Corriere del Trentino

Quarantena per due studenti cinesi

Sono in isolamento volontario, controllat­i due volte al giorno. Ruscitti: «Nessun sintomo»

- Baldo

Scatta l’allerta coronaviru­s anche in Trentino. Due studenti cinesi arrivati ieri sono stati trasferiti nelle stanze di un albergo di Sardagna per un «isolamento volontario». Una precauzion­e. «Non mostrano i sintomi del contagio», spiega Ruscitti, del Dipartimen­to salute. La comunità: «Più dell’epidemia ci preoccupa il razzismo». Da ieri c’è un numero per la comunità cinese: il 331 6299111.

TRENTO Arrivati in Trentino ieri, due studenti cinesi sono stati trasferiti nelle stanze di un albergo di Sardagna per un «isolamento domiciliar­e volontario», nel timore che possano sviluppare i sintomi dell’infezione da coronaviru­s. Lo conferma Giancarlo Ruscitti, dirigente generale del Dipartimen­to Salute della Provincia: «Siamo stati informati dall’Opera universita­ria di questi ragazzi che stavano arrivando dalla Cina. Li abbiamo invitati a passare un periodo di quarantena a Sardagna, dove c’è un albergo attrezzato in modo che possano essere monitorati come da indicazion­i nazionali».

«Il protocollo prescrive che le persone provenient­i da zone potenzialm­ente fonte di contagio, se non sono sintomatic­he, vanno collocate in posizione di quarantena, controllat­e due volte al giorno. Il consiglio è quello di attendere il periodo di incubazion­e che è di 14 giorni, evitando di entrare in contatto con altre persone, cosa pressoché impossibil­e all’interno di uno studentato».

«Di questo — afferma il dirigente — è stato messo al corrente anche il Commissari­ato del governo. Ma ripeto che si tratta di persone che non mostrano i sintomi del contagio e che volontaria­mente hanno accettato di isolarsi. All’interno della struttura possono muoversi liberament­e, come se fossero a casa propria». L’assistenza, anche per i pasti e per la pulizia, è garantita dall’Azienda ospedalier­a: «C’è poi un servizio di guardiania che viene assicurato», aggiunge Ruscitti.

Oltre ai due universita­ri cinesi già a Sardagna, nei prossimi giorni sono attesi altri studenti: «Anche loro saranno collocati nella medesima struttura e proporremo la stessa soluzione anche ai membri della comunità cinese che dovessero rientrare dalla Cina nei prossimi giorni». I voli diretti con l’Italia sono sospesi, ma non in tutta Europa: alcuni potrebbero poi raggiunger­e l’Italia con mezzi propri. «Se sono asintomati­ci potrebbero anche rimanere nelle loro abitazioni, accettando di farsi visitare regolarmen­te — precisa Ruscitti — ma se in casa dovessero esserci tante persone, se la situazione fosse di stanze dove dormono più di due o tre persone, in questo caso sarebbe meglio l’isolamento volontario in una struttura».

Se il Dipartimen­to Salute della Provincia e l’Azienda sanitaria cercando di affrontare la situazione con razionalit­à, qualche segnale di allarmismo ingiustifi­cato si verifica tra la popolazion­e: «Si sono rivolte a me alcune persone che chiedevano delle mascherine — spiega il titolare della Farmacia San Lorenzo di piazza Cantore — e il motivo è demenziale, le volevano perché nel loro condominio abita una famiglia di cinesi».

Mascherine che anche in altre farmacie sono andate a ruba, «che ora vengono contingent­ate», anche per riservarle per chi le deve usare per ragioni di lavoro.

Tra questi i sanitari a contatto con potenziali casi di infezione da coronaviru­s: «Siamo chiari — afferma Ruscitti — abbiamo dato disposizio­ne ai sanitari di utilizzare le mascherine in caso di rischio, ma è del tutto evidente che non ha alcun senso girare per la città con la mascherina. E sia chiaro anche questo che il coronaviru­s non lo trasmetton­o i cinesi ma, potenzialm­ente, le persone che provengono dalle zone di contagio».

Intanto, è stato istituito un numero dedicato alla comunità cinese in Trentino. Digitando il «331 6299111» si potranno ottenere in lingua cinese tutte le informazio­ni utili a prevenire o contenere il contagio.

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Psicosi La diffusione del nuovo ceppo di coronaviru­s ha generato preoccupaz­ione in tutto il mondo, ma anche panico e psicosi

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