I CODICI AFFETTIVI FEMMINILI
La discriminazione salariale su base sessuale o gender gap è stata finalmente riconosciuta da un tribunale inglese. La giornalista britannica Samira Ahmed ha fatto causa alla Bbc perché la propria remunerazione per le puntate di una trasmissione televisiva è di 400 dollari e quella di un suo collega di 3.000. La causa giudiziaria iniziata l’anno scorso contro il suo datore di lavoro, per discriminazione salariale su base sessuale, è arrivata a sentenza in questi giorni. Un tribunale di Londra quindi ha dato ragione alla giornalista. C’è da auspicare che quella sentenza scoperchi finalmente le ingiustizie diffuse e inaccettabili in base alle quali, a parità di ruoli e prestazioni, le donne sono retribuite in misura inferiore rispetto agli uomini, in una misura media del 30%. In discussione non è solo la retribuzione, naturalmente, ma anche le differenze nei parametri di valutazione del lavoro, la concezione del talento e i percorsi di carriera.
Questa situazione si connette al fatto che la concentrazione sulla carenza di lavoro, sulla precarietà e sulle tecnologie digitali predominanti, ha creato un miscuglio nel quale la riflessione sulla giustizia sociale e sull’uguaglianza delle opportunità e dei trattamenti nel lavoro, è andata più che in secondo piano, nel dimenticatoio. Tutti noi contemporanei viviamo a una certa distanza dal coinvolgimento nella vita reale.
Ci ritiriamo dall’ansia suscitata da tutto ciò che non è mediato, cioè filtrato dai media, per cercare rifugio nella tecnologia, che promette un ambiente affidabile, confortevole, indolore. Nel frattempo rischiamo di trascurare le condizioni elementari, quelle di base, della nostra esperienza. In questo caso una domanda essenziale riguarda quello che la nostra società perde, discriminando in modi così evidenti e palesi, le donne, anche in Trentino, dove la situazione non è affatto rosea. Certamente, ad andare perduta, è una delle risorse maggiormente necessarie nella nostra contemporaneità: la sensibilità. Nella ricchezza dei codici affettivi di cui siamo portatori, le nostre porte di accesso agli altri e a noi stessi, ai nostri mondi interni, i codici affettivi femminili, disponibili sia per le donne sia per gli uomini, sono quelli maggiormente candidati allo sviluppo della sensibilità, del coinvolgimento, della motivazione, dell’ascolto, dell’attenzione, del prendersi cura. Non è difficile constatare come, nonostante la volgarità imperante nel nostro tempo, siano queste alcune risorse tra le più urgenti e necessarie per cercare di essere adeguati alle richieste delle situazioni lavorative e sociali e per ottenere la qualità distintiva auspicata. Gli auspici però non bastano: serve la creatività femminile e di tutti e la giustizia sociale.