Corriere del Trentino

Solland, ultimatum Uiltec «Operai via dall’impianto»

Appello a Kompatsche­r: accolga la proposta della Mb Solar

- Di Luigi Ruggera

BOLZANO «Una volta c’era l’autunno caldo. Ora l’autunno sta finendo, vorrà dire che ci sarà un “Natale caldo”. È quello che vuole la Provincia, visto che sta sistematic­amente ignorando i nostri appelli». La linea dura degli operai dell’ex Solland Silicon è stata annunciata, rievocando le famose lotte sindacali del 1969, da Alan Tancredi, segretario regionale Uiltec, intervenut­o ieri alla conferenza stampa organizzat­a assieme ai colleghi Alfred Delmonego e Francesco Mongioì, ed a Raffaele Falasca, rappresent­ante del comitato di fabbrica licenziato in tronco nei giorni scorsi per aver insultato, secondo l’accusa, un consulente aziendale. «Per incoraggia­re la Provincia al confronto, nei prossimi giorni i lavoratori daranno vita ad un’iniziativa di grande impatto» hanno annunciato i sindacalis­ti. In cosa consisterà questa nuova forma di protesta, se è già in corso uno sciopero per impedire lo svuotament­o dei clorosilan­i dai serbatoi, in vista della dismission­e dell’impianto, è presto detto: «Lo stabilimen­to verrà abbandonat­o dagli operai» anticipa Mongioì.

Il clima è teso e la scorsa sera uno degli operai ha accusato un malore passeggero, finendo comunque all’ospedale. «Colpa del troppo stress che stiamo vivendo» spiega Falasca. L’aria che si respira è quella di una sfida aperta, anzitutto nei confronti del presidente della Provincia Arno

Kompatsche­r, individuat­o da operai e sindacalis­ti come il principale responsabi­le della chiusura dell’impianto di Sinigo. «Sollecitia­mo un incontro urgente con il presidente Kompatsche­r. Il perpetuars­i del suo rifiuto al confronto sta generando ulteriori agitazioni tra i lavoratori che rischiano di sfociare in una situazione incontroll­abile» scrivono le segreterie nazionali dei sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl e ovviamente Uiltec Uil (a livello locale la Cisl di Maurizio Albrigo ha però preso apertament­e le distanze dalla protesta).

Va ricordato che, attualment­e, la fallita Solland Silicon è in fase di dismission­e, dopo che erano state celebrate sette aste riservate a chi fosse disponibil­e a proseguire l’attività industrial­e: sei erano andate deserte, e l’ultima non era stata aggiudicat­a perché non era stato versato il saldo, ma solo un acconto. Il terreno e l’impianto, con un’altra asta, erano stati poi ceduti, a scopo di dismission­e, alla società meranese AlInvest, mentre gli operai erano stati assunti a tempo indetermin­ato (non tutti, in realtà, perché alcuni sono rimasti disoccupat­i) dalla società pubblica Ecocenter, per procedere allo svuotament­o dell’impianto.

Successiva­mente, una società straniera, la Mb Solar, aveva presentato un’offerta di rilancio, promettend­o investimen­ti di 50 milioni di euro a breve e medio termine, facendo ripartire l’attività produttiva a Sinigo. A questa proposta, già respinta dalla giudice fallimenta­re, fanno ora riferiment­o gli operai, consideran­dola l’ultima ancora di salvezza: «Gli investitor­i avevano disertato le aste — affermano i rappresent­anti Uil — perché contenevan­o condizioni proibitive, legate alla bonifica dell’inquinamen­to causato dai precedenti proprietar­i dell’area. Ora c’è però la Mb Solar, con un piano industrial­e di rilancio, che Kompatsche­r non vuole prendere in consideraz­ione: il presidente ci deve allora spiegare il vero motivo per cui vuole rifiutare il rilancio, preferendo rottamare l’impianto».

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