Dossier Dolomiti Unesco: solo marketing, poca tutela
Le associazioni ambientaliste presenteranno un dossier alla sede centrale di Parigi
TRENTO Il giudizio è senza appello: «Tanto marketing e poca o nulla tutela del patrimonio dell’umanità. Prevalgono incoerenza e inefficienze». Nel decennale del riconoscimento Dolomiti Unesco, le associazioni ambientaliste nazionali e locali del Triveneto alzano l’asticella della protesta. E non solo bocciano con forza la politica portata avanti in questi anni dalla fondazione Dolomiti Unesco (guidata, a partire da ottobre di quest’anno, dal Trentino e nello specifico dall’assessore provinciale Mario Tonina). Di più: Italia Nostra, Mountain wilderness, Legambiente, Wwf, Lipu e Pro Natura hanno preparato un dossier dettagliato — suddiviso in nove capitoli — contenente «tutti gli impegni non rispettati» dalla fondazione in questi anni, che verrà recapitato direttamente alla sede centrale dell’Unesco di Parigi.
«Dopo anni di tentativi falliti di interlocuzione con la fondazione, le associazioni, loro malgrado, hanno deciso di presentare un dossier» spiega il presidente di Mountain wilderness Franco Tessadri. Che insieme ai rappresentanti delle altre associazioni sarà a Venezia, all’Università Ca’ Foscari, martedì prossimo per illustrare nel dettaglio i contenuti del documento. Intanto però Tessadri anticipa le linee portanti della critica del mondo ecologista alla fondazione. E a un lavoro decennale «con più ombre che luci».
«Aree sciabili — prosegue ancora Tessadri —, recupero dei paesaggi, gestione della mobilità e degli accessi in zone delicate (passi dolomitici, mobilità pubblica, ferrovie, accessi in zone fragili, parcheggi in quota), fauna selvatica, alpeggi e selvicoltura, manifestazioni turistiche e sportive aggressive, eliturismo sono tutti temi divenuti un miraggio da libro dei sogni». La Fondazione, avvertono le associazioni, «sembra investa in un unico settore: la promozione di manifestazioni che abbiano un immediato ritorno di promozione turistica evitando di affrontare la complessità di quanto Unesco ha richiesto fin dall’accettazione della candidatura nel 2009 e ha poi ribadito nel dettaglio con la visita commissariale del 2011». Temi, quelli sollevati dalle associazioni, che di fatto hanno accompagnato il dibattito politico e ambientale anche in Trentino: dai concerti in quota fino alla gestione dei grandi carnivori, dall’estensione delle aree sciabili in aree protette fino alle limitazioni al traffico sui passi dolomitici, le polemiche negli ultimi mesi non sono mancate. E in alcuni casi non sono ancora sopite.
«Le associazioni unite — va oltre il presidente nazionale di Mountain wilderness — chiedono alla fondazione Dolomiti Unesco e ai soci fondatori, Regioni e Province autonome, di riprendere le fila del progetto cominciando fin da subito a rendere esigibile quanto sottoscritto nel piano di gestione, rispettandone la tempistica e mantenendo coerenza con la conservazione dei beni nelle scelte dello sviluppo dei diversi territori».