Albere, Ianeselli ci crede Lega dura: un fallimento
Il candidato: non smettere di credere. Il Carroccio: un fallimento
TRENTO Per la Lega il quartiere Le Albere è la dimostrazione di come «vent’anni di amministrazione di centrosinistra a Trento non abbiano portato a risultati concreti per la riqualificazione della città». Per chi, invece, di quella parte politica (cioè il centrosinistra e il Patt) è il candidato sindaco in vista della tornata elettorale di maggio, quello che viene comunemente descritto come un fallimento è anche il luogo «di iniziative pubbliche di successo quali il Muse, la Buc e il parco fratelli Michelin, che sono fra le eccellenze della città»: così si esprime Franco Ianeselli. Le parti, però, sono almeno apparentemente accomunate da un intento: l’ascolto della popolazione. E la Lega ha anche già una data fissata in agenda: mercoledì prossimo, 29 gennaio, alle 20.30 nella sala conferenze del Muse «per poter inserire le indicazioni per la vivibilità del quartiere nei nostri punti programmatici per i prossimi cinque anni».
Quartiere dalle mille contraddizioni, delle Albere si continua a discutere. C’è chi è convinto che prima o poi arriverà la svolta anche per quella porzione di città e chi invece getta la spugna, come i commercianti che recentemente hanno chiuso i battenti dopo aver scommesso sulla creatura di Renzo Piano per avviare la propria attività.
«La mia ipotesi è che sia mancato l’incontro tra un’idea di quartiere e una classe sociale che poteva essere interessata a popolarlo e che invece non è arrivata— osserva Ianeselli — per me Le Albere potevano e dovevano essere la zona “hipster” della città, abitata da giovani coppie e famiglie che troviamo in tante città d’Europa con un gusto raffinato, che amano il design e un’atmosfera positiva ma che devono anche essere relativamente danarose: a frenare, obiettivamente, è anche una questione anche di prezzo». «Io sono il primo a essere dispiaciuto anche come consumatore — aggiunge Ianeselli — perché in uno dei negozi che ha chiuso i battenti è stato acquistato il giaccone rosso a scacchi che ho indossato nei primissimi giorni di campagna elettorale e per il quale ho ricevuto anche molte critiche: mi hanno detto che vesto come un montanaro. A me piace molto e continuerò a indossarlo, quel negozio vendeva prodotti straordinari».
Un’amministrazione comunale, a ogni modo, secondo il candidato sindaco «deve fare tutto il possibile per avvicinare i cittadini al quartiere. Non va lanciato nessun segnale di resa — sostiene Ianeselli — perché le transizioni ci sono, quel quartiere c’è, la bellezza resta, ci sono i processi di mezzo: bisogna non smettere di credere. Quello che posso dire è che non sarà mai un quartiere abbandonato».
Per i consiglieri comunali della Lega, invece, «le notizie riguardanti la fuga di negozianti sono conferma del fallimento di un quartiere che, nonostante i proclami volti a esaltare la riqualificazione urbana, non è stato realizzato in modo tale da essere un polo attrattivo per la città».
«Abbiamo fatto diversi incontri nel 2017 e nel 2018 e le richieste emerse sono state numerose, dalle questioni riguardanti la sicurezza a quelle sulla gestione dei parcheggi o l’organizzazione di concerti, ma sono rimaste per lo più inascoltate ancora oggi — fa sapere Gianni Festini Brosa — nel 2019 con la richiesta di miglioramento della viabilità ciclopedonale tra le Albere e via Santa Croce si è voluto dare un elemento in più nella speranza di collegamenti migliori non solo per i residenti, ma anche per gli esercenti. Come già fatto in passato, ora ritorneremo nel quartiere con una serata di ascolto della popolazione».