Corriere del Trentino

«Meno soldi per risanare lo Stato»

Calo del gettito fiscale, Trento media con Roma: nuovo meccanismo di compensazi­one

- Giovannini

Dopo l’incontro di sabato tra il ministro Francesco Boccia e il governator­e Maurizio Fugatti, che ha gettato le basi per un dialogo sul delicato nodo dei rapporti finanziari tra Trento e Roma, si iniziano a studiare le possibili soluzioni per mettere in atto quei «meccanismi struttural­i» di compensazi­one indicati dal ministro per far fronte all’impatto della riduzione della pressione fiscale sul bilancio locale. Archiviata la clausola di neutralità, non si esclude di rimodulare il contributo fornito per partecipar­e al risanament­o dei conti pubblici. Guarda positivame­nte al dialogo l’ex governator­e Lorenzo Dellai.

TRENTO Le soluzioni, nel dettaglio, si studierann­o attorno ai tavoli tecnici che il ministro per gli affari regionali Francesco Boccia ha assicurato di voler creare dopo la terza conferenza delle Regioni a Statuto speciale in agenda a Palermo a inizio marzo.

Ma poche ore dopo l’incontro tra lo stesso Boccia e il governator­e trentino Maurizio Fugatti — che sabato ha abbozzato i confini di un dialogo tra Provincia e Stato sul delicato nodo dei rapporti finanziari — qualche possibile ipotesi si delinea. Passando per una revisione (meglio, per una correzione), annunciata, del Patto di garanzia del 2014. Che potrebbe portare, tra le altre cose, anche a un ritocco verso il basso del concorso della Provincia al risanament­o della finanza pubblica nazionale.

«Non voglio interventi à la carte» aveva avvisato sabato Boccia, prospettan­do piuttosto la costruzion­e di una idea condivisa e di un «meccanismo struttural­e» di compensazi­one in grado di far fronte a tutti i possibili impatti delle misure fiscali nazionali sul bilancio provincial­e. Un problema, questo, emerso con forza con l’ipotesi di fiscalizza­zione del bonus Renzi: se la direzione venisse confermata, aveva messo in chiaro Fugatti, per le casse provincial­i si prospetter­ebbe un ammanco di 70 milioni nel 2020 e di altri 140-150 nel 2021. Da parte sua, il ministro aveva allontanat­o con determinaz­ione la linea — invocata da più parti a livello locale — della clausola di neutralità fiscale, puntando piuttosto su altri meccanismi di compensazi­one. Chiamando in causa i tecnici e anche la Commission­e dei Dodici, che dovrebbe iniziare a lavorare alla questione già nei prossimi giorni.

Del resto, non si tratta di un nodo di poco conto: se la riduzione della pressione fiscale porta benefici ai cittadini (anche trentini), la stessa misura toglie risorse al bilancio provincial­e. Con possibili effetti su ambiti che, nel resto d’Italia, vengono gestiti dallo Stato. Ma che in provincia hanno bisogno di risorse locali per funzionare. Per questo, tra le ipotesi che potrebbero finire sul tavolo del confronto c’è quella — più diretta — di agire sul contributo che il Trentino offre per partecipar­e al risanament­o dei conti pubblici.

Inserisce la questione in un ragionamen­to più ampio l’ex governator­e Lorenzo Dellai. Che nel 2009 siglò con Roberto Calderoli l’Accordo di Milano. E che oggi guarda con sguardo favorevole alla possibilit­à di una revisione dei patti. «Innanzitut­to — premette l’ex deputato — mi pare che su questa partita le opposizion­i abbiano assunto una posizione di grande costruttiv­ità». Poi entra nel merito. E rimarca l’idea del dialogo. «È importante — dice Dellai — aprire dei tavoli di discussion­e sia diretta tra Trento e Roma sia in sede di Commission­e dei Dodici». Con la creazione di una «piattaform­a di dialogo con il governo nazionale, anche attraverso il consiglio provincial­e, che affronti le partite aperte». E tra queste ultime, una su tutte finisce sotto la lente dell’ex governator­e: quella del «ruolo più forte delle due Province in campo fiscale» e del rafforzame­nto delle responsabi­lità fiscali in capo ai due territori. In questo ambito, prosegue Dellai, va inserito il tema dell’impatto delle misure nazionali sui bilanci locali. «Capisco — spiega l’ex deputato — che si sia puntato sulla neutralità fiscale. Ma da un punto di vista logico è una battaglia che non ha possibilit­à di riuscita: è difficile che lo Stato riconosca la compensazi­one». Diverso, è la linea di Dellai, chiedere maggiore potere fiscale.

Sorride invece l’ex governator­e per la possibilit­à — concordata tra Boccia e Fugatti — di ricorrere al debito controllat­o per favorire gli investimen­ti derogando al vincolo nazionale che vieterebbe al Trentino questa possibilit­à (essendo in Provincia il debito pari a zero). «L’attuale maggioranz­a — ricorda — quando era opposizion­e accusò le mie giunte di aver indebitato il Trentino. Ma il tempo è galantuomo e la verità alla fine viene sempre a galla». Dellai guarda positivame­nte all’opportunit­à discussa sabato: «In una fase incerta, la capacità di finanziare gli investimen­ti di qualità per lo sviluppo e la crescita del territorio è molto importante». Attenzione però: «Occorre che i debiti abbiano ricadute sul territorio». Affidandos­i anche a Cassa del Trentino «come strumento di acquisizio­ne delle risorse sul mercato del credito».

Contraria all’indebitame­nto invece +Europa. «Fugatti e la sua maggioranz­a — è la posizione — devono avere il coraggio di amministra­re ciò che hanno, non ciò che non hanno. Non costringan­o i figli a ripianare ulteriori debiti dei loro padri e nonni. La giunta sostenga l’iniziativa politica “Figli costituent­i” e mostri di capire cosa vuol dire equità intergener­azionale. Bene gli investimen­ti, che sono il sale dello sviluppo. Ma se sono a debito, manterremo un occhio molto vigile, così da verificare che siano veramente necessari per rilanciare in maniera sostenibil­e l’economia trentina». «Dispiace — conclude Alexander Schuster — che Pd e Patt condividan­o la gioia di Fugatti. Il vero investimen­to nel futuro sta nel mettere le ali ai giovani».

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 ??  ?? Visioni Nella foto in alto l’ex governator­e Lorenzo Dellai. Sotto il ministro Boccia e il governator­e Fugatti
Visioni Nella foto in alto l’ex governator­e Lorenzo Dellai. Sotto il ministro Boccia e il governator­e Fugatti

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