A22, distribuiti i dividendi Ma nel 2020 non sarà così
TRENTO L’emendamento dovrebbe essere stato votato nella notte dalla commissione bilancio del Senato. Si tratta di quello che porta la firma di Donatella Conzatti. Contiene, però, solo la previsione di una proroga di sei mesi, fino al 30 giugno 2020, per la firma dell’accordo per la nuova concessione trentennale di A22 fra Stato ed enti pubblici territoriali. «Diamo ulteriori 6 mesi di tempo per decidere la via da proporre a Roma per il rinnovo — spiega la senatrice trentina — è prioritario, però, che il messaggio arrivi in modo univoco dai territori e dalla società». L’assemblea dei soci, nel frattempo, ha approvato ieri la proposta di distribuzione straordinaria dei dividendi che era stata richiesta dalla Regione: il presidente della Provincia di Bolzano, però, ha fatto mettere a verbale che «questa liquidazione straordinaria è stata effettuata in luogo di quella ordinaria» spiega. In altre parole, quando l’assemblea sarà chiamata ad approvare il bilancio d’esercizio del 2019, per Kompatscher tutto l’utile che verrà prodotto dovrà andare a capitalizzare la società.
Dopo il via libera del cda di Autobrennero alla fine di novembre, ieri il passaggio ufficiale — e scontato —: a partire dal 30 dicembre si procederà dunque alla distribuzione agli azionisti di un dividendo straordinario di 42 euro per azione, per un totale di 64.449.000 euro, che saranno prelevati dalla riserva straordinaria, la quale attualmente ammonta a 657.066.734.
«Autostrada del Brennero è fortemente patrimonializzata (810 milioni di euro, ndr) — evidenzia l’amministratore delegato Diego Cattoni — ha una rilevante disponibilità finanziaria (oltre 1,3 miliardi di euro, ndr) e non ha debiti finanziari. La proiezione economica dell’esercizio 2019, inoltre, evidenzia un’ulteriore leggera crescita rispetto al precedente. Quanto alla sostenibilità del piano economico finanziario legato alla nuova concessione, non viene in alcun modo pregiudicata da questa distribuzione straordinaria». Il voto dei soci è stato unanimemente favorevole, con la sola astensione di Infrastrutture Cis srl.
L a Regi o ne co me p r i mo azionista di A22 (32,29%) incasserà quindi 20,6 milioni. Le due Province di Trento e Bolzano si troveranno a disposizione per la chiusura dei rispettivi bilanci circa 15 milioni di euro: rispettivamente 4,7 e 4,8 diretti, frutto del pacchetto azionario al 7,40% e 7,60%, 10,3 ripartiti dalla Regione. Per Kompatscher queste risorse devono essere considerate esaustive anche per l’anno prossimo (e Maurizio Fugatti dice: «Va bene così»). È chiaro che sarà l’assemblea ad avere l’ultima parola, ma la posizione del Landeshauptmann apre uno squarcio sulla compattezza delle due Province in merito alla richiesta arrivata tramite la Regione. Pare, fra l’altro, che a esprimere perplessità sull’operazione di liquidazione siano stati sia il Ministero delle infrastrutture tramite una lettera, sia il collegio sindacale.
«Rimane inquietante che l’azionista di maggioranza Regione, con le Province di Trento e Bolzano, vada a far cassa sull’A22 intaccando comunque quasi il 10% della riserva straordinaria, in assenza di qualsiasi ragionamento strategico sull’Autobrennero —è l ’ i nte r ve nto del ca pogruppo regionale di Futura Paolo Ghezzi — speriamo che l’Autobrennero sopravviva allo smantellamento della Regione e di una visione regionale, che i presidenti Fugatti e Kompatscher perseguono, ciascuno a modo suo, come si è visto oggi (ieri, ndr) malinc o n i c a mente n e l l ’a u l a d e l Consiglio regionale».
Ieri i soci hanno discusso anche della concessione. Lo scambio di opinioni è stato vivace. La proroga di ulteriori sei mesi che stanotte dovrebbe essere stata votata in commissione bilancio al Senato c’è la consapevolezza che possa essere l’ultima: o si trova una soluzione oppure il ri - schio di andare a gara è davvero concreto. Le strade sul tavolo rimangono due, quelle già prospettate alla ministra Paola De Micheli: mantenere i soci privati nella compagine oppure liquidarli. Per questa seconda opzione propende, come noto, Kompatscher: «Se lo Stato avesse una società in house e desse a quella società la concessione, allora la direttiva europea starebbe in piedi — spiega — ma siccome l’ente concedente è lo Stato ma il concessionario è una società delle Regioni questa impostazione non sta in piedi e questo a Bruxelles ci è stato spiegato mille volte». Nuovo appuntamento dei soci pubblici all’indomani dell’approvazione della legge di bilancio.
Emendamento Votato nella notte quello che prevede la proroga di altri sei mesi alla concessione