«Sale operatorie e medici così Arco sarà sicura»
«Stimo Ricciardi, con il quale ho un rapporto confidenziale, ma sui punti nascita non conosce alcune dinamiche». Giancarlo Ruscitti, responsabile del Dipartimento salute della Provincia, non condivide le dichiarazioni di giovedì al Corriere del Trentino dell’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità, oggi in politica con Carlo Calenda.
Il tema del contendere, si sa, è la riapertura del punto nascita di Arco, che fu chiuso nel 2016. Ricciardi è contrario perché giudica «pericolosi e non sicuri i punti nascita sotto i 500 nati l’anno», facendo riferimento alla legge StatoRegioni del 2010 che — ispirata ai dettami dell’Oms — fissa a mille nascituri l’anno la quota minima di sicurezza, con deroghe fino alla soglia di 500. Ma Ruscitti non ci sta: «Mi sembra scontato che la
Provincia voglia riaprire Arco in condizioni di sicurezza. Ma la legge Stato-Regioni è del 2010, oggi siamo nel 2020 e in questi dieci anni in tutta Italia e anche in Trentino è cresciuto in maniera imponente il fenomeno della denatalità. Credo che i parametri e le soglie minime si possano rivedere, anche perché già oggi ci sono punti nascita sotto i 500 nati che funzionano in deroga. Il Trentino poi è un territorio difficile sul piano orografico e perciò c’è la necessità di ampliare il servizio per le donne in gravidanza».
In particolare sul punto nascita di Arco, dice Ruscitti, la Provincia sta lavorando su due piani: «L’assessore Segnana da un lato sta proprio discutendo con il ministero di modificare le soglie minime, quindi di intervenire sul piano legislativo, e il ministro Speranza e il suo vice Sileri si sono detti d’accordo, hanno capito e recepito la richiesta. Ma siccome per modificare l’accordo Stato-Regioni c’è un iter complesso e non immediato, nel frattempo l’assessore sta lavorando per avere una deroga su Arco». Funziona così: la Provincia presenta un piano preliminare di sviluppo, riqualificazione e potenziamento della struttura (dalle sale parto, all’équipe medica), tocca poi al ministero dare il via libera ai punti fondamentali: «Se c’è l’ok, allora si procede agli investimenti».
Più perplesso Paolo Bordon, direttore dell’Azienda sanitaria: «La volontà politica della giunta provinciale è chiara, ma a livello nazionale esistono delle linee guida normative precise».
Bordon (Apss)
La volontà politica della giunta è chiara, ma a livello nazionale esistono delle norme precise