Schwazer fa ricorso contro la squalifica
Doping, presentato un dossier al Tas. L’atleta sogna Tokyo 2020
BOLZANO Alex Schwazer ha chiesto la sospensione della squalifica di otto anni per doping inflittagli dal Tribunale arbitrale dello sport nell’agosto 2016, alla vigilia delle Olimpiadi di Rio. L’istanza al Tribunale federale della Confederazione elvetica di Losanna contro la decisione del Tas è nata dopo che il gip di Bolzano, Walter Pelino, ha ritenuto fondata l’ipotesi della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò Schwazer alla squalifica. Solitamente le sentenze del Tribunale di arbitrato dello Sport di Losanna (Tas) non sono appellabili, visto che esso è giudice di ultimo grado. Al tempo stesso però la sentenza del Tas può venire annullata dalla Corte federale svizzera se i principi del giusto processo siano stati violati. E proprio su questo aspetto fa leva il dossier di 70 pagine presentato al tribunale elvetico dallo studio Levy-Kaufmann Kholer di Ginevra, specializzato in arbitrato internazionale, che chiede la sospensione urgente del provvedimento e in secondo luogo l’annullamento della squalifica per poter permettere al marciatore di partecipare ai Giochi di Tokio del luglio 2020. La percentuale di vittoria degli appelli risulta essere in questi casi, statisticamente, piuttosto bassa, ma Schwazer può comunque continuare a sperare, ed il sogno Tokyo 2020 resta vivo. Va ricordato che il giudice di Bolzano Walter Pelino, ha ritenuto fondata l’ipotesi della manipolazione delle urine usate per il controllo antidoping che portò Schwazer alla squalifica ed ha ordinato un supplemento di perizia, attualmente in corso.