Sollima a Trento Bach e Woody Allen
Lunedì l’evento, tra musiche di matrice popolare, classica e i brani suonati con lo strumento di ghiaccio nell’ice-igloo, il teatro a 3200 metri di quota
«Il violoncello? Per me uno stile di vita» Uno show (e un disco) per sensibilizzare sul tema dei cambiamenti climatici
Un siciliano a Trento. Per Giovanni Sollima, violoncellista e compositore, lunedì in concerto alla Sala Filarmonica di Trento (ore 20.30) è un felice ritorno in Trentino-Alto Adige.
«Ricordo i miei concerti dietro il Palazzo delle Albere a Trento – racconta Sollima – mi hanno insegnato il rapporto con la montagna e come iniziare ad arrampicare. Per me, siciliano e uomo di mare, è stato un nuovo orizzonte».
Sollima suonerà a Trento sia «il caro Bach, che propongo spesso, musica nata in epoca barocca ma che davvero non ha tempo». Sia brani del suo nuovo disco Natural songbook, nel quale ha inserito rimandi alla musica popolare e un omaggio a Woody Allen che in Provaci ancora Sam era un violoncellista.
Nel disco è confluito anche il suo concerto “N-Ice Cello” eseguito con il violoncello di ghiaccio, prima nel 2007 in Val Senales a 3.200 metri nel teatro-igloo poi, nel 2018, in tour in tutta Italia. Un’esperienza artistica per sensibilizzare sul tema dell’acqua e del cambiamento climatico.
Sollima è in grado di spaziare da Bach ai Nirvana, riarrangiati per violoncello e orchestra. Ha suonato e nel deserto del Sahara e persino sott’acqua.
Natural Songbook comprende musiche scritte o riscritte da Sollima (e da lui eseguite solo o con altri musicisti), tra cui le Scutise siciliane e gli Scotis salentini, fino all’omaggio al poeta britannico Robert Browning.
Non manca una sonata del futuro, intitolata Sonata 2050 che strizza l’occhio a Beethoven e a Bach (del quale nel 2050 ricorreranno i 300 anni dalla morte), oltre alla riscrittura del ragtime di Maple Leaf Rag di Scott Joplin e di una Gymnopédie per pianoforte di Erik Satie.
Sollima, da quanti anni lavorava a questo disco?
«Da molti anni. Ho scritto e registrato brani nel corso del tempo. Da solo, con miei compagni di avventura. Il titolo Natural songbook l’ho ideato subito. E l’ho adottato anche come concetto, come linea guida».
Perché un omaggio a Woody Allen?
«In uno dei suoi film ha interpretato un musicista e in Virgil’s cello l’ho ricordato. Il brano dura un minuto e mezzo e in un minuto e mezzo è nata l’idea e anche la composizione. Il film l’ho visto da bambino, lo ricordo ancora benissimo».
L’album è arricchito da radici popolari. C’è la sua Sicilia, ci sono altre terre- E c’è anche il Trentino.
«Tutto il progetto è nato in una sfera privata e per me le radici contano tanto. Soprattutto quando viaggi molto o abiti lontano da dove sei nato. Non ci sono canti popolari, nel disco, ma la loro struttura ferrea e libera insieme».
Lei ha spesso incontrato nei suoi concerti la musica dei luoghi che visita. Per il Trentino ha avuto le stesse suggestioni?
«Sono due brani popolari strumentali quelli trentini che mi hanno colpito. Li ho inglobati nel concerto del violoncello di ghiaccio, prima data proprio a Trento».
Il violoncello pare anche un riferimento esistenziale e filosofico. E’ così?
«Il violoncello evoca tante cose: è monofonico ma può diventare percussivo, può “urlare”, conferirci disciplina. Per me, il violoncello è anche uno stile di vita».