Solland, ultimatum Uiltec «Operai via dall’impianto»
Appello a Kompatscher: accolga la proposta della Mb Solar
BOLZANO «Una volta c’era l’autunno caldo. Ora l’autunno sta finendo, vorrà dire che ci sarà un “Natale caldo”. È quello che vuole la Provincia, visto che sta sistematicamente ignorando i nostri appelli». La linea dura degli operai dell’ex Solland Silicon è stata annunciata, rievocando le famose lotte sindacali del 1969, da Alan Tancredi, segretario regionale Uiltec, intervenuto ieri alla conferenza stampa organizzata assieme ai colleghi Alfred Delmonego e Francesco Mongioì, ed a Raffaele Falasca, rappresentante del comitato di fabbrica licenziato in tronco nei giorni scorsi per aver insultato, secondo l’accusa, un consulente aziendale. «Per incoraggiare la Provincia al confronto, nei prossimi giorni i lavoratori daranno vita ad un’iniziativa di grande impatto» hanno annunciato i sindacalisti. In cosa consisterà questa nuova forma di protesta, se è già in corso uno sciopero per impedire lo svuotamento dei clorosilani dai serbatoi, in vista della dismissione dell’impianto, è presto detto: «Lo stabilimento verrà abbandonato dagli operai» anticipa Mongioì.
Il clima è teso e la scorsa sera uno degli operai ha accusato un malore passeggero, finendo comunque all’ospedale. «Colpa del troppo stress che stiamo vivendo» spiega Falasca. L’aria che si respira è quella di una sfida aperta, anzitutto nei confronti del presidente della Provincia Arno
Kompatscher, individuato da operai e sindacalisti come il principale responsabile della chiusura dell’impianto di Sinigo. «Sollecitiamo un incontro urgente con il presidente Kompatscher. Il perpetuarsi del suo rifiuto al confronto sta generando ulteriori agitazioni tra i lavoratori che rischiano di sfociare in una situazione incontrollabile» scrivono le segreterie nazionali dei sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e ovviamente Uiltec Uil (a livello locale la Cisl di Maurizio Albrigo ha però preso apertamente le distanze dalla protesta).
Va ricordato che, attualmente, la fallita Solland Silicon è in fase di dismissione, dopo che erano state celebrate sette aste riservate a chi fosse disponibile a proseguire l’attività industriale: sei erano andate deserte, e l’ultima non era stata aggiudicata perché non era stato versato il saldo, ma solo un acconto. Il terreno e l’impianto, con un’altra asta, erano stati poi ceduti, a scopo di dismissione, alla società meranese AlInvest, mentre gli operai erano stati assunti a tempo indeterminato (non tutti, in realtà, perché alcuni sono rimasti disoccupati) dalla società pubblica Ecocenter, per procedere allo svuotamento dell’impianto.
Successivamente, una società straniera, la Mb Solar, aveva presentato un’offerta di rilancio, promettendo investimenti di 50 milioni di euro a breve e medio termine, facendo ripartire l’attività produttiva a Sinigo. A questa proposta, già respinta dalla giudice fallimentare, fanno ora riferimento gli operai, considerandola l’ultima ancora di salvezza: «Gli investitori avevano disertato le aste — affermano i rappresentanti Uil — perché contenevano condizioni proibitive, legate alla bonifica dell’inquinamento causato dai precedenti proprietari dell’area. Ora c’è però la Mb Solar, con un piano industriale di rilancio, che Kompatscher non vuole prendere in considerazione: il presidente ci deve allora spiegare il vero motivo per cui vuole rifiutare il rilancio, preferendo rottamare l’impianto».