Corriere del Trentino

Il leader storico ha informato gli altri militanti della sentenza. «Sono cadute le accuse più gravi»

Presidio in tribunale e corteo nel centro storico Passamani: «Difendiamo anche le nostre azioni»

- Tommaso Di Giannanton­io © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

TRENTO «Un’altra convinzion­e che mi ha tenuto, e mi tiene, tranquillo, è che qualsiasi cosa mi fosse successa e mi succeda i miei compagni non solo ci sono, ma hanno la forza di reagire a questo attacco». In una lettera datata aprile di quest’anno, Luca Dolce — secondo alcuni, «leader» in ascesa del movimento anarchico trentino — utilizzava queste parole per comunicare il suo stato d’animo dal carcere di Tolmezzo (Udine). Come allora, anche ieri, nel giorno del processo, l’appoggio da parte dei suoi «compagni» non è mancato, a lui, così come agli altri sei imputati, Bottamedi, Briganti, Trentin, Parolari, Beranek e Berdusco (l’unico assolto da tutte le accuse).

Venuti anche da Bolzano e altre città del Nord Italia, sono stati un centinaio gli anarchici che si sono radunati ieri mattina, a partire dalle nove, fuori dal tribunale per sostenere i sette compagni sotto accusa. «Se sono “innocenti” hanno tutta la nostra solidariet­à, se “colpevoli” ancora di più», recitava lo striscione appeso tra gli alberi del marciapied­e di via Jacopo Aconcio. Inizialmen­te sono rimasti tutti uniti all’esterno del Palazzo della Giustizia, poi quando è circolata la voce che l’udienza era a porte aperte, più della metà di loro sono entrati in tribunale. Prima dell’ingresso in aula, hanno formato così una lunga coda al tornello. Nel frattempo gli altri anarchici, più o meno una trentina di persone, sono rimasti ad attendere fuori, sotto costante osservazio­ne dei poliziotti, presenti anche con due camionette della celere, posizionat­e nelle vie laterali al tribunale. Sui loro volti, con il passare delle ore, si faceva più fievole la serenità iniziale, facendo posto alla tensione per la decisione del giudice, sempre più imminente. Fino a che, dopo una pausa di mezz’ora, attorno alle 14.45 è arrivata la notizia della sentenza. A darla con precisione a tutti gli anarchici riuniti in gruppo è stato Massimo Passamani, ideologo del movimento anarchico trentino. In sei sono stati condannati, «ma è andata bene: è caduta l’accusa per terrorismo», riferisce uno di loro al telefono.

La manifestaz­ione di solidariet­à nei confronti dei sette anarchici è proseguita poi nel pomeriggio con un corteo nelle vie del centro storico della città, senza provocare particolar­i disagi. Il raduno è stato fissato alle 18 davanti al Palazzo del Dipartimen­to di

Sociologia. Accanto allo striscione della mattina, ne è spuntato uno nuovo: «al lavoro, in strada, in carcere, di giorno e di notte, chi lotta non sarà mai solo». «Noi non difendiamo solo i nostri compagni, ma anche le azioni di cui sono accusati», ha ribadito al microfono Passamani poco prima della marcia.

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Il corteo di solidariet­à degli anarchici ha sfilato ieri lungo le vie del centro a Trento
(Rensi-Pretto) Solidariet­à Il corteo di solidariet­à degli anarchici ha sfilato ieri lungo le vie del centro a Trento

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