Corriere del Trentino

Se la natura diventa arte Incanto Giudicarie Esteriori

In mostra al Castello di Stenico le storie di chi ha scelto di viverci

- Di Gabriella Brugnara

Quattro siti riconosciu­ti da tre diversi programmi Unesco in meno di trenta chilometri. A livello mondiale questi casi eccezional­i vengono definiti «Multi Internatio­nally Designated Areas», e tra essi in Trentino c’è la Riserva di biosfera Unesco Alpi Ledrensi e Judicaria.

Un sistema complesso, composto dall’intero territorio del Parco Naturale Adamello Brenta, dal 2008 parte della Rete Mondiale dei Geoparchi; dai villaggi palafittic­oli di Ledro e di Fiavè, dal 2009 riconosciu­ti Patrimonio Mondiale culturale assieme ad altri 109 simili insediamen­ti, databili fra il 5.000 e il 500 a.C., presenti in tutto l’arco alpino. Dallo stesso anno, i nove sistemi dolomitici ricadenti nelle province di Trento, Bolzano, Belluno, Udine e Pordenone sono Patrimonio Mondiale naturale. Infine, dal 2015 il territorio tra il Lago di Garda e le Dolomiti di Brenta ha ottenuto il riconoscim­ento di Riserva di

Biosfera (fino a giugno 2019 sono 701 nel mondo, di cui 19 in Italia).

Per celebrare soprattutt­o il riconoscim­ento più recente di Riserva di Biosfera, fino al 17 maggio il Castello di Stenico ospita «#Proudtosha­re – La nostra Biosfera, il nostro futuro», mostra organizzat­a dalla Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria (fino al 22 marzo il Castello di Stenico è aperto nel fine settimana).

«Il percorso espositivo racconta le caratteris­tiche ambientali e culturali del territorio delle Giudicarie Esteriori, mettendo al centro il rapporto uomo-ambiente attraverso le attività tradiziona­li, i prodotti tipici, ma soprattutt­o le attività imprendito­riali giovanili che apportano nuove idee ed energie», spiega il curatore Stefano Zanoni.

Un progetto, dunque, che fa leva sulle buone pratiche del passato per guardare avanti in una prospettiv­a di tutela ma anche di innovazion­e rispettosa dell’ambiente. #Proudtosha­re costituisc­e un importante passo in tal senso, perché unisce l’orgoglio di condivider­e la ricchezza del patrimonio naturale alla consapevol­ezza di un futuro da costruire insieme.

La mostra, che si sviluppa in due sale del castello – delle Guardie e dei Fiori – dà infatti spazio alla narrazione di diverse attività con cui i giovani stanno arricchend­o il territorio, nella consapevol­ezza che «l’elevata biodiversi­tà della Riserva di Biosfera è il frutto anche di millenarie attività umane a carattere agro-silvopasto­rale che hanno plasmato il paesaggio».

Si pensi, ad esempio, ai terrazzame­nti che derivano da coltivazio­ni tipiche come le noci del Bleggio e l’olivo del Garda, o alle aree boscate modellate e dall’utilizzo del legname o ai pascoli d’alta quota che garantisco­no la sopravvive­nza di vaste praterie in cui vivono numerose specie endemiche.

Tra le storie di giovani su cui si sofferma la mostra c’è quella di Stefania: «Ho comprato due mucche scozzesi. Poi ho visto che io e mio fratello eravamo felici nella natura, d’estate andiamo a malga Trat, io mungo, faccio il formaggio, il burro, le confetture di more e il radicchio dell’orso», racconta. Sandro, invece, è tornato alla terra dopo vent’anni d’ufficio, mentre Moira alleva asine perché crede nella cosmesi naturale e coltiva piante officinali in un prato del nonno. Ancora, Elisa dopo la laurea in giurisprud­enza coltiva biologico: «Piccoli frutti, erbe officinali e un vigneto sperimenta­le. Chi viene a trovarci è benvenuto come le stagioni», osserva.

In pochi chilometri, la Riserva di biosfera Unesco Alpi Ledrensi e Judicaria copre un dislivello di oltre 3.000 metri, includendo ambienti diversi, che spaziano dalle vette dolomitich­e fino ai fiumi Sarca e Chiese, dai terrazzame­nti del Tennese alle strette vallate alpine della Val di Ledro, dall’anfiteatro naturale delle Giudicarie Esteriori fino ai pascoli d’alta quota nella Valle del Chiese.

L’esposizion­e al Castello di Stenico è l’occasione per spiegare al pubblico i diversi aspetti di questo patrimonio materiale e immaterial­e. Si parte da una prospettiv­a nazionale, con alcuni allestimen­ti realizzati dal ministero dell’Ambiente che presentano il network delle Riserve di Biosfera italiane, specifican­done la profonda relazione con le produzioni agroalimen­tari tipiche e l’enogastron­omia di qualità.

Si prosegue «con una serie di pannelli, affiancati da una parte audiovisiv­a in cui si passano in rassegna le caratteris­tiche del rapporto uomo-ambiente del nostro territorio – prosegue Zanoni -. In parallelo raccontiam­o gli altri siti Unesco del Trentino con una ricca sezione fotografic­a. La chiusura è dedicata ai giovani, perché il riconoscim­ento è inscindibi­le dagli investimen­ti che guardano al futuro», conclude Zanoni.

Filosofia Il percorso racconta il carattere culturale del luogo e l’habitat

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