La protesta dei segretari «Noi portaborse, faremo ricorso»
Anche i sindaci attaccano la giunta: metodo sbagliato
Fa discutere l’emendamento che consentirà ai sindaci di scegliere direttamente i segretari comunali. I sindacati sono sul piede di guerra e parlano di «inaccettabile colpo di mano», mentre il presidente del Consiglio delle autonomie Gianmoena «stigmatizza il metodo».
TRENTO La prima reazione è di stupore: «Non ne sapevamo nulla». Eppure, spiega Paride Gianmoena, «una settimana fa si era riunito il gruppo di lavoro regionale creato per ragionare anche su questo tema». Ed è proprio sul metodo che il presidente del Consiglio delle autonomie si sofferma: quell’emendamento sui segretari comunali, presentato dalla Lega nottetempo e approvato dall’Aula, ha colto di sorpresa proprio chi con i segretari comunali ha a che fare ogni giorno. «Non che non ci fossero problemi da sanare» ammette Gianmoena. Ma un confronto preventivo nel gruppo regionale istituito dall’assessore Claudio Cia, ribadisce il sindaco di Varena, «sarebbe stato opportuno». «Nella consapevolezza e legittimità del fatto che le leggi competono al consiglio regionale — osserva il presidente — devo sollevare un aspetto istituzionale: se esiste un tavolo di lavoro che si occupa proprio degli aspetti trattati dall’emendamento, mi sarei aspettato un coinvolgimento». Un confronto, quello con il gruppo di lavoro, che avrebbe permesso di disegnare un contorno più preciso per una questione così delicata. «Come avevamo già sottolineato per il disegno di legge presentato dal Patt, che era comunque molto diverso — spiega Gianmoena — esiste un aspetto che continua a passare sotto silenzio, ma che invece è centrale: quello della formazione dei segretari comunali prima e durante l’incarico. Si parla di tutto tranne che della necessità di avere una classe dirigente formata». Con un tassello ulteriore: nell’emendamento approvato, i requisiti richiesti ai segretari non si declinano in base alla fascia di popolazione dei Comuni, né si regolano i passaggi da una fascia all’altra. «Ma fare il segretario in un piccolo Comune è diverso dal farlo in un municipio più strutturato». Serviranno dunque «corsi di formazione», ma anche modifiche ai requisiti, che i Comuni sono pronti a sviluppare: «Se si valuterà la necessità di proporre modifiche, le presenteremo». Di più: il Consiglio delle autonomie aveva lanciato la proposta di un «sistema unico della dirigenza», che abbracci enti locali e Provincia.
Più morbido, Gianmoena, sulla possibilità di valutare l’operato del segretario. Con la possibilità di arrivare al licenziamento. «Credo sia giusto dare la possibilità all’amministrazione di valutare l’attività del segretario».
Arrabbiati i sindacati, che definiscono l’emendamento approvato «un inaccettabile colpo di mano». In una nota i segretari generali Luigi Diaspro Fp-Cgil e Beppe Pallanch Cisl-Fp attaccano il blitz di Fugatti. Così come anche la Uil, attraverso la voce di Walter Alotti e Marcella Tomasi, preoccupata per la forzatura che «mette a rischio la tenuta della legalità e la terzietà delle istituzioni locali».
Ma ancora più dura è la nota unitaria dei Segretari Comunali e di Comunità che parlano di «una riforma scellerata della figura del segretario comunale, limitatamente ai Comuni del Trentino, con il consenso dell’assessore Cia, mediante un emendamento alla legge finanziaria regionale, presentato il lunedì sera e votato il giorno successivo, senza nessuna informazione e confronto preventivo. In sintesi con la riforma il segretario passa da segretario del Comune a segretario del Sindaco, da dipendente vincitore di un concorso pubblico a servizio del Comune a “portaborse” del sindaco». Touché. «È evidente come questo comportamento sia connotato dalla massima scorrettezza. In questo modo i consiglieri regionali artefici di tale risultato dimostrano di considerare il loro potere assoluto e insindacabile e di essere incapaci di affrontare un confronto con i soggetti coinvolti. Che fiducia possiamo riporre in loro?». L’analisi dei segretari comunali prosegue. «Le municipalità del Trentino sono un modello a livello italiano per qualità di servizi e strutture. A ciò ha contribuito una classe di segretari comunali, dipendenti dei Comuni fin dalla riforma dei primi anni ’70. I segretari non sono stati forse una garanzia ed un valido supporto per i Comuni?». Una domanda a cui segue un’ulteriore constatazione. «È offensivo sentire le dichiarazioni dei rappresentanti politici che considerano gli attuali segretari una zavorra da cui liberarsi per dare spazio, finalmente, “a figure di qualità”, capaci di risolvere magicamente qualsiasi problema». E infine l’annuncio che lascia pochi dubbi: «Per quanto riguarda l’applicazione concreta di queste norme saranno i giudici a valutarne la legittimità».