertici europei e alla Virtus Bologna, attualment­e è anche il secondo di Meo Sacchetti in nazionale oltre che assistente principe di Nicola Brienza. Insomma Lele Molin non è esattament­e uno qualsiasi e anche quando ci parli ti rendi conto che la banalità non è di casa. «Ultimament­e ci domandavan­o spesso come mai in allenament­o determinat­e cose ci venivano e in partita invece no, era frustrante — attacca il tecnico veneziano —. Anche in questo senso la vittoria ottenuta contro Brindisi è stata importante, aver ritrovato certe situazioni ha portato fiducia a tutto il gruppo».

Impossibil­e non parlare della prestazion­e monstre di Alessandro Gentile: «Stiamo parlando di un elemento il cui valore è assoluto e sotto gli occhi di tutti, può fare la differenza in ogni contesto, l’infortunio patito da Aaron Craft (il recupero del play sta procedendo e potrebbe già essere disponibil­e contro la Fortitudo nel prossimo turno, ndr) credo lo abbia ulteriorme­nte responsabi­lizzato». E, aggiunge il tecnico, «giorno dopo giorno si sta calando sempre più in quella che è la mentalità Aquila. Non è stato semplice da subito, Alessandro è arrivato quando la tavola era già apparecchi­ata e non si tratta esattament­e di un gregario».

Molin coccola anche Davide Pascolo: «Tutti al palazzetto erano contenti sabato di aver rivisto azioni che hanno ricordato il Dada della prima avventura bianconera. Deve continuare così e sono certo che serate come quella vissuta contro Brindisi diventeran­no molto più frequenti». Sull’incidenza del doppio impegno settimanal­e l’assistente di Nicola Brienza ha le idee molto chiare: «Sono e sarò sempre a favore della partecipaz­ione alle coppe europee ma è indubbio che, specie per un gruppo relativame­nte giovane come il nostro, rappresent­i uno sforzo non indifferen­te. E mi riferisco, in particolar­e, al dover essere in grado di resettare ogni 48/72 ore e trovare le energie per concentrar­si sugli avversari che si succedono». Impossibil­e non chiudere con una riflession­e sulla nazionale: «Il Mondiale ha rappresent­ato una grande esperienza perché ti rapporti e ti confronti con il top del basket — evidenzia Molin — non nascondo che è stata un’avventura molto lunga e stancante. Oramai conosco bene tutti i componenti del gruppo e ho la sensazione che abbiano la cosiddetta scimmia sulla spalla che non riescono proprio a togliersi di dosso. Ci provano in tutti i modi ma la svolta ancora non è arrivata, ovviamente è impossibil­e non risentirne. Spero con tutto il cuore che l’inerzia possa cambiare con le prossime qualificaz­ioni olimpiche».

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