L’altro Natale
Accoglienza e lotta al consumismo «Arte d’Avvento» al Forte di Fortezza trasforma la mostra in una riflessione sulle feste
Dal concetto di pace alla bellezza interiore, dalla cometa di Betlemme all’essere umano messo a confronto con il suo istinto a desiderare. Sono sette messaggi affidati a sette artisti locali, quelli che compongono il percorso «Arte d’Avvento» allestito fino al 29 dicembre al Forte di Fortezza. Un percorso che la coordinatrice Esther Erlacher non esita a definire «giocoso e fuori dagli schemi» e che, nelle intenzioni, vorrebbe spingere i visitatori a riflettere sul Natale, sul suo significato e sulla sua moderna virata commerciale.
«Che senso ha festeggiare il Natale in un tempo di generale decadimento dei valori della solidarietà, del rispetto e della tolleranza? È possibile andare oltre lo stereotipo e il consumo, trovando per questo tempo immagini e sentimenti autentici?». Queste le domande sulle quali sono stati chiamati al confronto i sette artisti altoatesini coinvolti dal progetto. Hubert Kostner, Stefan Fabi, Verena Oberhollenzer, Johannes Kofler, Simon Rauter, Petra Polli e Mandarina Muttertier con Emma@Robin hanno dunque dato libera espressione alla loro creatività interpretando in modo personale, con estro e sensibilità differenti, l’input dato dal Forte.
Ne sono nate opere e installazioni che, per tutto il mese di dicembre, sono esposte nei cortili interni dello splendido maniero austriaco che domina la Val d’Isarco. I sette lavori analizzano la ricorrenza cristiana per eccellenza con sguardo obliquo, tagliente e critico, senza buonismo e lungi da melense scivolate nel «kitsch natalizio tinto di sentimentalismo», garantisce la curatrice che definisce la mostra come «un percorso artistico meditativo».
Ad aprire la carrellata di installazioni «Pace?» dell’artista di Castelrotto Hubert Kostner. All’interno di un anello in cemento del tunnel del Brennero di dieci metri di diametro, ad alcune aste bandiera in alluminio è affidato il compito estetico di rappresentare il simbolo «Peace». Il tunnel di base del Brennero collega gli Stati e la forma rotonda dell’anello richiama alla mente l’unità dell Europa che è presupposto fondamentale per la pace. Il luogo di Fortezza, ex baluardo di protezione in tempo di guerra, diventa così culla di cultura e di pace, luogo della rinuncia al diritto del più forte. Eppure, anche oggi, la pace che è presupposto per la nostra sopravvivenza e per un’economia positiva è un valore precario, sempre in discussione, fragile e mai definitivo.
D’altronde, come rammenta la guida alla lettura in loco, «in natura non c’è pace, soprattutto non in senso cristiano: vige il diritto del più forte. La pace è artificiale, è la conquista culturale di una società naturalmente incline».
Si intitola «Inner beauty» l’opera di Simon Rauter, di Velturno. Una radice di abete modificata con vernice acrilica e affiancata da cristalli di vetro e un vaso di ceramica vuole rappresentare un albero di Natale invertito, con le radici, di solito nascoste sottoterra, esposte per mostrare quanto può essere bello e prezioso l’aspetto di solito celato. Un richiamo velato ad Antoine de Saint-Exupéry e al suo «l’essenziale è invisibile agli occhi» che invita ad approfittare dell’Avvento, periodo di tranquillità e contemplazione, per riflettere su cosa si nasconda dietro le apparenze di facciata, in una società frenetica e superficiale che valorizza l’esteriore.
Verena Oberhollenzer affida invece a un’imponente installazione dal titolo «Pioggia di comete - qual è la Stella di Betlemme?» il suo messaggio. Attraverso carta da regalo e imballaggi usati, l’artista vuole smascherare un Natale dominato dal commercio, dall’effimero e da una superficiale ricerca di evasione, chiedendo al visitatore di mettersi in cammino per cercare e seguire la cometa dell’umanità che indica la via.