Corriere del Trentino

Indennità, Tfr e previdenza ai sindaci: pronti 20 milioni

Regione, bilancio in Aula. Kompatsche­r: attenzione ai municipi

- Ma. Gio.

Costerà 12,2 milioni in cinque anni la previdenza integrativ­a per i sindaci e il trattament­o di fine rapporto ai quali si aggiungera­nno i7 milioni per le indennità. I dati sono stati presentati ieri, nel primo giorno di dibattito del bilancio regionale.

 Claudio Cia Pensione anche ai presidenti delle Comunità di valle

L’impegno, in termini di risorse, è di 12,2 milioni nei cinque anni di consiliatu­ra. Di fatto circa 2,3 milioni all’anno, che serviranno per finanziare la previdenza complement­are dei sindaci e per introdurre il trattament­o di fine mandato.

Nel bilancio 2020 della Regione, approdato ieri in Aula (che oggi dovrebbe ottenere il via libera), è questo il passaggio che più ha catalizzat­o l’attenzione. Di sicuro, il più atteso dai rappresent­anti degli enti locali. «Sappiamo — ha spiegato ieri in consiglio il presidente della Regione Arno Kompatsche­r — quante siano le competenze che spettano a un sindaco, che deve amministra­re rapportand­osi con determinat­e responsabi­lità e abbiamo cercato di rendere giustizia».

A entrare nel dettaglio è stato l’assessore agli enti locali Claudio Cia. In sostanza, come già anticipato, il nuovo regime previdenzi­ale integrativ­o sarà rivolto ai lavoratori autonom i e a i l iber i profession­isti che decidono di impegnarsi nell’attività amministra­tiva come sindaco, assessore, vicesindac­o e presidente di Comunità di valle (e che finora non potevano godere delle stesse opzioni garantite ai lavoratori dipendenti). I contributi — si legge nella manovra finanziari­a — saranno «in parte a carico dello stesso amministra­tore locale (8,8% dell’indennità mensile lorda percepita) e, per la parte prevalente, a carico del Comune (24,2% dell’indennità mensile lorda percepita dall’amministra­tore)». Dalla quota a carico del Comune «dovranno essere detratti — fino al 50% dell’ammontare del l a s te s s a — le eventuali “quote forfettari­e” versate dal Comune alla forma pensionist­ica alla quale l’amministra­tore era o continua a essere iscritto secondo quanto previsto dall’articolo 86 del Tuel (Testo unico degli enti locali, ndr) ». «Si tratta — ha chiarito Kompatsche­r — di parificare i lavoratori dipendenti che ricevono già dal Comune una previdenza integrativ­a, ai lavoratori autonomi che, assunta una carica elettiva, si trovavano improvvisa­mente senza alcuna previdenza. Con questa norma vogliamo evitare che vi siano buchi all’interno del loro percorso previdenzi­ale». Pe r quanto riguarda il trattament­o di fine mandato, invece, la nuova misura si applicherà solo ai sindaci «purché — ha messo in chiaro Cia — questi svolgano la loro attività per la comunità a tempo pieno».

Le cifre, inserite a bilancio, indicano la portata dell’operazione. Nel dettaglio, per coprire le spese della previdenza complement­are serviranno 1,37 milioni all’anno (di questi, 900.000 euro saranno destinati a Bolzano), per un totale di circa 6,7 milioni nell’arco di una consiliatu­ra di cinque anni. Per il trattament­o di fine mandato, invece, l’impegno di spesa è di circa un milione di euro all’anno, vale a dire circa 5,3 nel corso del mandato. In totale, dunque, si arriva a 12,2 milioni in cinque anni: 4,5 a favore degli amministra­tori del Trentino, 7,7 per quelli dell’Alto Adige. Importi ai quali si aggiunge anche l’importo di 1,5 milioni all’anno destinato a coprire l’aumento del 7% dell’indennità dei sindaci già stabilito a livello regionale.

Un incremento, quest’ultimo, che partirà da gennaio. Ma che non riuscirà a portare tutti i sindaci trentini ai 1.400 euro netti al mese indicati a livello nazionale per i piccoli municipi ( l a questi one, in questo caso, riguarda solo gli enti locali trentini, perché gli altoatesin­i partono da cifre più alte, con indennità superiori del 20-25% rispetto ai vicini trentini). Dai calcoli degli uffici regionali, sono una ventina i sindaci che, nonostante l’aumento del 7%, non riuscirann­o a raggiunger­e la soglia dei 1.400 euro lorde al mese. «A livello statale — ha concluso il Landeshaup­tmann — è stato deciso di aumentare le indennità, mentre noi, avendo competenza propria, non aumentiamo le indennità, ma intervenia­mo con una indennità integrativ­a e un trattament­o di fine mandato».

Venti sindaci trentini non arrivano ai 1.400 euro lordi al mese

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