Il chirurgo robot Visione in 3D per interventi di precisione
Visione in 3D per interventi di precisione. Fugatti: «Not, lavori consegnati prima di Natale»
È arrivato anche a Trento da Vinci Xi, la piattaforma per la chirurgia robotica mini invasiva, che consente al chirurgo di non operare con le proprie mani, ma manovrando un robot e rimanendo seduto alla console all’interno della sala operatoria.
TRENTO Quattro bracci meccanici con un sistema di puntamento laser, un carrello di visione che permette di seguire l’andamento dell’operazione e la consolle chirurgica destinata al medico che, spalle al paziente, è in grado di operare con una precisione e una rapidità sconosciuta alla chirurgia tradizionale. All’ospedale Santa Chiara di Trento c’è un nuovo protagonista nella chirurgia: l’innovativo sistema robotico da Vinci Xi, la piattaforma più evoluta per la chirurgia robotica mininvasiva. Al mondo sono circa 5000 le apparecchiature di questo tipo, delle quali un centinaio in Italia. Il numero decisamente ridotto, determinato anche dal costo di quasi 2 milioni e 200mila euro, mette ora Trento ai vertici della chirurgia robotica.
Sviluppato sul concetto della «immersive intuitive interface» da Vinci Xi è l’unico sistema robotico che traduce i movimenti del chirurgo in modo intuitivo, consentendo un controllo completo della fibra ottica e dello strumentario, semplificando i complessi movimenti della laparoscopia. Il robot consente una visione tridimensionale del campo operatorio: il chirurgo viene «immerso» nel corpo del paziente, senza l’aiuto di occhiali o altre apparecchiature e «vive» l’intervento chirurgico dall’interno. L’ingrandimento della visione 3D fino a 10 volte assicura una chiarezza e precisione nei dettagli di gran lunga superiore alla tecnica laparoscopica, mentre il tremore fisiologico delle mani del chirurgo e i movimenti involontari sono praticamente eliminati.
Il nuovo macchinario promette di incrementare il numero di interventi eseguiti con la tecnologia robotica. Dei 18mila interventi che hanno luogo annualmente al S. Chiara, circa 250 vengono eseguiti con l’apparecchiatura robotica. Di questi, la grande maggioranza riguardano patologie dell’addome: negli ultimi sette anni il 58% delle operazioni rientrano nel campo dell’urologia, il 22% nella chirurgia generale, il 18% in ginecologia e il 2% in otorinolaringoiatria. La branca medica che ci si aspetta sfrutterà al massimo la nuova tecnologia di Da Vinci Xi è la nefrologia. I reni sono infatti organi particolarmente delicati che necessitano, ove possibile, di essere preservati il più possibile. Nella nefroctomia parziale robotica, operazione con la quale viene asportata una porzione dell’organo colpito per esempio da un tumore, Trento ha saputo raggiungere negli anni livelli di altissima specializzazione, paragonabili secondo il dottor Gianni Ma los sin i a quelli di grandi centri quali Milano. La presentazione del nuovo macchinario è stato l’occasione per il governatore Maurizio Fugatti di riprendere la parola sulla possibile apertura di una facoltà di Medicina e annunciare l’avvio dei lavori per la realizzazione del Nuovo Ospedale Trentino. «I lavori per il Not saranno consegnati prima di Natale. Trento è all’avanguardia in molti campi e anche nella sanità con questo nuovo macchinario». Il direttore dell’ospedale Mario Grattarola non ha nascoso il proprio entusiasmo, ricordando l’importanza di avere un ospedale tecnologicamente avanzato in grado di rispondere alle esigenze di diagnosi e cura della popolazione anche grazie alla presenza in simultanea di numerosi esperti e figure tecniche quali medici anestesisti e infermieri. Ricchezza e varietà di risorse impossibile da avere in un ospedale periferico.
Presidente Il Trentino adesso è all’avanguardia anche nel campo della sanità