Corriere del Trentino

«Alto Adige, tre contratti su dieci sono a tempo determinat­o»

Perini (Ipl): «Situazione non catastrofi­ca perché non c’è disoccupaz­ione»

- Rosalba Cataneo

Le riforme degli ultimi

BOLZANO trent’anni hanno cambiato profondame­nte l’assetto del mercato del lavoro in Italia. Il Trentino Alto Adige gode di buona salute, tuttavia negli ultimi anni si è registrato un aumento dell’instabilit­à salariale a causa dei contratti atipici. È quanto emerso dal convegno organizzat­o ieri a Bolzano dall’Istituto promozione lavoratori (Ipl).

«Le riforme attuate nel nostro Paese non hanno aumentato l’occupazion­e, ma solo il turnover dei lavoratori ossia il ricambio del personale sullo stesso numero dei posti di lavoro — afferma Fabio Berton, economista e professore di politica economica all’università di Torino — si è realizzata, con la legge Fornero, una miglior allocazion­e dei lavoratori sui posti di lavoro e il sistema è diventato più produttivo ma è solo per breve periodo. Se il mercato del lavoro diventa più flessibile si disincenti­va le imprese a investire nel capitale umano. Ci sono forti perplessit­à che possa avere un effetto sull’incremento della produttivi­tà nel lungo periodo» .

Gli effetti della deregolame­ntazione investono anche l’aspetto sociale. Vengono ritardate e pianificat­e con difficoltà le scelte di vita, come mettere su casa e famiglia. «Questo processo ha portato alla trappola del precariato. La liberalizz­azione del mercato del lavoro e la riduzione delle tutele contrattua­li hanno portato una maggior disuguagli­anza intergener­azionale. La deregolame­ntazione è stata parziale e selettiva perché mirata sui giovani e chi faceva il suo ingresso nel mercato del lavoro. Le riforme del sistema welfare in Italia hanno aumentato i requisiti contributi­vi pensionist­ici e reso flessibile il mercato del lavoro e come risultato i giovani hanno carriere sempre più interrotte e quindi carriere contributi­ve frammentat­e» spiega il sociologo Paolo Barbieri, professore all’ateneo di Trento.

Anche in Alto Adige c’è il rischio della trappola del precariato. Tre lavoratori su dieci hanno un contratto a tempo determinat­o: «Abbiamo riscontrat­o una quota crescete di contratti a termine e part time involontar­i. La situazione non è ancora catastrofi­ca perché non abbiamo disoccupaz­ione» afferma Stefan Perini, direttore Ipl. «Il mercato del lavoro nella nostra regione è positivo — dice Alessio Tomelleri, dottorando Unibz — ma negli ultimi anni è aumentata l’instabilit­à salariale a causa dei contratti atipici, soprattutt­o per i giovani. Nel lungo periodo non riuscirann­o ad avere una biografia salariale pari a quella dei loro colleghi con contratti a tempo indetermin­ato».

A pagare le conseguenz­e di queste riforme sono proprio i giovani neo inseriti nel mercato del lavoro. «Bisogna estendere la copertura a questa categoria, il sindacato deve avere un occhio di riguardo per loro» commenta Perini.

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Un momento del convegno organizzat­o ieri da Afi/Ipl a Bolzano
Klotz) (foto Riflession­i Un momento del convegno organizzat­o ieri da Afi/Ipl a Bolzano

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